Oggi il mondo della musica, della cultura e dell’arte mondiale si inchina con rispettosa commozione e riconoscenza per la dolorosa perdita del Maestro Claudio.
Infatti, da quando ho avuto l’onore di conoscerlo e di condividere professionalmente una parte del mio cammino artistico con lui, voleva fin da subito essere chiamato semplicemente Claudio. Per tutti noi “teatranti”, amanti della musica e dell’opera rimarrà impressa la sua eleganza e raffinatezza, la sua principesca discrezione ed il suo sorriso, che manifestava un animo di sensibile grandezza.

Ho avuto la fortuna di lavorare con il Maestro in molteplici occasioni, dal 1993 fino al 2001 dove grazie al sostegno dell’amica Alessandra, sua figlia, debutto in grande stile con lui come scenografo e costumista, nella titanica impresa lirica e musicale del Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, allestimento che partì dal Teatro Comunale di Ferrara con la collaborazione di Ferrara Musica, per poi approdare ai teatri Regio di Parma (Festival Verdiano) e Nuovo di Bolzano. L’allestimento ebbe poi una bella fortuna, tanto da essere ripreso due anni dopo al Teatro di San Carlo di Napoli.
Ricordo ancora in maniera vivida il mio intenso rapporto artistico di interscambio e confronto con Claudio, nella genesi della scena e dei costumi del “Simone” come lui affettuosamente chiamava l’opera verdiana; gli incontri plenari ad Alghero davanti ad un bel piatto di pasta per parlare di opera, musica, arte e dei progetti ferraresi.
Quella per me fu un’esperienza indimenticabile, di grande intensità, un’esperienza che divenne una sorta di passaporto per lo sviluppo e la crescita della mia professione di scenografo e costumista internazionale.

Ricordo con affetto la sua grande passione per il calcio e lo sport, tanto che capitava, tra una pausa e l’altra dell’allestimento, che si intrattenesse con grande passione, insieme a noi collaboratori e alle maestranze tecniche di palcoscenico, per vedere una partita di calcio importante o un altro avvenimento sportivo.
Fu sempre prodigo di consigli paterni, con noi giovani leve del Teatro d’opera e della musica. Instancabile professionista, perfezionista, non gli sfuggiva nulla. Era un attento osservatore e filtrava tutto attraverso una personale e forte visione di bellezza.
Ammirarlo nella buca, era una vera e propria “grande bellezza” (mi si permetta la citazione dal titolo del recente film di Sorrentino, d’altronde il Maestro era un grande appassionato di Cinema d’autore), vederlo dirigere, vederlo condurre con gesto soave, danzante, raffinatissimo, la sua amata Mahler Chamber Orchestra.
Ed è proprio il suo gesto che mi rimarrà sempre impresso e la sua unicità artistica. Penso che in questo giorno della sua dipartita, non avrebbe voluto vederci addolorati, ma gioiosi, godendo appieno della più bella eredità che ci potesse lasciare: la sua poetica e le sue immense interpretazioni musicali.
Con molto affetto.
Ciao Claudio!

Lorenzo Cutùli
Opera and Theatre Designer – www.lorenzocutuli.com

* * *

Quando il Maestro Abbado è tornato in Italia circa 25 anni fa ha dato alla nostra città un profilo e un lustro Internazionale, il mondo della cultura di tutto il mondo ha capito che Ferrara esisteva ancora e che tornava ad essere (dopo 500 anni!?) città d’Arte e di Cultura. Quando nel giugno del 2012 ha telefonato dicendo che lui il 23 settembre avrebbe suonato al Comunale, chiedendo di accellerare i tempi di riapertura dopo il sisma, ha fatto uno straordinario regalo a tutta la nostra città, costringendo tutti ad una corsa contro il tempo che ha avuto grande successo. Lo si ricorderà per la sua grande arte, io lo ricorderò anche per questi straordinari regali, che nessuna altra città ha avuto.

Massimo Maisto
Vicesindaco e Ass. alla Cultura, Comune di Ferrara

2 Commenti

  1. gianni venturi scrive:

    Dopo la giusta risonanza che ha avuto la scomparsa del Maestro Abbado bisogna passare alla riflessione critica: ciò che rimarrà di quella esperienza comunque sia stata provocata. Quello è ciò che dovrebbe interessare. Mi sembra che questa riflessione di Cutùli vada nella giusta direzione. Non ho ricordi personali da mettere in campo ma da lavoratore della cultura DEVO riconoscere che un evento come il Viaggio a Reims è stato per la storia della cultura del secolo breve un’esperienza altissima. E di questo e non solo di questo va reso onore al grande Maestro che ha voluto legare a Ferrara la storia della cultura poiché è con essa che si “mangia”: eticamente e idealmente.

  2. MARIA CRISTINA NASCOSI scrive:

    Ricevo e volentieri inoltro:

    L’Associazione NoMus e tutti i suoi amici salutano per l’ultima volta Claudio ABBADO e lo ringraziano per avere fatto della Musica la propria ragione di vita e averla portata a vette di bellezza ineguagliate. Ognuno di noi si tiene stretto almeno un ricordo indelebile di sue interpretazioni memorabili.
    Tra le tante, ci piace ricordare quel 4 aprile 1975, quando diresse, in prima assoluta, al Teatro Lirico di Milano, Al gran sole carico d’amore di Luigi Nono.

    Grazie, Maestro.

    Maria Maddalena NOVATI – Consulente musicale Museo del Novecento
    Responsabile del dell’Archivio di Fonologia della RAI
    Presidente NoMus, Associazione Culturale no profit

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    Grazie, cara e gentile Signora, per questo suo ricordo del Maestro Abbado, nei nostri cuori per sempre.

    M.C.N.S. di FERRARA

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