Historia magistra vitae amavano dire gli antichi, e anche i nostri padri e nonni – che delle pagine più intense e dolorose della Storia recente sono stati protagonisti e spettatori – sentirono in diverse occasioni il bisogno di tramandare quest’insegnamento. Mio nonno, ad esempio, non si stancava mai di raccontarmi gli anni duri della guerra, le attese e le speranze (spesso disilluse) che ebbe alla mia età quando c’era un Paese intero da ricostruire. E come lui tanti nonni e tante nonne che con il loro sacrificio, il loro lavoro, i loro sogni e le loro lotte hanno cercato di consegnarci un futuro migliore.

Per non dissipare i loro sforzi, dunque, occorre non dimenticare mai il passato più buio e per questo proprio all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso nacque nella nostra città l’Istituto di Storia Contemporanea. Un luogo dove la memoria è sempre viva grazie all’instancabile attività dei suoi volontari, giovani e meno giovani, che ogni anno organizzano incontri, seminari, mostre e rassegne cinematografiche per celebrare i grandi avvenimenti del Novecento ferrarese, e non solo.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire quando e come nasce quest’istituzione che – insieme alla Biblioteca Comunale Ariostea, al Museo del Risorgimento e della Resistenza, e agli Archivi dello Stato e del Comune – conserva un patrimonio documentale importantissimo per chiunque voglia approfondire la storia del territorio ferrarese.

Siamo nel 1973, a Ferrara il ricordo della Resistenza e della aspre lotte sociali degli anni ’50 è ancora vivo ma si sente la necessità di tramandarlo ai più giovani e soprattutto di spiegargli e spiegarsi le ragioni dei fatti vissuti pochi anni addietro. Un’esigenza diffusa: il fascismo, la guerra, le leggi razziali e la deportazione degli ebrei, le lotte sindacali e bracciantili, sono temi allora come oggi al centro del dibattito storiografico. Perché la Storia non è solo un mero susseguirsi di date e di nomi: ogni avvenimento ha un suo perché e va compreso nelle condizioni sociali ed economiche di un’epoca, nei riflessi culturali dei contemporanei, nella volontà degli uomini.

Fu così che, grazie al sostegno del Comune e della Provincia di Ferrara, nacque l’Istituto. Per la verità, complice il vivace dibattito culturale che in quegli anni si intrecciava inevitabilmente con la politica del mondo diviso in blocchi, l’Istituto di Storia Contemporanea ebbe, fino al 1990, due anime distinte: l’Istituto di Storia Contemporanea del Movimento Operaio e Contadino, a lungo diretto dal prof. Alessandro Roveri e il Centro Studi Don Minzoni, che ebbe tra gli animatori il partigiano cattolico Giorgio Franceschini. Insomma, due veri e propri poli d’attrazione per l’intero mondo della cultura ferrarese e, in quegli anni, laboratori di discussione e sintesi ante litteram tra le grandi culture politiche che animarono la Prima Repubblica.

Foto di Astrid Nielsen

Di quella intensa stagione rimane ancora traccia nei cimeli, nelle riviste e nei volumi – oltre 20 mila – conservati presso la sede di vicolo S. Spirito 11, all’interno del magnifico chiostro cinquecentesco che oggi ospita uno studentato universitario. E nella stessa passione che anima i volontari, molti dei quali studenti universitari che hanno conosciuto l’Istituto attraverso un tirocinio o durante la stesura della tesi di laurea. Ragazzi e ragazze come Giulia, che da un po’ di anni gestisce nel tempo libero la segreteria organizzativa dell’Istituto e a breve pubblicherà un’accurata ricerca sulla storia artigianato ferrarese dall’Ottocento ai giorni nostri (“Arte e Bottega”, Este Edition), e Vito che organizza i cineforum per le scuole. Ma anche professori affermati, impegnati nel Laboratorio di Didattica della Storia: punto di riferimento accreditato e riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca come Ente formativo per insegnanti di ogni ordine e grado, costantemente impegnato nell’elaborazione di percorsi didattici all’avanguardia e nell’organizzazione dei corsi d’aggiornamento. Infine non bisogna dimenticare il gruppo di ricercatori guidati dal dott. Michele Nani, impegnati ad esplorare i meandri dell’Ottocento ferrarese (i risultati sono già consultabili in parte sul sito www.ottocentoferrarese.it).

Sono veramente tante le attività svolte durante l’anno: dal prestito bibliotecario all’organizzazione di iniziative e seminari, dall’aggiornamento del sito alla catalogazione dei volumi, fino all’inventariazione degli imponenti archivi storici del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana locali che conservano mezzo secolo di politica ferrarese. L’Istituto di Storia Contemporanea è affiliato alla rete nazionale INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) e ogni anno collabora con i comuni della provincia per le celebrazioni delle principali ricorrenze storiche: Festa della Liberazione (25 aprile; Festa della Repubblica (2 giugno); Giorno della Memoria (27 gennaio); Giorno del Ricordo (10 febbraio), Ricorrenza dell’eccidio al Castello estense (15 novembre), descritto da Bassani nel celebre racconto La lunga notte del ’43. Solo per citare le principali. In queste e tante altre occasioni collabora attivamente con l’Università, il Meis, l’Istituto Gramsci, l’Anpi e tante altre associazioni culturali cui mette volentieri a disposizione spazi ed esperienza.

Già perché in tempi di spending review è indispensabile fare squadra. Lo sa bene la prof.ssa Anna Quarzi che sta guidando la delicata transizione istituzionale dell’Istituto ferrarese iniziata ormai un anno fa, quando è venuto meno l’appoggio economico della Provincia che dovrebbe cessare le sue funzioni l’anno prossimo. «La nostra forza oggi più che mai sta nel “volontariato culturale” – ci tiene a precisare Quarzi -, e i giovani non si tirano certo indietro. Nel nostro piccolo cerchiamo comunque di venire loro incontro mettendo a disposizione gli spazi per studiare e consultare libri o documenti».

Una piccola boccata d’ossigeno arriva anche dai bandi nazionali ed europei, ma i finanziamenti per i progetti e la gestione del patrimonio documentale sono ridotti al minimo: così, in accordo con il Comune, si punta a trasformare l’Istituto in una vera e propria associazione aperta a cittadini ed enti locali. Per ora il progetto è un work in progress, ma tra libri e vecchie riviste si tasta con mano l’ottimismo della volontà.

P.S.: Tutte le informazioni sulle iniziative e i contatti dell’Istituto di Storia Contemporanea si trovano sul sito www.isco-ferrara.com. Le sale e la biblioteca sono aperte da Lunedì a Venerdì.

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.