Avete presente quei bei mercatini colorati di maglioni logori della nonna, di scarpe spaiate nei cartoni, di orologi senza lancette e di ferri da stiro anni ’40? Bene. Quello NON è vintage. Quindi qual è la differenza tra un maglione vintage e uno della nonna? Per capirne un po’ di più andiamo a prendere un caffè con il papà del Vintage Festival di Ferrara, Giorgio Paparo. Giorgio indossa una sua creazione: un anello anni ’50 fatto con un bottone d’epoca. Perfetto esempio di artigiano più design, di Popdesign, la sua collezione di eco-gioielli insoliti e divertenti. Insieme a Giorgio anche Massimiliano de Giovanni, il segretario di Officina Dinamica, che abbiamo già conosciuto al TagFestival durante quest’ultimo Internazionale.

I professionisti dell’Officina Dinamica non stanno mai fermi. L’associazione, di cui la veneziana Roberta Lazzarini è presidente, è nata appena a marzo di quest’anno ma sta già facendo parlare di sé. Oltre a Massimiliano, cuoco creativo e sceneggiatore di graphic novel, all’Officina lavorano la grafica Silvia Ungaro, l’architetto Maria Elena Mantellini, il geologo Sergio Rigolini e Giorgio, designer e fotografo. Cos’hanno in comune un geologo e un designer? C’è Ferrara di mezzo e la voglia di valorizzare la città favorendo un turismo più responsabile.

Ma veniamo al Festival che si terrà per ben tre giorni (22, 23 e 24 novembre) agli Imbarcaderi del Castello. Già se si scorre il programma http://www.officinadelvintage.it/?page_id=111 ci si rende conto che no, non è il solito mercatino del vintage. “ Il termine vintage è spesso travisato” spiega Giorgio girando il cucchiaino nella tazzina del caffè. “Non è il tempo che è passato a rendere un capo vintage. Un prodotto H&M non sarà mai vintage, neanche tra venti o trent’anni. Il termine viene da vendange, vendemmia. Come le annate buone di vino. Il vintage ha a che fare con il recupero e la rivalutazione del passato”. Insomma, il vintage non è  “roba vecchia”. “Anzi” corregge Massimiliano “può anche non essere affatto usato, possono essere vestiti non andati in produzione o prototipi. La manifattura, la materia prima d’eccellenza non si rovinano col tempo. Oggi il vintage è anche vintage di ricerca, ci sono grandi remakers che attualizzano pezzi del passato andando a ritroso nella storia, riproponendo il passato in una veste nuova e la moda con la M maiuscola li ha notati. Le grandi case di moda sono sempre alla ricerca di pezzi vintage, è la campionatura della loro storia se ci pensi”.

Foto di Andrea Bighi

“ Ma cosa proponete di diverso? In Italia le manifestazioni vintage, anche di qualità, non mancano”. “Vero” annuisce Giorgio “ma sono più che altro mostre mercato. Noi offriamo molto di più”. Questo molto di più è talmente tanto da far girare la testa: concerti, aperitivi, mostre come quella di Carosello, dimostrazioni di cucina con un menù vintage, un set di trucco e parrucco a disposizione dei visitatori, anche un set fotografico dove si può posare per una foto vintage. E poi incontri con celebrità locali, come la nostra stilista ed esteta Elena Massari che incanterà il pubblico sabato 23 alle 16 di pomeriggio parlando dei suoi abiti silenziosi. Tutto compreso nel biglietto all’ingresso, tre euro per un salto indietro nel tempo. Moltissimi gli ospiti da fuori: Federico Chiara, la firma di Vogue, per un viaggio di costume attraverso le copertine della rivista, in cui si riflettono gusti, crisi e benessere degli italiani o Clitzia Incorvaia, fashion blogger ed ex showgirl di Chiambretti che parlerà di come si gestisce il vintage, di come si può mescolarlo anche con un vestito preso al mercato mercoledì mattina.

E poi c’è la mostra mercato. “Abbiamo selezionato una trentina di espositori” spiega Giorgio “vere eccellenze del vintage, privilegiando la varietà: non solo vestiti, ma anche scarpe, borse, occhiali, accessori. Le richieste sono state tantissime. Se penso che siamo alla prima edizione non ci possiamo proprio lamentare”.  Una delle eccellenze sarà Castadiva, un’istituzione nel settore vintage, tanto che alcuni suoi pezzi sono in mostra al museo d’arte di Amsterdam, girano il mondo insomma.  “ Si, diciamo che non ci saranno privati che svuotano la cantina” ride Massimiliano” ma professionisti del settore”. Il riciclo è parte integrante del vintage ed anche è lo spirito che anima l’Officina Dinamica. L’arte artigiana di ridare vita ai materiali di scarto è impersonata da designer come Giulia Meloncelli che crea attaccapanni con palle da biliardo o riutilizza cravatte usate come tracolla per borse.

“Come ha reagito la città a questa novità?” Giorgio sorride con gli occhi: “ Ha risposto alla grande, a Ferrara c’è voglia di novità nell’aria. Le istituzioni ci hanno dato appoggio completo, la provincia, il comune, sono stati entusiasti. E’ l’idea  di un festival più culturale che di vendita che ha convinto, di un Festival del vintage non per addetti ai lavori ma che, al contrario, coinvolga la città intera. Quello di incentivare nuove forme di turismo è anche il fine dell’associazione, non la classica gita a Palazzo dei Diamanti, pranzo coi cappellacci e ritorno in stazione. Si, pare che i ferraresi ti seguano se sentono che stai costruendo qualcosa di bello. Infatti questo Festival ha allacciato partnership con molte eccellenze locali, come la collaborazione con il bar pasticceria Duca d’Este, che organizzerà un incontro dedicato al caffè o la degustazioni di birra vintage al MOLO. E non dimentichiamo il Jazz Club:  sabato sera basta presentarsi al Club con il biglietto d’ingresso del Festival per ricevere la tessera in omaggio. E poi c’è Orsatti con i suoi dolci e Kriffi con il suo caffè: c’è Ferrara dietro, la Ferrara di qualità”.

Per essere la prima edizione hanno fatto le cose in grande. In Corso Giovecca sventola uno striscione gigante e la città è tappezzata di poster. E anche il castello come biglietto da visita non è niente male. “ Oh si” fa deciso Giorgio “Il vintage ha bisogno di un set caldo e accogliente, non di una fiera asettica con la luce al neon”. Un posacenere anni ’60 rosso fuoco troneggia sul tavolo. E’ solo un assaggio. Vi aspettiamo al Castello, venite a giocare col passato, ad ascoltare l’anima dei vestiti, ognuno di loro ha una storia da raccontare. Il vintage non è statico o da museo, è vivo, si muove. E vi aspetta.

2 Commenti

  1. Stefano scrive:

    Un altro weekend di qualità a Ferrara. Già i Buskers, Internazionale, Fe sotto le stelle ci facevano risplendere. E’ incredibile quanto questa città sia così spesso al centro delle cose!

  2. matteo scrive:

    interessante!

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