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Centro Sociale La Resistenza Ferrara · 23 aprile 2016 - 25 aprile 2016

23/24/25 Aprile I Giorni della Liberazione

Dove

Centro Sociale La Resistenza Ferrara
via della Resistenza 32-34, Ferrara

Quando

da 23 aprile 2016 · ore 15.00
a 25 aprile 2016 · ore 22.00

Info

Organizzatore:
Centro Sociale La Resistenza Ferrara

SABATO 23 APRILE
ore 15:00 Ritrovo Corso Martiri della Libertà (4s)
STAND UP FOR YOUR RIDE https://www.facebook.com/events/255372708135773/
Ciclo corteo antifascista con Arrivo al C.P.S. La Resistenza
APERITIVO PER TUTT*

DOMENICA 24 APRILE presso C.P.S. La Resistenza
Ore 17:00 TEATRO PER BAMBINI
“I musicanti di Brema”
dalla favola dei fratelli Grimm
Regia di Marco Cantori http://www.teatroperdavvero.it
A SEGUIRE MERENDA PER TUTT*

LUNEDI 25 APRILE presso C.P.S. La Resistenza
ore 10:00
Biciclettata attraverso i luoghi simbolo della
Resistenza ferrarese. A cura di Alessandro Gulinati
ore 12:30 Pranzo sociale (vegan e non)
Animazione bimbi e Infoshop
ore 16:00 Live!
KARADELL (folk rock)
AFREAK (roots reggae/dub)

CUCINA SEMPRE APERTA DURANTE TUTTA LA GIORNATA

Ingresso con tessera ANCESCAO

Il 25 Aprile 1945 l’esercito nazi-fascista si arrende e lascia l’Italia dopo le insurrezioni partigiane, ponendo fine all’occupazione tedesca in Italia.
Ogni anno ci troviamo a festeggiare la Liberazione e ci impegniamo perché non sia una sterile commemorazione, bensì il proseguimento di una lotta contro il razzismo e la discriminazione.
Anche quest’anno riteniamo fondamentale intraprendere un percorso che raccolga il testimone dell’eredità partigiana per una società libera, equa, giusta e quindi capace di accogliere e includere.
Anche nella nostra città è importante rispondere con forza ai fascismi del terzo millennio: da Casa Pound alla Lega, da Fratelli d’Italia a Forza Nuova, assistiamo a un ritorno prepotente
e subdolo che, sfruttando la crisi economica e sociale, trova radicamento nell’incapacità delle istituzioni di rispondere concretamente ai bisogni della cittadinanza.
Di fronte a politiche economiche e sociali che non garantiscono una vita degna a tutte e tutti in ogni parte del mondo, i movimenti neo-fascisti rispondono attraverso logiche escludenti che minano le fondamenta che si sono trasmesse dalla lotta partigiana.
Si sta innescando un’infausta e rischiosa guerra tra poveri: il dramma dei profughi e dei paesi che li ospitano, lo scontro tra lavoratori autoctoni e non, il “prima l’italiano povero”, sono solo alcuni esempi di come il capitalismo mina la coesione tra soggetti che dovrebbero essere antagonisti al sistema anziché avversari tra loro. Come possiamo togliere terreno alla demagogia e al populismo fascista?
Innanzitutto ricreando nuovi fronti popolari, guardando al “diverso” come una ricchezza, alle difficoltà di tutti i disoccupati come un tema centrale e unitario, alle guerre finalizzate al
controllo delle risorse energetiche come crimini contro tutta l’umanità.
Le vittime di questo sistema sono i nostri primi alleati.
Brecht ha detto “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”, noi, purtroppo, ne abbiamo avuto bisogno. Proprio grazie a quegli eroi, ai nostri partigiani, abbiamo potuto recuperare libertà e dignità. Come ci hanno insegnato, non possiamo immaginarci una società del benessere costruita sulle sofferenze e lo sfruttamento degli ultimi.
Sentendoci tutti ugualmente figli di un modello di (contro) sviluppo che mira alla disgregazione dei valori di solidarietà, inclusione e fratellanza ci immaginiamo un 25 Aprile che percorra i punti nevralgici della città dove chi specula sul disagio solo per biechi motivi politici senta forte la nostra risposta. Alla logica securitaria e del terrore, contrapponiamo un’alternativa fatta di coscienza di sé e conoscenza dell’altro, di coltivazione di rapporti e scambi interpersonali. Senta forte la nostra proposta: cambiare radicalmente la nostra socialità, riappropriarci degli spazi fisici della città, senza delegare decisioni in nome di una
fantomatica “democrazia”, ritornare a prassi mutualistiche in un’ottica di comunità capaci di lasciarsi contaminare in un reciproco scambio di valori.
Senta forte la nostra soluzione: solo grazie a una reale cultura antifascista possiamo debellare il seme dell’odio instaurando, al posto di un triste senso di appartenenza ad una razza o a una specie, un senso di compartecipazione mirato a un’unità di classe che sia antirazzista, antisessista, antifascista.
Per un giorno della Liberazione fatto non solo di antiche Resistenze ma di nuove Esistenze.


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