L’ebraismo è una religione fatta di domande, di curiosità verso il mondo che ci circonda. Hai fatto buone domande oggi a scuola? chiedeva a tavola il padre di famiglia al figlioletto in un aneddoto significativo raccontato da Dario Disegni, Presidente della Fondazione MEIS, durante il taglio del nastro della mostra LO SPAZIO DELLE DOMANDE. Mostra che inaugura da oggi anche un nuovo spazio verde tra i cantieri in piena attività del MEIS, il Giardino delle domande, con un percorso didattico tra le piante davvero originale. I lavori proseguono serrati tutto intorno per arrivare all’apertura il 13 dicembre prossimo di un secondo edificio, da unire a quello già esistente su via Piangipane, che in molti hanno avuto modo di visitare in questi anni.

Che cos’è per te l’ebraismo? Come lo celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo? Sono i quattro grandi interrogativi che la nuova mostra del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah pone al visitatore, stimolandolo a trovare le risposte in modo originale e interattivo. Il percorso invita le persone a cercare le risposte attingendo a 360 gradi dalla cultura ebraica: molto interessanti sono le video interviste – inedite – realizzate dal regista Ruggero Gabbai a sette ferraresi sulla loro identità ebraica. Marcella Ravenna e Jose Bonfiglioli, Marcello Sacerdoti e Baruch Lampronti, il rabbino capo di Ferrara, Rav Luciano Caro, e il presidente della Comunità Ebraica cittadina, Andrea Pesaro, affiancato dal nipote Alessandro, raccontano ampi brani del loro vissuto e il significato che attribuiscono all’ebraismo e alle sue tradizioni.

Grazie al lavoro di ricerca del musicista Enrico Fink si è riprodotta nell’ultima sala una intera strada di botteghe e abitazioni ebraiche in scala, con tanto di burattini, così come si sono raccontate e documentate le regole e i costumi tipici del rito nuziale ebraico, con ampi materiali forniti dallo stesso Fink.

Foto di Giacomo Brini

Ma dicevamo del giardino delle domande, luogo di naturale prosecuzione della mostra per una passeggiata suggestiva in quella che sembra essere a tutti gli effetti un’installazione artistica. L’approccio è ludico e si concentra sulle abitudini culinarie ebraiche. Piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana (gli aromi utilizzati per l’Havdalah, la preghiera di fine Shabbat) disegnano quattro diversi itinerari, ciascuno associato a un alimento: uova, pesce, carne e latte. Dopo aver letto i pannelli esplicativi della kasherut (la normativa ebraica sul cibo), i visitatori si trovano davanti a delle biforcazioni e devono decidere qual è la strada giusta da imboccare. Attraverso odori e sapori, scoprono così quanto la cultura ebraica sia differente, ma anche affine, alla loro, ricompensati all’arrivo da una piccola oasi di relax dove trascorrere del tempo all’aperto durante o dopo la visita al museo. Oggi un luogo privilegiato per assistere ai lavori del cantiere intorno, domani sicura attrattiva per scolaresche e gruppi di visitatori guidati.

Per chi fosse curioso di vederli, mostra e giardino sono aperti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, fino a mercoledì 27 settembre 2017. Il biglietto intero costa 7 euro, (4 il ridotto per i titolari di MyFE Card e studenti universitari), ingresso gratis per i minori di 18 anni. In anteprima intanto vi lasciamo con qualche foto dell’inaugurazione per sbirciare cartelli e piante di questo giardino del tutto particolare!

Foto di Giacomo Brini

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