Dopo il duro niet dalla Soprintendenza alla realizzazione di una nuova edizione del cielo di ombrelli di via Mazzini – che aveva suscitato non poche proteste e malumori tra i commercianti di via Mazzini e via Saraceno – una nuova polemica sembra scoppiare in queste ore andando a colpire un’altra manifestazione da sempre molto cara ai ferraresi: il Buskers Festival.

Se il cielo di ombrelli non rappresentava alcun “elemento di novità” nelle motivazioni date dal funzionario della Soprintendenza Keoma Ambrogio, cui ha fatto sponda l’assessore al commercio Roberto Serra, a quanto pare anche il Buskers Festival rientrerebbe tra quelle iniziative ormai da ripensare in nome di una maggiore originalità.

Non capiamo come si possa proporre di nuovo un Festival di strada con le stesse modalità da 30 anni – si legge in una richiesta di incontro con gli organizzatori presentata proprio ieri dalla Soprintendenza – suonano sempre i soliti nomi, in quei giorni non si trova mai parcheggio e i cartomanti che leggono le carte non ci hanno francamente mai preso. È ora di ripensare da zero a questa proposta artistica che riempie la città di turisti ogni estate, magari iniziando anche a dare ad ogni gruppo che si esibisce adeguate calzature per un maggiore decoro complessivo.”

Esulta l’opposizione che su alcuni profili Facebook in serata ha accolto con favore alla proposta: “Suoniamoli a casa loro”, “Facciamoli esibire solo in via Mazzini così risolviamo il problema di entrambi”, sono solo alcuni degli status shock che sono comparsi in brevissimo tempo online.

Anche gli organizzatori del Buskers Festival, come in precedenza i commercianti di Mazzini, hanno provato a reagire rilanciando con forza alle “assurde richieste ricevute”, ma per smorzare ogni polemica e dimostrarsi aperti ad ogni suggerimento hanno pensato di cavalcare l’onda emotiva del ritrovato tifo collettivo verso la SPAL. “Proporremo agli artisti invitati, quest’anno provenienti da New York, di esibirsi con la maglia della SPAL in omaggio calcio cittadino, così faremo capire da subito agli spettatori quali sono i musicisti accreditati e quali invece gli abusivi.” Divertito il buskers ad honorem Scabbia che rivendica l’utilizzo della divisa spallina fin dai tempi della C2, senza imposizioni di nessuno.

In attesa delle decisioni che prenderà la Soprintendenza, per oggi alle 16 è previsto il sit-in sotto i suoi uffici dei proprietari preoccupati di mongolfiere, pecore, biciclette, interni verdi e bancarelle di mistocchine. Come dire: va bene il cambiamento e il progresso e il cambiamento ma a tutto c’è un limite, non vogliamo essere presi a pesci in faccia anche noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Commento

  1. CLAUDIO CASTELLARI scrive:

    I signori della Soprintendenza devono soffrire di una specie di “complesso di superiorità”: dove sta scritto che che si deve per forza cambiare perchè ormai funziona (bene) da molto tempo? La formula, se funziona, va bene così, diversamente dovremmo “rivoluzionare” anche il Festival di Sanremo, la sfilata dei carri di Viareggio, il Palio, che vanno avanti da ben più di trent’anni….

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