Di Jazz Club Ferrara ce n’è uno, come lui non c’è nessuno. Considerato il miglior jazz club italiano, per il secondo anno di fila vincitore del riconoscimento Great jazz venue, quello strano contenitore che fa da vedetta ai margini della città e al contempo si mimetizza tra le possenti mura di Ferrara non smette di stupire. Prendi un jazzista che ti piace, beh, ti sentirai un po’ spaesato nell’apprendere che lui dal Jazz Club c’è passato di sicuro. Non temere, però, non tutto è perduto. È scattata solo da poco più di una settimana la seconda parte della stagione al Torrione, che vede in cartellone oltre quaranta serate.

L’intento di Listone Mag, questa volta, è di proporre dieci concerti – più o meno – che compongano una Playlistone in chiave jazz utile per scegliere il concerto giusto nel momento giusto (e con la persona giusta, of course). A chi chiedere consiglio se non a lui, il direttore artistico del Jazz Club? O meglio, il miglior direttore artistico d’Italia (bis) per Jazzit? Ecco i suggerimenti di Francesco Bettini, un passato da restauratore e ora sperimentatore di spazi, luoghi, menti, oggetti, collaborazioni, concerti con minimo comune denominatore sempre lui, il jazz.

  1. Il concerto per cuori selvaggi

    Visto il carico di Watt a cui saranno sottoposte le orecchie del pubblico, direi il live “Another Day in Fuckin’ Paradise” del Fred Frith Trio, in programma per sabato 18 febbraio. In fondo amare e un po’ pogare!

  1. Il concerto per Luca, l’amico mio che non è mai stato al Jazz Club

    Quello del Dave King Trio, completato da Bill Carrothers e Billy Peterson (al Torrione sabato 28 gennaio). Attualmente, uno dei più ispirati piano trio che si possa ascoltare al mondo. Se Luca lo sente, sarà tuo per sempre, o alle brutte, si innamorerà del jazz.

 

  1. Il concerto naïf

Difficile a dirsi visto che gli artisti che si esibiscono al Torrione sono tutti professionisti. Forse quello che più si accosta alla naïveté, semplicemente poiché è un po’ fuori target, e magari perché vede la presenza di un cospicuo numero di musicisti in erba, è l’operetta rock “L’antica essenza del teatro”, la cui formazione vede impegnati molti studenti del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara (venerdì 3 febbraio).

 

  1. Il concerto per quelli che non capiscono il jazz

    La serata di musica di elettronica organizzata dall’associazione Reverb che prevede i dj set di Raffaele Costantino e dei Nu Guinea, e il live set del batterista Tommaso Cappellato (venerdì 24 febbraio). Attenzione però! Alcuni elementi del jazz non mancheranno…

  1. Il concerto che sì, dai, facciamoci un regalo e non pensiamoci più

Quello più costoso, e forse il più prestigioso. Il trio Reflex di Steve Coleman (1 aprile). Una bella botta di groove ipnotico di oltre due ore…

  1. Il concerto per scappare dall’Italia

Moltissimi vista l’esterofilia di buona parte del palinsesto, ma se l’esotismo deve far da padrone, consiglio o il gruppo latin Guantanamo (3 marzo), o il weekend jazz samba di venerdì 21 e sabato 22 aprile con giganti del genere come Chico Pinheiro, Nilson Matta e Jaques Morelembaum.

  1. Il concerto per rimanere in Italia

Il trio Bobo! Formato per due terzi dalla band di Elio e Le storie tese… ( sabato 4 febbraio).

  1. Il concerto per gatti

Nello slang del jazz i cats sono gli stessi jazzisti. Quindi direi tutti i concerti! Ma vista la domanda consiglio quello del Roberto Gatto International 4et in programma per sabato 8 aprile.

  1. Il concerto per chi compra le pomate per la barba (sì, esistono e lottano insieme a noi)

Uno dei live mensili della Tower Jazz Composers Orchestra (17 febbraio, 17 marzo e 28 aprile). Su 22-23 musicisti dell’ampio organico, la metà non conosce lamette, ma è solo un caso perché sono tutti hipster nell’animo e non nella forma.

  1. Il concerto per chi ha i calzini bucati

    Oddio! Tutti, almeno per me, visto lo stato dei miei di calzini…

 

  1. Il concerto per chi, nella vita, vorrebbe fare il giardiniere

Quello dei Naigartèn Klezmer di venerdì 27 gennaio. Naigartèn prende spunto da un tipico vitigno semi-scomparso del bolognese. Inoltre, uno dei ragazzi fa davvero il giardiniere. Può dare dritte notevoli sia sulla musica sia sulla cura del proprio spazio verde.

 

  1. Il concerto per chi ha crisi interiori

Il quintetto Soweto’s Guns (lunedì 27 marzo). Con due tenoristi dal fraseggio torrenziale come Carlo Atti e Edoardo Marraffa, impegnati in un “duello” senza esclusione di colpi, non c’è spazio per crisi interiori…

 

  1. Il concerto per chi tifa Spal

Uno in cui sia presente Alfonso Santimone. Pianista, compositore, arrangiatore e tifoso di cui la nostra città non può che esserne fiera. Paradossalmente, in questa parte di stagione, lo si può ascoltare solamente con la TJCO o, occasionalmente, alle jam session del lunedì sera.

 

  1. Il concerto per chi “nel 2017 giuro che divento vegetariano”

Imperdibili tutti i concerti sotto la sigla Monday Night Raw anticipati, come di consueto, dall’aperitivo lucullian-salutista del wine bar del Torrione.

 

  1. Il concerto per farla finita, una volta per tutte, con i 500 anni del Furioso

Quello del quintetto di Giovanni Amato. Lunedì 30 gennaio, primo giorno senza mostra da mesi.

 

  1. Il concerto per chi va a fare l’aperitivo al Jazz Club perché, porca madosga, il buffet così buono a due euro ma chi l’ha visto mai?

Quello dello splendido trio di Aaron Parks, l’unico con protagonisti assoluti del jazz internazionale che cade di lunedì (24 aprile), ma trattandosi di un prefestivo è prevista la cena alla carta e non l’aperitivo a buffet. Fregati!

 

  1. Il concerto per chi non ama i numeri pari

Il quartetto Passport in cui, assieme a Pietro Tonolo e Marc Abrams, due percussionisti del calibro di Joe Chambers e Jorge Rossy si alternano costantemente tra batteria e vibrafono, in un costante scambio di strumenti e timbri (11 marzo).

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