Sono tanti gli scalini che dalla Sala dei Comuni portano alla Torre dei Leoni, tanti che non li contiamo, anche se qualcuno approssima un numero. “Centotre”, “Duecentoquarantasette”, “Sono centoventi, comunque tanti”. C’è chi si ferma ogni tanto, per prender fiato, perché uno non si immaginerebbe che tanta è la distanza tra queste due parti del Castello. La curiosità, come la bellezza, per fortuna ha la meglio anche questa volta. Uno dietro l’altro, li facciamo tutti questi scalini e arriviamo a vedere la torre che più è stata colpita dai danni del terremoto, più di quattro anni fa.

Ha riaperto ieri la Torre dei Leoni, quella torre che ha fatto il giro del web ed è finita sui giornali, nel maggio 2012, tutta smangiucchiata e fragile. Le scosse del 20 e del 29 maggio provocarono notevoli danni a molte parti del Castello, ma soprattutto alla torretta dei Leoni, che subì un parziale crollo. Dagli iniziali lavori per la messa in sicurezza, a cui hanno partecipato anche i cittadini con delle donazioni, fino agli ultimi lavori, che ora la rendono di nuovo finalmente agibile. Strutture reticolate metalliche e murature con materiali più resistenti ci ridonano la Torre come nuova.

Che dalla Torre dei Leoni si veda tutta Ferrara (e oltre! sempre se non c’è nebbia…), non è una novità. Si tratta infatti di un’antica torre di avvistamento, già presente nel XIII secolo e inserita lungo la cinta muraria che allora delimitava e controllava la città a nord. Da questa vecchia torre, sorse poi il Castello, che l’architetto Bartolino da Novara allungò da una parte e dall’altra, in un quadrilatero con altre tre torri: la Marchesana, quella di San Paolo e quella di Santa Caterina. Era il 1385.

Foto di Andrea Bighi

A volerlo fu il marchese Niccolò II d’Este, che aveva bisogno di uno strumento di controllo politico e militare, una macchina inespugnabile contro le imponenti rivolte popolari, che si inasprivano con l’aumentare delle tasse. Ecco il perché dell’esistenza di torri e ponti levatoi, anche se nel tempo il Castello Estense si trasformò da baluardo militare a lussuosa reggia dinastica. E adesso? Adesso che la Provincia è smantellata, al Castello non resta che darsi tempo per gli ultimi lavori (7 milioni di euro per sistemare le quattro ale del palazzo, le cui mura devono essere meno svincolate tra loro per attutire possibili nuove scosse, per intervenire su via Coperta e per restaurare gli affreschi del piano nobile), che avranno fine – a fare un rapido calcolo – non prima della fine del 2019. Cosa ospiterà il Castello, oltre alle mostre, ai saloni d’onore e alle prigioni di antica memoria, non si sa ancora, ma bisognerà capirlo presto. Valutare i progetti che arriveranno, le proposte più interessanti.

Ma torniamo alle altitudini della Torre dei Leoni. Passiamo la porticina di legno che porta bene i suoi anni e andiamo sulla balaustra della torretta, dove poter ammirare a 360 gradi Ferrara. “Andrea, vedi casa tua da qui?”, “Sì, dev’essere più o meno là, e la tua invece?”, “Chissà, sicuramente dopo quel campanile lì”. Sembra di essere a Italia in miniatura. Un piccolo teatro vicino a noi e le sue quinte, una rotonda Foschini in formato mignon e il suo buco, la Torre dell’orologio in fondo alla strada, il Grattacielo, tante piccole macchine e di persone. E poi una distesa infinita di case e casine, palazzi e palazzetti, lo stadio, viale Cavour, case di amici la cui distanza è calcolata a spanne. La foschia si alza per un attimo prima di piovere a dirotto, e ci lascia intravedere i confini di questa nostra incredibile città.

Oggi e domani, sabato 15 e domenica 16 ottobre, sarà possibile fare una visita raccontata da Itinerando, dalle 11 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30. Per l’accesso alla torre è previsto un supplemento di 2 euro al biglietto di entrata alla mostra. Per la riapertura, la Torre dei Leoni sarà poi illuminata di sera, fino al 23 ottobre.

2 Commenti

  1. Paola scrive:

    Articolo iinteressante. Complimenti per le belle foto.

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