C’è un momento, in molti film di David Lynch, in cui sembra chiaro a tutti che stia avvenendo una cesura netta con la storia fino ad allora raccontata. Succede qualcosa in una scena e in quella dopo è già mutato il contesto, la storia, i personaggi. È cambiato il film. In realtà, basta far passare qualche minuto per capire che ci si trova semplicemente dall’altra parte dello specchio. Alcuni attori sono gli stessi, ma vivono ora in mondi diversi, in una storia opposta, nuova, che al contempo segue la precedente senza troppe spiegazioni. Così capita a volte anche fuori dai film, nella vita vera. Capita ad alcune agenzie, come Cesura per affrontare a testa alta la fine del fotogiornalismo alla Grazia Neri, capita ai musei, come quello di Casa Romei, che non può più accontentarsi di essere solo e semplicemente l’edificio meglio conservato del Quattrocento ferrarese.

Così Casa Romei apre le sue porte a una veste nuova e al contempo passata. Mantiene la sua grazia e la fa dialogare con il contemporaneo. Riprende però anche qualcosa di già visto, che molti avevano dimenticato. Il primo a portare una mostra nell’edificio di via Savonarola fu infatti Franco Farina, storico e innovativo direttore di palazzo dei Diamanti. Nel 1963 scardinò ogni vecchio metodo espositivo visto a Ferrara, portando a Casa Romei una mostra su Boldini, foderando di raso turchese gli spazi che per la prima volta si relazionavano col moderno.

Così domani 24 settembre inaugura ‘Cesure, an exhibition by Cesura’ a cura di Nicola Patruno e Andrea Sardo, dove le opere conservate a Casa Romei e una selezione di fotografie e video degli autori di Cesura dialogano tra loro. Gli elementi storico-artistici dell’edificio quattrocentesco danno il via a un racconto fatto di immagini di cronaca contemporanea, provenienti da tutto il mondo. Dagli scatti provenienti da un fronte di guerra a una scena di vita quotidiana, si creano paralleli percorsi di lettura, dove temi come la fragilità, la metamorfosi, il potere, la condanna si rincorrono da un secolo all’altro, tra le sale della residenza signorile.

Foto di Eugenio Ciccone

Dentro Casa Romei. Esempio unico rimasto in città, Casa Romei unisce nella sua struttura il Medioevo al Rinascimento. L’architetto, con molta probabilità Pietrobono Brasavola, utilizzò elementi medievali accanto ad altri pienamente rinascimentali, senza sforzo alcuno di fusione. Fu costruita dal mercante di spezie Giovanni Romei, intorno alla metà del XV secolo, e abbellita in occasione delle nozze con Polissena d’Este. Proprietà dello Stato dal 1898, l’edificio venne trasformato in museo nel 1953, accogliendo raccolte di affreschi staccati, statue e lapidari provenienti da edifici cittadini. E ora? Ora Casa Romei ha deciso di trasformarsi in spazio vivo, nuovo e contemporaneo, pur mantenendo intatto il proprio passato, tutto da preservare e da far conoscere.

Cesura prima di Cesure. “Abbiamo fondato Cesura nel 2008 – spiega Luca Santese, ideatore della mostra e tra i membri del collettivo di fotogiornalisti –. Decisi a vivere di fotografia, abbiamo unito le forze e creato un gruppo indipendente capace di produrre in completa autonomia i propri progetti fotografici”. Il gruppo iniziale è composto da sei ventenni. “La nostra esperienza comune è stata quella di poter lavorare a fianco di Alex Majoli, fotografo per Magnum e nostro maestro. Dopo la chiusura di agenzie come quella di Grazia Neri – continua Luca Santese –, è venuto meno ogni rapporto di vantaggio per chi voglia fare del fotogiornalismo la propria professione. Allora perché farci maltrattare da un’agenzia? Ci siam detti: creiamola noi. Così abbiamo fatto”. Indipendenza nella produzione e nella lavorazione delle immagini, massimo controllo del processo, tutto fatto internamente da Cesura. Il sistema è quello delle vecchie botteghe, dove si tramandava il lavoro imparandolo da mani e occhi più esperti. Attento ai temi sociali, Cesura è un’ibridazione tra linguaggio artistico e quello fotogiornalistico. Cesura è anche laboratorio di stampa autonoma che utilizza tecniche sperimentali, oltre che casa editrice indipendente. Il collettivo è composto da professionisti che in media hanno trent’anni e Pianello Val Tidone, in provincia di Piacenza, è la loro base.

Foto di Eugenio Ciccone

Cesura con Cesure dentro Casa Romei. “Questa per noi è un’occasione unica, molto diversa dall’idea di attaccare quattro chiodi alle pareti e via – commenta Santese –. Questo modo di esporre fa interagire i nostri lavori con le opere d’arte presenti nel palazzo e con Casa Romei, opera d’arte a sua volta. Ogni cosa entra in dialogo, a volte anche in opposizione, ma fa interagire i temi di attualità delle nostre fotografie, che descrivono il mondo degli ultimi cinque anni e in alcuni casi anche degli ultimi quattro mesi, con tematiche già rappresentate nei secoli scorsi, presenti alle pareti di Casa Romei. Il purgatorio, la sofferenza, la fragilità, l’ibrido, sono tutti temi universali che riescono a dialogare anche se a distanziarli sembra esserci un abisso”. L’idea di fare una mostra simile nasce da una visita casuale di Luca alle sale del museo. È amore a prima vista. “Ci piaceva l’idea di questo salto temporale tra ieri e oggi. E per questo l’abbiamo chiamata Cesure. Abissi culturali che sembrano sussistere per via del tempo, vengono poi compensati dall’universalità dei temi trattati. La casa meglio preservata del ‘400 ferrarese viene completata dai frammenti di storia di cronaca e dai reportage delle guerre contemporanee. Si crea così un paradosso, dove mondi per sempre distanti per un attimo si uniscono, per poi proseguire ciascuno la propria storia”.

Una sala, un tema: solo tre esempi perché le mostre vanno viste, non spiegate.
1.Terra di mezzo è il Purgatorio così anche Cipro.
Nella sala di San Nicola da Tolentino (santo la cui protezione si invoca per le anime del Purgatorio), la scultura in marmo attribuita ad Alfonso Lombardi si relaziona con una serie di fotografie proiettate, realizzate a Cipro nel 2016. L’isola, una parte greca, una parte turca, ospita una ‘buffer zone’, la zona neutrale completamente disabitata. Un’attuale terra di mezzo, un purgatorio valevole per il transito, non per la permanenza.
2. David e Golia, il momento della condanna. Nella sala cinquecentesca, fatta decorare dalla famiglia Romei a Sebastiano Filippi, detto Il Bastianino, un affresco nel soffitto riprende David che finisce Golia. In un lato della sala, una foto del 2015 raffigura un prigioniero della polizia siriana. È un miliziano dell’Isis, in attesa di giudizio.
3. Fragile, ma non troppo. Nella sala in cui il soffitto ligneo è rivestito di fragile carta meticolosamente dipinta (con una tecnica decorativa ormai scomparsa), è esposta un’installazione di Morehshin Allahyari intitolata ‘Material Speculation’. L’artista siriana ha riscostruito digitalmente la statua di re Uthal, del II secolo a.C., distrutta dall’Isis durante la presa di Mosul in Iraq. L’organizzazione islamista ha diffuso nel mondo il video del gesto nel 2015, Morehshin Allahyari ha creato un file open source della statua, replicabile da chiunque con una stampa 3D.

Cesure, mostra di opere fotografiche e video, è visitabile dal 24 settembre al 9 ottobre al museo di Casa Romei di via Savonarola 30, dalla domenica al mercoledì (8.30-14) e dal giovedì al sabato (14-19.30). Biglietto 5 euro, ridotto 2.50, gratuito con Myfecard. Inaugurazione sabato 24 settembre alle 21. Domenica 25 settembre autori e curatori racconteranno la mostra, in due appuntamenti al mattino e due al pomeriggio. Maggiori informazioni sul collettivo su: www.cesura.it.

1 Commento

  1. Purtroppo, travolto dagli eventi (come spesso si dice) ma in effetti dall’ansia da vernissage (persistente), ho letto il tuo articolo (ahimé) a mostra ferrarese chiusa. Ho trovato estremamente interessante la tematica e il metodo di svolgimento di questa mostra e anche il tuo modo di parlarne, fresco, privo di complicazioni lessicali, spontaneo. Mi é piaciuto, Anja, come ti avvicini alle cose. Non ti ho detto nulla che giá non sapessi ma, al primo “incontro”, che avrei potuto dire di piú senza mentire o adulare inutilmente?
    Detto questo non rimane che salutarci con la certezza che leggeró anche altri articoli (per quanto la cosa possa interessarti)
    A presto allora

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