logo-ferrara-guglie-ombre-red2-gorhic7Muovere il cursore del mouse fino a sorvolare idealmente la città. Fermarsi più o meno all’incrocio fra viale Cavour e via della Cittadella. E accorgersi che proprio in quell’area, descritta dalle coordinate di Google Maps, nella seconda metà del tredicesimo secolo sorgevano una chiesa e un monastero. Due edifici che nel 1831 sarebbero stati venduti e, in seguito, demoliti. Di questa e di altre vicende legate alla storia della città estense si parla nel portale www.ferraranascosta.it. Un progetto finalizzato a schedare edifici, esistenti e scomparsi, di Ferrara, oltre a monumenti, mura e fortificazioni, parchi e giardini, per renderli oggetto di consultazione online. Un lavoro meticoloso, che ha impegnato Simone Zagagnoni e Marco Ardondi, nella realizzazione di oltre duecento schede storiche. E sull’iniziativa, in costante aggiornamento, abbiamo rivolto alcune domande a Simone.

Come è nata l’idea di realizzare il portale ‘Ferrara nascosta’?

«L’idea di creare un portale è solo l’ultima fase di una seria di ricerche e studi appassionati durati molti anni. Fin da bambini la nostra passione per la città antica ci ha portato a occuparci quasi unicamente di questo tema. Negli ultimi anni, poi, mi si è affiancato un caro amico, Marco Ardondi, che ha cavalcato assieme a me l’idea di mettere online un qualcosa che prima d’ora non era ancora stato creato: un elenco completo (a cui ancora stiamo lavorando) di tutti gli edifici e i luoghi di interesse della nostra bella Ferrara. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di questa idea è caduta alcuni mesi fa quando, in via Mazzini, vidi due turisti in bicicletta con libri e mappe alla mano in difficoltà nel muoversi. Mentre maneggiavano la mappa della città, a loro cadevano fascicoli e libri (forse altre guide), con chiaro disappunto. Mi sono detto: e se avessero avuto tutto a portata di tablet o di smartphone? Lì si è accesa la lampadina».

A cosa si deve la scelta del nome?

«Il nome è nato nell’arco di poche settimane. Ci abbiamo pensato a lungo, non è stata una ‘ispirazione divina’. Siamo arrivati a questa soluzione ragionando su un concetto, semplice e diretto che potesse attirare l’attenzione e la curiosità di chi vi capitava sopra. Cosa ci può essere di più interessante, misterioso e, se vogliamo, anche accattivante di un qualcosa di ‘nascosto’? Da qui nasce il nome di ‘Ferrara nascosta’, proprio per dedicarsi a tutta quella città che pochi o nessuno conoscono. Ferrara per molti cittadini è, per la maggior parte, ‘nascosta’ proprio perché viene ignorata l’esistenza di certi luoghi, edifici, chiese e tanto altro».

Quanto tempo avete dedicato alla fase delle ricerche?

«Occupandoci di storia di Ferrara da almeno trent’anni, ci siamo trovati con un bagaglio culturale piuttosto importante. Quindi non abbiamo dedicato tempo per vere e proprie ricerche mirate al solo progetto, piuttosto si può parlare di riorganizzazione delle risorse che in decenni di passione abbiamo accumulato. Poi sì, Marco si è anche dovuto occupare di cercare alcune informazioni attraverso biblioteche e archivi che, sui libri in nostro possesso, erano veramente misere, arricchendo alcuni dei monumenti che già avevamo schedato».

Fra i dettagli che avete scoperto di Ferrara, che cosa vi ha particolarmente colpiti?

«Potrei dire tutto. Amiamo questa città e la riteniamo, come tanti nostri altri concittadini, meravigliosa. Cosa ci ha davvero lasciati di stucco è stato l’alto numero di edifici, civili ed ecclesiastici, che ci siamo trovati dinnanzi al termine della lista. A quelli pubblicati ne andranno aggiunti altri a cui stiamo lavorando; tutta una serie di edifici, importanti dal punto di vista strutturale ma meno famosi dal punto di vista storico, che adornano le vie principali della città, tutti edificati fra il sedicesimo ed il diciannovesimo secolo. Per ovviare a questa mancanza documentaristica, abbiamo realizzato un apposito modulo web, tramite il quale chi vuole segnalare e vedere inserito fra le nostre pagine il proprio stabile, non dovrà fare altro che compilarlo, allegare qualche foto, se ne è in possesso, e quindi inviarcelo».

In che misura la tecnologia e la storia riescono a conciliarsi nel vostro progetto?

«Si integrano benissimo, anzi, spesso la tecnologia viene in aiuto alla storia, fornendo supporti come i siti web, le app e altri supporti multimediali per rendere più interessanti dei contenuti che, altrimenti, rischierebbero di essere immaginati come pesanti e noiosi, ma che in realtà sono tutt’altro. Quest’idea, infatti, nasce proprio dal pensiero che un supporto tecnologico possa aiutare chi si avventura fra le strade di una città come la nostra in cerca di notizie e storia».

Esiste un tipo di pubblico al quale si rivolge?

«Il pubblico a cui si rivolge è un doppio pubblico. Il primo è quello turistico. Spesso li vedo in giro per la città nei soliti luoghi, il Castello Estense, la Cattedrale e, sempre meno in zone interessanti come tutto l’asse viario di via delle Volte, sugli spalti delle Mura del Montagnone, nelle Mura degli Angeli o intorno a chiese come Santa Maria Nuova o San Giovanni Battista. Le guide ferraresi, le vedo sempre impegnatissime con gruppi nutriti di persone e so che fanno un ottimo lavoro. A volte, mi attardo ad ascoltare qualche minuto delle loro spiegazioni ed è bello sentire l’amore e la passione che impiegano in questo lavoro. Questo portale, infatti, non è stato realizzato per sostituire il prezioso lavoro delle guide turistiche che, ogni giorno e con qualsiasi tempo, sono impegnate a far conoscere la città estense a centinaia di persone. Ecco, ‘Ferrara nascosta’ diventerà un implemento, per tutti quei turisti che invece vogliono andare da soli all’avventura della città (io sono uno di quelli quando mi reco in altri centri abitati). Il secondo tipo di pubblico è quello cittadino. Ne conosco molti che vivono nei pressi di palazzi storici e chiese e non sanno nemmeno un briciolo della loro storia. Passi che ad alcuni magari non gliene interessi niente, ci può stare, ma a molti farebbe piacere avere delle informazioni. In questo modo il cittadino, armato del suo device mobile, potrà scoprire tutti i monumenti e i luoghi di interesse della città in cui vive».

Avete già ricevuto alcuni riscontri dopo il lancio del progetto?

«In una settimana di attività, abbiamo raccolto le visite di oltre 150mila utenti di internet e, attraverso Facebook, oltre 1100 like sulla nostra pagina ufficiale. Un successo, considerando il poco tempo che siamo sulla piazza. Riscontri effettivi, li ho avuti, osservando diversi turisti che attraverso il tablet cercavano già notizie della città».

Della sezione ‘Scopri la città’, c’è una sottosezione che desta maggiore interesse fra i visitatori?

«Sì, ci hanno contattato alcune persone di Ferrara per congratularsi e ringraziarci della sezione dei monumenti scomparsi, la quale li aveva lasciati stupiti. Alcuni oggi vivono in zone ove, fino a un secolo fa, magari esistevano monasteri o aree fortificate medievali e lo ignoravano; ciò spinge anche le persone a uscire in strada e ad andare a cercare i luoghi per capire se ancora oggi si possano osservare delle antiche vestigia».

Una seconda fase del progetto riguarderà la mappatura di strade e piazze. Quanto tempo ed energia richiederà?

«Esatto, la fase 2 è già in cantiere e io e Marco siamo già al lavoro. Elencheremo strade, vicoli e piazze, cercando di trovare notizie storiche che le riguardino e creando mappe per mostrare dove siano e che percorso abbiano. In questa fase, se troveremo finanziamenti, il sito dovrà inoltre essere tradotto in lingua inglese al fine di renderlo fruibile anche ai turisti stranieri che, numerosi, raggiungono la nostra Ferrara. Una terza fase vedrà poi… beh, questo ve lo sveleremo più avanti, altrimenti vi roviniamo tutto il gusto!».

Quante cose ha ancora da raccontare la storia di Ferrara ai suoi cittadini e visitatori?

«Tantissime. Come detto in precedenza, esiste ancora tutta una serie di edifici privati che non hanno fatto ‘la storia’ cittadina e che cercheremo di raccontare attraverso il nostro portale. Per questi occorrerà un po’ di pazienza perché dovremo fare ricerche archivistiche, ma prima ancora li dovremo censire per organizzare meglio le indagini. Stiamo anche setacciando la storia locale per la nuova sezione ‘blog’, che vedrà pubblicati articoli a carattere storico-cittadino, alcuni dei quali scritti anche dal preziosissimo collaboratore e amico di vecchia data Paolo Sturla Avogadri, grande appassionato di storia locale e templare».

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