C’è un intero sistema che si regge su una parola chiave. Compatibilità. C’è dello straordinario, infatti, nel momento in cui si scopre che il profilo genetico di un ammalato e quello di un potenziale donatore di midollo osseo, iscritto in un’apposita banca dati, sono compatibili. E proprio da quel preciso momento si profila la possibilità di salvare una vita umana. La sequenza ordinaria degli eventi che conducono alla donazione di questo preziosissimo tessuto molle è oggetto delle attività dell’Admo. A livello regionale, l’associazione è operativa dal 1991, mentre sono dieci le sezioni in cui è organizzata in Emilia Romagna. Responsabile di quella di Ferrara è Teresa Grappa, alla quale rivolgiamo alcune domande.

Da quanto tempo è attiva la sezione ferrarese di Admo?

«La sezione ferrarese di Admo è attiva da quindici anni».

Quali sono le principali attività della sezione?

«Sensibilizzare le persone sul tema della donazione, rivolgendosi a ragazzi e ragazze dai diciotto ai trentacinque anni, in buona salute. Suscitare una riflessione sul fatto che per molte persone che si ammalano di leucemia, l’unica soluzione è il trapianto midollare».

Come si svolge tecnicamente la donazione del midollo osseo?

«Intanto il potenziale donatore si sottopone a un piccolo prelievo di saliva. Nel laboratorio, quindi, viene effettuata la tipizzazione HLA. Elementi che vengono inseriti in una banca dati che, a livello nazionale conta circa 360 mila potenziali donatori, mentre a livello mondiale ne conta 26 milioni. Chi risulterà compatibile con un paziente in vista di un trapianto, verrà poi richiamato per effettuare ulteriori accertamenti che ne indichino l’idoneità»

Statisticamente, quale è la probabilità che vi sia una compatibilità?

«La compatibilità è di una persona su centomila. Essere compatibili è un evento davvero raro».

Quanto tempo un potenziale donatore può rimanere in attesa di donare?

«Si può anche arrivare al caso di trascorrere tutta la vita senza essere mai chiamati».

E in caso di compatibilità, come si svolge la donazione del midollo osseo?

«Ci sono due modalità di donazione. C’è il prelievo del sangue midollare dalle ossa del bacino. La durata è di circa una quarantina di minuti. E poi c’è il prelievo del sangue periferico. Durante questa modalità, il sangue prelevato da un braccio viene separato dalla componente cellulare, che viene raccolta ai fini della donazione, mentre il resto del sangue è reinfuso nell’altro braccio del donatore. In questo caso la durata va dalle tre alle quattro ore».

Quanto è importante la sensibilizzazione in ambito giovanile?

«Importantissima. Io vado in tutte le scuole di Ferrara e provincia per parlare ai ragazzi. Dallo scorso mese di gennaio a quello di maggio, sono 748 i ragazzi iscritti».

Venerdì 15 luglio, alle 18, Palazzo Roverella ospiterà la quarta edizione di ‘Music Emergency’. Ci racconta l’obiettivo dell’iniziativa?

«L’obiettivo è realizzare una raccolta fondi per l’acquisto dei kit salivari per il prelievo. L’iniziativa è giunta alla sua quarta edizione ed è nata dall’idea di tre ragazzi che hanno contattato una serie di dj da tutta Italia per organizzare un momento di festa. Prezzo dell’ingresso è di dieci euro».

Quale è la domanda più ricorrente che vi pone un potenziale donatore?

«I donatori vorrebbero sapere chi è il paziente destinatario del midollo osseo, e se c’è l’occasione di incontrarlo. Una possibilità che non è accordata per ragioni di privacy, ma è comunque prevista l’eventualità di scrivere in maniera anonima al centro che si è occupato della donazione. In ogni caso, quello che emerge da chi ha donato è un profondo senso di ricchezza».

Illustrazione di Simone Campana

Illustrazione di Simone Campana

 

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