Chi è stato a Edimburgo sa quanto gli scozzesi amino il loro paese e vadano fieri delle sue attrattive, per lo più paesaggistiche e naturalistiche. Tutta la Scozia è disseminata di cartelli che indicano ai turisti, con dovizia di particolari, ciò che può essere fonte d’interesse durante i molti percorsi suggeriti: dalle indicazioni, con binocoli e cannocchiali a disposizione, per avvistare la fauna selvatica, all’offerta di visite all’interno di distillerie, o naturalmente per segnalare la presenza e raccontare la storia di castelli e di edifici antichi.

Loch-Ness-Monster

Reali o leggendarie, le meraviglie della Scozia sono ovunque orgogliosamente comunicate. Sapendo bene quanto questo amore per il proprio Paese abbia poi fruttuosi riscontri economici.

In una freddissima vacanza là, diversi anni fa, mi sono ritrovata ad assistere, dentro un “museo” ad hoc dal salatissimo biglietto, ad un filmato dedicato a Nessie, il tanto famoso quanto improbabile mostro di Loch Ness. Un video noiosissimo, in cui si viaggiava tra le alghe del fondo del lago, ovviamente senza vedere altro che quelle. Eppure un continuo flusso turistico visita quel museo virtuale e arricchisce le casse scozzesi.

È finita da qualche mese a Ferrara la mostra straordinaria che ha riportato in città, dopo giusto un secolo, i capolavori pittorici della Metafisica nati qui negli anni della prima guerra mondiale. Prestiti di importanti musei lontani o di privati, che in qualche caso torneranno purtroppo, dopo la fine della seconda tappa a Stoccarda della stessa esposizione (ancora in corso fino ad inizio luglio prossimo), nel buio di caveaux di banche svizzere, invisibili per chissà quanti altri decenni. È stata una mostra giustamente di grande successo, che con amarezza si è dissolta, lasciandoci solo un bellissimo catalogo e molte recensioni sui media.

Altre due importanti mostre a Palazzo dei Diamanti dedicate a De Chirico erano già avvenute, qui a Ferrara, nei decenni passati, con la presenza dello stesso pittore: la prima mostra del 1970: “I De Chirico di de Chirico”, e la seconda nel 1985, “Atelier”, composta dai quadri provenienti dalla vasta collezione della moglie Isabella Far.

FullSizeRender(2)

In quello stesso anno, per il seicentenario della nascita del Castello Estense, venne ancora una volta ricordato lo stretto legame della nostra città con la pittura metafisica, realizzando in tridimensione i manichini delle Muse inquietanti. Questo grande quadro-scultura fu realizzato su progetto di Paolo Portoghesi, ricreando l’emblematica opera metafisica su un piano inclinato posizionato nel fossato del Castello.

mariachiara marchioli dechirico 1985 castello

Nel frattempo, una decina d’anni dopo la prima mostra dedicata al grande pittore, il Maestro Franco Farina, direttore ed ideatore di questa Galleria d’Arte Moderna, aveva, tra mille altre intuizioni intelligenti e anticipatrici (che portarono Ferrara a un livello di notorietà internazionale per queste esposizioni), creato il “Museo documentario della Metafisica”. Dato che Ferrara non possedeva e non possiede – fatta eccezione per diverse opere di De Pisis – nessuno dei quadri che De Chirico, Savinio e Carrà dipinsero, oltre a Morandi ed altri che poi si aggiunsero, allora, pensò, perché non creare un museo senza originali, ma comunque interessante in quanto documentava con completezza le testimonianze di quel periodo della storia dell’arte?

E così il 16 gennaio del 1982, all’interno del Palazzo Massari, che da allora fece parte di questo Quartiere d’Arte moderna, venne inaugurato questo singolare museo, composto da 300 opere, di cui 130 a formato naturale.

51SYTi0QrLL

E venne pubblicato un importante volume con studi di Maurizio Calvesi, Giovanna della Chiesa, Ester Coen, con interpretazioni delle simbologie e delle tematiche metafisiche e raffronti tra le moltissime immagini. Ricordo le parole di Farina, nelle sale del Palazzo Massari che ospitavano questa sua pinacoteca immaginaria: “Chi vuole sapere tutto sulla Metafisica deve passare per Ferrara”.

Fu il primo museo virtuale in assoluto, in cui erano riprodotti a grandezza reale in diacolor (diapositive retroilluminate) tutti i quadri che potevano rappresentare questa corrente artistica che si formò proprio nella nostra città.

In quegli anni, inoltre, una mostra didattica itinerante che partiva proprio dal museo ferrarese e prodotta dalla Quadriennale di Roma, venne esposta in diverse città del mondo, pur essendo costituita solo da riproduzioni e materiale audiovisivo: La Metafisica – Mostra didattica itinerante.

Sappiamo che il museo dopo diversi anni venne chiuso e i pannelli abbandonati in qualche magazzino, fin quando il fragile materiale non fu irrimediabilmente distrutto. Ancora oggi Farina ripensa con orgoglio alla sua “creatura” e con dispiacere alla sua ingloriosa fine. La stessa sorte toccò alle Muse realizzate da Portoghesi, quando dopo qualche mese di esposizione l’allestimento, davvero riuscito e non dimenticato, venne smontato e sparì chissà dove.

Se è comprensibile che la funzione divulgativa del Museo documentario a quei tempi avesse ben altra valenza di quanto possa averne ora, nell’era informatica e ipermediale in cui molta parte dell’approccio alla conoscenza di un argomento è possibile velocemente e semplicemente attraverso ricerche su internet, è altrettanto vero che un’eventuale presenza a Ferrara di una testimonianza anche solo virtuale di quel che è accaduto artisticamente nella nostra città ne arricchirebbe ulteriormente l’offerta turistica. Sarebbe facilitata dall’ampia offerta di supporti fotografici odierni, come è accaduto per la  bellissima mostra dedicata a Michelangelo Antonioni alcuni anni fa al Palazzo dei Diamanti, che era in gran parte costituita da un viaggio multimediale tra molte immagini e sequenze di film riprodotte su grandi schermi. E non avrebbe limiti di sorta, in quanto la presenza di riproduzioni di tutte le inerenti opere d’arte sparse per il mondo potrebbe integrare e completare la ricerca storica, insieme ai molti importanti documenti e agli intelligenti studi comparativi raccolti e creati anche per questa recente esposizione.

de-chirico

Potrebbe essere semplicemente un esauriente audiovisivo, come fonte di studio a lato delle opere esposte nel Museo dell’800 e ‘900 ferrarese, a Palazzo Massari, quando finalmente verrà riaperto.

Proprio nei giorni scorsi è stato inaugurato un piccolo museo, Muvig, a Canaro (RO), dove, oltre ad un unico dipinto originale di Benvenuto Tisi, sono esposte le principali opere del maestro di Garofalo sparse per il mondo, riprodotte in schermi ad altissima definizione di ultima concezione:
http://www.ferraraitalia.it/presentazione-del-progetto-muvig-a-canaro-museo-virtuale-del-garofalo-56955.html
http://www.studiofmmilano.com/EN/Work/muvig-museo-virtuale-garofalo/

8.jpg.aspx

La luce che emanano i colori a olio dipinti sulle tele originali dà una emozione certamente non paragonabile a qualsiasi immagine fotografica, ma almeno resterebbe un suggerimento, un promemoria, un racconto di sicuro interesse per i turisti che verranno a visitare la nostra città in futuro. I quali ovviamente non avranno la straordinaria opportunità di vedere le opere esposte nella mostra e nemmeno potranno forse più reperirne il catalogo cartaceo. Se non consulteranno il sito web del Palazzo dei Diamanti, forse ignoreranno persino che questa esposizione sia mai esistita.

E magari neppure immagineranno le origini ferraresi di questa corrente pittorica… Potesse Edimburgo vantare i natali di un importante periodo artistico, penso che non mancherebbe di farlo conoscere in mille modi…

Sarà pur la Metafisica intrigante e misteriosa almeno quanto Nessie? Una cosa è certa: è molto più affascinante.

Link, quasi metafisico, al museo da decenni inesistente, segnalato invece come ancora presente: http://www.emmeti.it/Arte/ER/ProvFerrara/Ferrara/m_arte_moderna_e_con.it.html

1 Commento

  1. bariani maria cristina scrive:

    Brava flavia, come da sempre, le tue sono osservazioni e intuizioni mai scontate, sempre intelligenti, intense, originali e per questo preziose! Ti terremo stretta.

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.