Uscire da Ferrara in questi giorni è bellissimo. Bastano tre minuti in macchina per aprire lo sguardo sui campi, i filari ordinati degli alberi da frutto, il verde impossibile che scintilla sotto il sole. Non è astronomicamente vero ma è vero lo stesso: è arrivata l’estate. E con lei la California. Giuro.

Basta seguire via Bologna, oltrepassare la zona Fiera e lasciarsi alle spalle il capannone della Metro, stupirsi del cartello blu che punta in mezzo alla campagna a indicare Pistoia (Pistoia?) e infilarsi a sinistra in via Sgarbata. Non bisogna farsi distrarre del sogno bucolico dei roseti che si arrampicano sui casolari, né tanto meno dagli spruzzi dagli annaffiatoi automatici. Sulla destra apparirà una piccola sterrata e una vela bianca della Uisp: quello è il segnale per inchiodare, svoltare, parcheggiare, liberarsi delle scarpe e infilare i piedi bianchicci nelle infradito di plastica. Non importa se il fisico non è quello scolpito dei protagonisti di OC, l’importante è entrare nel mood. I bermuda stampati con fiori tropicali aiutano.

Non ci sono le palme e nemmeno le bionde sui rollerblade, ma quello che si incontra in via Sgarbata 103 è ugualmente sorprendente. Attorno alle acque di un vecchio macero ragazzi e ragazze si rilassano in costume. Sprofondati in divani gonfiabili dai colori sgargianti sonnecchiano e chiacchierano, bevono birra e succhi di frutta.  A turno si allacciano una tavola a piedi e attraversano lo specchio d’acqua tra slalom, salti ed evoluzioni, trainati nel loro surfare da una carrucola.

Sul serio. Dicono anche che sia facile.

Questo angolo di California ferrarese ha aperto a fine aprile, si chiama Wakegarden, e nonostante sia attivo da meno di un mese sta già attirando tantissimi giovani e meno giovani. Nel weekend per farsi un giro è meglio prenotare, altrimenti si rischia di aspettare per delle ore.

Listone Mag ha intervistato Tommaso Tunioli per raccontarvi qualcosa di più sull’attività che sta lanciando. Lui ha 36 anni e lo si incontra ovviamente in costume da bagno e occhiali da sole, già abbronzato come se fossimo in pieno agosto. I frequentatori dello Staff Store probabilmente se lo ricorderanno: per nove anni ha gestito il negozio di abbigliamento e accessori sportivi per snowbard e skate di via Aeroporto.

Mi sono sempre piaciuti gli sport con la tavola, li pratico tutti anche se con risultati… diciamo differenti. L’idea di aprire un posto dedicato al wakeboard è nata da questa passione, per rispondere a un’esigenza perrsonale e allo stesso tempo permettere ad altre persone di avvicinarsi a questa disciplina.

Ma di cosa si tratta? Cos’è il wakeboard e dove nasce? In Italia è diffuso?

Il wakeboard è nato in America a metà degli anni Sessanta, quando per la prima volta si è provato a incrociare lo sci nautico con il surf. All’inizio veniva praticato facendosi trainare da una barca. Ci hanno pensato gli ingegneri tedeschi, a metà degli Novanta, a inventarsi le carrucole. In Italia è esploso solo negli ultimi dieci anni ma, nonostante il ritardo, la risposta è stata importante. Il campione mondiale si chiama Massimiliano Piffaretti, adesso abita negli Stati Uniti e frequenta le gare del circuito americano, viene da Como. La nazionale azzurra in generale è molto riconosciuta: agli ultimi mondiali ha fatto il pieno di medaglie, in tutte le categorie. Il nostro fiore all’occhiello è il lago di Como, un vero e proprio vivaio di talenti, soprattutto ragazzini tra i sedici e i diciotto anni. Le regioni dove questo sport è più diffuso sono Lombardia e Veneto.

Foto di Giulio Masieri

Tu come e quando l’hai conosciuto?

Ho iniziato nel 2003 al lago di Lido delle Nazioni, dopo aver incontrato Raffaele Vassalli e aver conosciuto il suo Wallygator Club. Lui è stato tra primi a portare il wakeboard in Italia.

Che differenza c’è tra la barca e la carrucola?

La barca sicuramente inquina di più ed è più dispendiosa, basta pensare al carburante. Quando vieni trainato da un motoscafo la velocità è maggiore e sfrutti la scia delle onde prodotta dal motore, cambia proprio l’approccio al salto. La carrucola sicuramente è più facile e alla portata di tutti: puoi giocare semplicemente ondeggiando avanti e indietro oppure dedicarti alle evoluzioni, sfruttando le rampe.

Quanto bisogna essere preparati? Chi ha esperienza di snowboard o di skateboard impara prima?

Sicuramente è facilitato, anche se la cosa più importante è capire come funziona il bilancino, ovvero il manubrio triangolare che ti traina. Le donne di solito imparano prima a partire, più si è fluidi e ci si lascia trasportare meglio è. Se ti irrigidisci affondi. Ad ogni modo non servono preparazioni particolari e nemmeno l’età è un limite: domenica scorsa abbiamo messo in acqua un bambino di sette anni e un signore over 60, si sono divertiti tutti e due.

Quando hai deciso di aprire il Wakegarden? È stato difficile trovare lo spazio adatto?

L’idea di allestire una struttura a Ferrara è di circa un anno e mezzo fa, trovare lo spazio non è stato facilissimo. Per mesi ho visitato laghetti, cave ed ex cave, tante ricerche le ho fatte utilizzando Google Maps e osservando il territorio dall’alto. Quando ho conosciuto questo posto mi è sembrato ideale: aveva tutte le caratteristiche necessarie all’impianto ed era vicinissimo alla città.

Come l’hai ottenuto in gestione?

Il laghetto è di proprietà dell’agriturismo qui accanto, Lama di Valle Rosa, ma non veniva utilizzato. Ho spiegato ai proprietari il progetto e loro sono stati entusiasti, per questo l’hanno concesso per sei anni in comodato d’uso gratuito. Gli è piaciuta l’idea di riqualificare un terreno altrimenti abbandonato, sfruttare il suo potenziale in un’attività capace di coinvolgere le nuove generazioni. Il wakeboard è alla portata di tutti, ma naturalmente la maggior parte delle persone che si interessa a questo sport è giovane. Ci sono voluti tempo e soldi per sistemare lo spazio, il prato era pieno di rovi, ma piano piano il lavoro è stato fatto e adesso vedere il Wakegarden attivo è una bella soddisfazione.

Entrando si nota la bandiera della Uisp, il Wakegarden è affiliato?

Si, per la gestione è stata aperta un’associazione sportiva che si chiama appunto Wakegarden, affiliata Uisp e iscritta al Coni.

L’inaugurazione è stata meno di un mese fa, cos’è successo in queste settimane?

La risposta è stata positiva e incontrato tanta gente interessata, curiosa… anche stupita. Oltre a quelli che vengono per il gusto di sperimentare qualcosa di nuovo ci sono già diversi principianti che si sono iscritti per imparare. Tra i vari lati positivi del wakeboard c’è anche questo: è facile progredire, cresci ogni volta che fai una run.

* * *

Le parole di Tommaso vengono confermate da una ragazza che ha appena concluso. Ha fatto la prima prova settimana scorsa ed è già tornata un paio di volte per continuare a mettersi alla prova: «la prima volta, da terra, ti spiegano in cinque minuti le basi per alzarti e andare dritto. Dopo i primi tentativi riesci già a stare sulla tavola, non devi sforzarti più di tanto. Loro poi sono bravissimi: non ti lanciano in acqua! Per tutto il tempo monitorano quello che fai e ti danno istruzioni per migliorare. Io sono una che ha paura di tutto, lo snowboard mi terrorizza. Qui l’acqua è sempre calma e si tocca in tutti i punti, poi la giacca e gli attacchi della tavola ti tengono a galla. In pratica diventi una boa gigante. Anche quando cadi non ti fai male. L’adrenalina c’è ma anche il controllo. E poi quando hai finito o mentre aspetti ti rilassi al sole!».

L’appuntamento, per tutti quelli che sono fatti ingolosire da questa atmosfera, è sabato 4 giugno, al Wake Burger Day. La mattina sarà riservata ai principianti, a pranzo – per restare in clima californiano – ci saranno hamburger per tutti (anche per i vegetariani!),  il pomeriggio carrucola aperta e la sera verrà proiettato il nuovo video di LiquidForce, marchio americano specializzato.

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