Cosa hanno in comune un designer, un fotografo che non vuole essere definito professionista (ma che è effettivamente molto professionale) e un ristorante? Beh apparentemente non tanto. Però se mentre fate aperitivo in piazza vi spingete fin quasi alla fine di via Adelardi, e vi azzardate a entrare alla Pizzeria Osteria Adelardi, potreste avere una bella sorpresa.

Sui muri del locale da qualche giorno sono appese una trentina di foto di un ragazzo di Ferrara che preferisce non firmarsi ma mettere il nome del suo progetto fotografico: Øff Line Frames.

Il suo vero nome, sveliamo subito il segreto, è Filippo Tumaini: «Ho sempre cercato di lavorare sottotraccia, è pieno di lavori interessanti di professionisti affermati. Oltre al fatto che non credo basti farsi regalare una reflex per definirsi fotografi».

Gli scatti esposti sono frutto di una selezione fatta da Filippo insieme ad un amico: Filippo Bregoli del ForMore Design Studio. È lui che ha curato la stampa delle trenta fotografie selezionate. Una collaborazione nata quasi per caso, sostiene Filippo il designer (ci perdonerete ma per puro caso i due intervistati hanno lo stesso nome, oltre ad essere amici): «Mi avevano molto interessato le foto, mentre lui era affascinato da alcuni lavori del mio studio. Abbiamo così scelto di unire i suoi scatti alla mia passione per le forme geometriche, le intersezioni e l’ortogonalità».

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Le foto esposte fanno parte di tre diversi progetti che hanno impegnato Filippo nel corso degli ultimi anni. Ci sono gli scatti di “Live”, un portfolio che: «È nato quasi per scherzo: ho seguito i Doctors in Mexico, band di due amici, alternando foto in sala prove a foto dei concerti in giro per l’Emilia Romagna». Ci sono anche le foto di “Not Only a Wall”: «Ho passato 5 giorni a Berlino da un amico, cercando di evitare scatti stereotipati, privilegiando immagini più underground della città. Not Only a Wall è un progetto fotografico nato mentre giravo per le strade di Berlino, senza alcuna programmazione precedente».

Altre foto sono prese da “The Nordkapp Project”: «Durante un viaggio verso Capo Nord, attraverso l’Europa ho dormito nelle case dei pescatori e in alloggi di fortuna (mezzi di trasporto compresi, ndr) evitando ostelli e hotel, un progetto che ho pensato prima di partire e che ho strutturato una volta tornato a casa. Ho cercato di costruire un racconto digitale e visuale della mia esperienza».

Le trenta foto sono state scelte insieme dal fotografo e dal designer: «Sulla semplice base di un nostro giudizio estetico, abbiamo scelto insieme gli scatti che ci piacevano di più». Una volta scelte le fotografie, lo studio ForMore ha curato le stampe, tutte digitali, adattate a supporti diversi: plastica alleggerita, legno, cartone.

Tra tutte quelle esposte, il lavoro più suggestivo è la foto deframmentata del Memoriale dell’Olocausto di Berlino: «La scelta di “spacchettare” l’immagine in tanti rettangoli vuole sottolineare il peso dell’esperienza  – ci ha spiegato Filippo, il designer, che ha immaginato e tradotto in pratica l’idea – i trentacinque elementi che compongono l’opera riprendono l’ortogonalità dei monoliti del monumento».

La collaborazione tra Filippo di ForMore Design Studio e Filippo di Øff Line Frames è stata possibile anche perché i due, oltre al nome condividono una visione molto simile di cosa è, o dovrebbe essere, la fotografia: «Sono convinto che la magia dello scatto stia nel cercare di non cadere mai nello stereotipo, altrimenti da passione diventa routine, lavoro» sostiene Filippo, quello che le foto le scatta.  Se non avrete tempo di passare all’Osteria Adelardi e fermarvi a vedere le sue foto (e mangiarvi una pizza magari), potrete rifarvi a settembre, quando esporrà all’Auditorium di Molinella: «Ci saranno le foto di The Nordkapp Project e un breve video introduttivo».

Chi ha colto al volo l’opportunità di dare visibilità al lavoro di questi due ragazzi poco meno che trentenni è stata l’Osteria Adelardi, che ha rilanciato la rassegna Art In-side Adelardi. Stefania Barbalace, responsabile del progetto per conto del locale ci ha raccontato un po’ la (ri)nascita della rassegna: «Il progetto nasce per esporre e abbellire il locale ma anche per dare l’opportunità a tanti artisti di dare visibilità alla propria arte. È alla seconda edizione e in precedenza hanno esposto altri fotografi ma anche grafici, illustratori e pittori. Gli artisti che espongo al ristorante hanno la possibilità di vendere direttamente le opere e prendere contatti per altre esposizioni».

Insomma se volete conoscere una coppia di ragazzi giovani, con un certo gusto per la fotografia e il design, e nel mentre sistemare anche lo stomaco, non fatevi scappare questa esposizione in parete per il mese di aprile.

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