Talvolta fra luoghi e persone scatta uno strano meccanismo. Che, a furia di essere esercitato, consente di associare inconsapevolmente un volto a uno spazio. E a Ferrara, città fitta di appuntamenti culturali, non c’è spazio che abbia ospitato mostre, concerti, dibattiti, proiezioni, rappresentazioni teatrali o presentazioni di libri, che non sia stato attraversato da Gianluca Facci. Quello del Ragioniere, come spesso viene anche chiamato in città, infatti, è un volto conosciuto nella comunità estense. La sua presenza a numerosissimi incontri a carattere culturale rappresenta una certezza per gli addetti ai lavori. Quasi un presidio discreto e silenzioso che accompagna lo svolgimento di ogni iniziativa. Giocando con l’estetica del cinema che gli piace tanto, i suoi tratti sembrano pescare nel pozzo dell’immaginario felliniano e cucirgli addosso il vestito del prefetto Gonnella, magistralmente interpretato da Paolo Villaggio ne ‘La voce della luna’. E poi sembrano spostarlo indietro nel tempo, alle pellicole in bianco e nero di Alfred Hitchcock. Che, guarda caso, come lui non disdegnava di presenziare davanti alla macchina da presa, seppure per pochi istanti. Ma la verità è che la realtà è un gioco che sovverte ogni immaginazione. E dietro l’involucro di ogni apparenza ciascuno imposta le dinamiche, emotive e razionali, della propria esistenza. Eccomi dunque davanti a Gianluca con un taccuino in mano e un misto di pudore e curiosità. Nonostante una conoscenza quasi quinquennale, l’atmosfera che avvolge la sua figura sembra suggerirmi che il tu ceda il passo al lei. E che s’alzi il sipario su questa semiseria intervista.

Come comincia la sua giornata tipo?
«Comincia dalla sera prima. Guardo con cura le iniziative che sono in programma la mattina dopo. Mi costruisco quindi meticolosamente una sorta di scaletta che incastri più eventi. E quando mi alzo so già cosa fare, le cose che andrò a vedere. Una pignoleria che, in un certo senso, ho ereditato da mio papà».

Quando ha deciso di partecipare agli eventi culturali di Ferrara?
«Tutto nasce da una mia passione per la lettura che ho sempre avuto fin da bambino. Poi ho cominciato ad andare a teatro. E a conciliare il tempo del lavoro con il tempo libero. Dedicandolo a diversi appuntamenti in città».

Si ricorda il primo evento al quale ha partecipato?
«No, perché è passato tanto tempo. Però ricordo quello che mi è rimasto più impresso, circa una decina d’anni fa. Una mostra dedicata agli Este a Ferrara, con quadri e oggetti di uso quotidiano di vario tipo. Ricordo mancassero solo strumenti musicali».

Degli artisti che si sono esibiti a Ferrara, chi ricorda?
«Io frequento da diversi anni il Teatro Comunale perché sono un appassionato di lirica, di concertistica, di prosa e di danza. Senz’altro il nome che per primo mi viene in mente è quello del maestro Claudio Abbado. In più occasioni mi è capitato di vederlo dal vivo a Ferrara. Ricordo una volta, credo nel 1998, quando al Teatro Comunale, uno dei posti prenotati era rimasto libero. E la maschera lo diede a me, che mi trovavo proprio lì in quel momento. Il biglietto costava trecentotrentamila lire».

Altri nomi legati al teatro che ha apprezzato?
«C’è quello di Paola Borboni, che ha inoltre lavorato per il cinema e per la televisione. E poi quello di Valeria Moriconi, che ha recitato anche in numerosi film».

Prossimo spettacolo in programma?
«Andrò ad assistere a ‘L’Italiana in Algeri’, l’opera di Gioachino Rossini».

Cosa sceglie fra cinema, teatro o stadio?
«Del teatro ho già detto quanto mi piaccia. Poi, certamente, mi considero un cinefilo. Invece, per quanto riguarda lo sport, ammetto le mie mancanze».

Foto di Giacomo Brini

A teatro siede in platea o in galleria?
«Scelgo sempre la platea. Possibilmente in prima fila. Mi piace guardare frontalmente la mimica e la gestualità di chi recita».

Al cinema, quale genere preferisce?
«Mi piacciono i film d’autore. E a questo proposito, seguo con interesse le rassegne che organizzano alla Sala Boldini. L’ultimo film che ho visto è ‘Il figlio di Saul’».

Guarda la televisione?
«Guardo alcune serie Rai come ‘Il commissario Montalbano’ e, lo ammetto, ‘Don Matteo’. Fra i film che guardo in tv, mi piacciono i gialli, i polizieschi e i thriller. Fra quelli comici, preferisco la filmografia di Totò. Non sono appassionato, invece, al western e alla fantascienza, E poi conservo videocassette e dvd».

Quale musica ascolta?
«Oltre a quella classica, mi piace la musica leggera. E quella dei cantautori italiani. Ricordo alcuni concerti in città di Gino Paoli, di Gianni Morandi, di Claudio Baglioni, di Sergio Cammariere, di Nicola Piovani, di Lucio Dalla».

Un altro luogo che le piace frequentare a Ferrara?
«La Biblioteca Ariostea. Anche lì, sono un assiduo frequentatore delle iniziative culturali. E poi mi appassiona la storia locale e mi ritengo un discreto collezionista di libri».

Un ricordo gastronomico legato a un evento artistico?
«Penso al percorso espositivo ideato da Gae Aulenti nel Castello Estense. Ricordo un bel buffet».

Piatto preferito?
«Cappellacci di zucca».

Dolce o salato?
«Salato. Ma il dolce non mi dispiace».

Mare o montagna?
«Mare».

Colore preferito?
«Verde».

Destra o sinistra?
«Sinistra».

Nella vita è una persona timida?
«Quando ero più giovane lo ero. Poi, crescendo e lavorando a contatto con gli altri, la timidezza ha lasciato spazio a un lato più socievole del mio carattere».

Cosa mi dice del ‘personaggio dell’anno’ 2014 sulla Nuova Ferrara?
«È nato tutto al ristorante ‘Cappelli’, che frequento abitualmente. Agli amici che lo gestiscono è venuta l’idea di inviare alla Nuova Ferrara i tagliandi con il mio nome. Alla classifica finale, ricordo di aver superato il musicista Andrea Poltronieri».

Cosa pensa della sua popolarità?
«Mi fa piacere. È opportuno distinguere fra famoso, popolare e noto. Io mi definirei semplicemente una persona nota».

Non è raro incontrarla durante le conferenze stampa. Quando ha iniziato a seguirle?
«Ormai da alcuni anni. Peraltro il Comune è un luogo dove ho avuto modo di lavorare in passato».

Prende appunti?
«No, cerco di tenere tutto a mente».

Che rapporto ha con internet?
«Sono senza dubbio più affezionato al cartaceo. Il computer è sicuramente utile, ma l’idea di chiudermi in casa e trascorrere un’intera giornata su internet mi dispiacerebbe. Preferisco uscire e scambiare quattro chiacchiere con qualcuno. E poi, è bello sfogliare la carta dei giornali e sentirne l’odore».

E con i giornalisti?
«Beh, ottimo! Mi conoscono sia i fotografi che i giornalisti. In più di un’occasione è capitato perfino che mi scambiassero per uno di loro. Dopo tutti gli eventi a cui ho assistito sarebbe bello ricevere un tesserino».

Fra le notizie del giorno, il primo sguardo è a quelle locali o nazionali?
«Prima leggo quelle locali, e poi mi dedico alla lettura delle pagine nazionali».

Fra i suoi amici, ci sono più uomini o donne?
«Penso che siano più gli uomini. In particolare, con uno di loro condivido diversi interessi. Poi ce ne è un altro, che è però molto più appassionato di calcio rispetto a me. Ma ho anche alcune amiche».

Come fa a essere informato in tempo reale su ogni appuntamento?
«Controllo spesso il calendario degli eventi del Comune. In generale mi piace tenermi aggiornato. E ho anche una buona memoria».

Come trova il tempo per seguire tutti gli eventi?
«Purtroppo adesso sono disoccupato e ho tempo a disposizione. In passato ho lavorato alle Poste, nelle scuole, e sono stato anche presidente di seggio».

Ha un sogno nel cassetto?
«Da giovane volevo iscrivermi alla facoltà di Medicina. Mi sarebbe piaciuta una branca come la Pediatria, oppure come l’Ortopedia. Poi ho cominciato a lavorare, e ho messo da parte quest’aspirazione».

Cosa pensa di Ferrara?
«Amo la mia città. Trovo che sia un’autentica città a misura d’uomo».

E cosa vorrebbe che fosse valorizzato?
«Le piste ciclabili. In passato avevo un’auto. Era una Fiat Uno Sting del 1989. Da quando l’ho rottamata, per raggiungere qualunque distanza, dal centro storico a Chiesuol del Fosso, mi muovo sempre in bicicletta».

Altre città che le è piaciuto visitare?
«Firenze è bellissima e ho avuto modo di andarci più volte. Poi Sanremo, le Cinque Terre, che ho visitato specialmente nel periodo delle gite scolastiche. Fra le città estere, penso a Barcellona».

Propositi per l’anno in corso?
«Trovare un lavoro. Dopo la salute, credo che il lavoro sia la cosa più importante. E poi, mi piacerebbe chissà, magari formare una famiglia»  

Ultima domanda. Un consiglio su cosa fare questa domenica?
«Vai a guardare ‘Remember’, alla Sala Boldini. Poi mi dici se ti è piaciuto».

5 Commenti

  1. Fabio Terminali scrive:

    Il nostro mitico Ragio. “Il cittadino modello”, disse Carlo Alberto Roncarati. La sua presenza alle inaugurazioni, e agli eventi in genere, è benaugurante. Onorato di essergli amico.

  2. Le Twins scrive:

    Propongo una mobilitazione tra le Istituzioni Pubbliche e Private, le Associazioni e le Aziende cittadine per trovare un lavoro al “Ragioniere” #unlavoroperGianlucaFacci

  3. Paolo Para scrive:

    #unlavoroperGianlucaFacci
    http://www.estense.com/?p=533558 (Aumentano gli sfalci d’erba che danno lavoro ai disoccupati
    Due potature in più in centro e nelle scuole. Nel settore del verde disponibili 75 tirocini formativi)

    La Redazione può contattare “il Ragioniere” e fargli presente questa opportunità?

  4. Ginnastica scrive:

    A mi am sa che al Ragiunier al dura più sott’acqua che a laurar……

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