« Il nostro è un genere di nicchia. Gli apprezzamenti maggiori li riceviamo dai cinquantenni».

Fare musica a Ferrara non è facile. Se suoni progressive rock ancora meno. I Marchesi ne sanno qualcosa e sono venuti a raccontarci come stanno le cose. Ci troviamo un giovedì mattina per ascoltare in anteprima il secondo album, Hyphnophonia, oggi in uscita. Seduti su un divano che sa di sole iniziamo l’ascolto con la traccia due, della durata di quattordici minuti. I Marchesi sono cinque ma Alessandro stamattina è in campagna a badare alle mele. Non sembrano musicisti nel senso classico del termine. Non hanno niente a che fare con gente che si trincera dietro un presunto atteggiamento cool, dietro ad un codice indie che non dà spazio alla propria interiorità. I Marchesi suonano e basta. Le canzoni sono cinque viaggi multiformi, a metà strada tra la musica popolare, il cantautorato italiano e le armonie psichedeliche. A dominare è la parte strumentale in un’atmosfera non banale, tra alberi e praterie, volti sconosciuti, corvi e tanto vento.

Innanzitutto cos’è il progressive?

È un genere di sperimentazione nato in Inghilterra, ha raggiunto il suo culmine negli anni ’70. Band di punta nel mondo italiano sono il Banco del Mutuo Soccorso e la Premiata Forneria Marconi. Un esempio che conosciamo tutti è Bohemian Rhapsody dei Queen: con i suoi continui cambi e variazioni rappresenta il paradigma del progressive rock. Ad ogni modo il progressive resta un genere di nicchia. Spesso i brani sono lunghi, anche sedici minuti. L’unica a trasmettere il genere è Radio Capital, alle tre di notte.

Se pensiamo che in radio passano solo pezzi da tre minuti è già qualcosa fuori dell’ordinario. In questa schizofrenia mediale, in questa incapacità di concentrarsi per più di tre minuti su un solo argomento, come si fa a resistere?

Infatti è la qualità della musica che ci interessa. Speriamo che il progressive torni di moda, così com’è successo per il fenomeno del vintage.

Com’è la situazione a Ferrara? Zuni chiuso, Bolognesi sospeso, si parla di mettere transenne in piazza. Cosa sta diventando questa città?

Ferrara ha un centro universitario molto importante, più della metà degli studenti viene da fuori e il pubblico universitario è sempre un toccasana, non solo per la musica. Ma la città non sa sempre riconoscerne i pregi.

Foto di Giacomo Brini

Un musicista ferrarese deve per forza spostarsi a Bologna o altrove?

Sì, a Ferrara è difficile, ci sono poche possibilità fisiche, è naturale spostarsi verso l’esterno. E spesso la programmazione è sempre la stessa. Diamo a Zone K (il nuovo circolo Arci a Malborghetto di Boara ndr) il merito di aver invitato tanti artisti da fuori città.

Oggi è la data di uscita del vostro secondo album. In che modo si distingue dal precedente?

Sì, oggi esce HYPNOPHONIA, distribuito da Ma.Ra.Cash Records e prodotto da Mike 3rd. Lo presenteremo questa sera al Teatro Centro Sociale il Quadrifoglio (Pontelagoscuro), un teatro con un’acustica perfetta. Il primo album è un prodotto amatoriale, registrato in una sala attrezzi, senza una distribuzione. Il secondo è tutta un’altra cosa: l’abbiamo registrato in analogico, solo mixer e lettore di bobine. Se sbagliavi qualcosa all’ultimo minuto dovevi ricominciare tutto daccapo. Come si registrava negli anni ‘80. Il suono è molto più autentico, il vecchio è la novità.

So che siete stati scelti per partecipare a due edizioni del “Decameron: Ten days in 100 novellas“, una collezione internazionale di rock progressive. Pensate di avere più riconoscimenti dall’estero?

Il “Decameron” è il progetto di un collettivo internazionale di artisti che si ripropone di musicare le novelle del Boccaccio. Abbiamo partecipato alla seconda edizione (2014) e alla terza (in uscita). Abbiamo messo in musica due novelle, Teodoro l’Armeno e Tito e Gisippo. In effetti riconoscimenti dall’estero non sono mancati: ci hanno contattato radio da Giappone, Estonia, Polonia e Sud America. Il Giappone è una terra di collezionisti e di appassionati del progressive Basta pensare che la P.F.M. in Giappone riempie gli stadi.

Cosa c’è nel vostro lettore mp3?

Enrico (voce): tanto cantautorato italiano, il Vasco Rossi degli anni 80-90, musica italiana di nicchia, Baustelle.
Lorenzo (seconda voce, chitarra): rock anni 60-70 e musica classica.
Paolo (basso): cantautori italiani, Dalla e tanto jazz.
Enrico (piano, tastiera): soprattutto progressive rock e metal. Potrei comprare 80 dischi in un giorno solo.

Un’ultima cosa, il vostro nome è un po’ strano.

È un tipico gioco delle band progressive, quello di unire due nomi, uno più ricercato e l’altro più popolare. Nel nostro caso il richiamo alla campagna fa parte del nostro essere.

Tutti vogliono tornare alla natura. Ma nessuno lo vuole fare a piedi. I Marchesi vi aspettano questa sera a Pontelagoscuro.


Date:
23 ottobre (Teatro Centro Sociale il Quadrifoglio, Pontelagoscuro)
30 ottobre  (Patchanka)
20 novembre (Il Giardino, Lugagnano, Verona)

Ascolta la prima traccia del nuovo album HYPNOPHONIA: 1348

1 Commento

  1. Marie scrive:

    Da Parigi
    C’est toujours un grand plaisir de lire tes articles! Celui-ci donne l’envie d’aller découvrir, en concert d’abord, les Marchesi Scamorza. Très intéressant aussi, ce projet Decameron…

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