#1 Il Piedescalzo
Il piedescalzo vive a Ferrara ma non lo vedi mai. Esce come i funghi, solo il periodo dell’anno a lui destinato, ovvero l’autunno, per i funghi e i giorni dei Buskers per lui. È un aspirante giocoliere, funambolo, suonatore di zampogna peruviana altresì chiamata flauto di pan, bonghista e lettore di tarocchi amatoriale. I suoi vestiti sono un’accozzaglia di trame e tessuti multietnici acquistati però nella stessa bancarella in Cortevecchia. È chiamato piedescalzo perché, logicamente, non indossa calzari, provvede alla solettatura con una robusta callosità sviluppata in anni e anni di presenza al festival.

#2 The Photographer
The photographer è munito almeno di un paio di macchine fotografiche reflex professionali e quattro smartphone con il megapixelaggio della fotocamera differente. Ogni artista, ogni scorcio e ogni artista nello scorcio che scorge lo fotografa almeno una settantina di volte da angolazioni e prospettive differenti. Gode poco dell’arte altrui perchè troppo occupato a rendere arte propria l’arte altrui. Tornato a casa, per i giorni restanti della manifestazione passa in rassegna le diciottomila foto scattate per scegliere le dieci migliori da modificare male con iso e filtri vari.

#3 L’Abusivo
L’abusivo è ormai un soggetto in via d’estinzione. Non accreditato, nessuno lo vuole e canta pure male. Sta seduto a bordo listone con la sua chitarra rosa leopardata a cantare canzoni di tre accordi che se passa di lì per caso il manager di Ligabue fa il botto.

#4 Scabbia
Vedi #3 L’Abusivo ma con uno stile personale inimitabile. Certamente meritevole di essere annoverato tra le tradizioni più radicate del festival. E dateglielo un accredito no?

#5 Il Cittadino Contro la Manifestazione
Il cittadino contro la manifestazione è contro. Punto. Sui social condivide lunghissimi e appassionati post di protesta che manco Beppe Grillo ma è comunque tutti i giorni in piazza, si lamenta, certo, ma è in piazza.

#6 Il Meravigliao
Il meravigliao vaga come sotto effetto di xanax attraverso le vie del centro storico, tra un menestrello e un funambolo come se fosse finito nel bel mezzo di un film di Fellini. Indica ai suoi amici ogni cosa in modo stupefatto, euforico ed eccitato. Ogni baracchino è incredibile, ogni piadina è stellata Michelin. Ce ne fossero di più di persone così.

#7 Il Pannocchiere
Il pannocchiere ha una gradella lurida che fa una fumana che nemmeno gli apachi per comunicare tra due tribù distanti tre vallate. Se c’è, ottime pannocchie.

#8 Il Cittadino a Favore della Manifestazione
Il cittadino a favore della manifestazione è a favore. Punto. Non importa se dei ragazzi mezzo ciucchi cantano e ballano tutta la notte sotto la finestra della sua camera da letto. È la magia dei Buskers.
Non importa se la mattina dopo non trova la sua bici legata alla rastrelliera, sarà servita a uno dei ragazzi mezzo ciucchi, che ha ballato e cantato tutta la notte sotto la finestra della sua camera da letto impedendogli di dormire, per arrivare alla sua tenda nel sottomura. È la magia dei Buskers, quell’atmosfera sospesa che avvolge la città e la immerge in suoni e colori che sennò quando li senti? Quando li vedi?
Non importa se non trovi più parcheggio e devi mettere la macchina a Uccellino e farti a piedi fino a casa. Sarebbe stato comodo avere ancora la bici ma serviva al ragazzo che ballava e cantava sotto la finestra della camera da letto per arrivare sano e salvo alla sua tenda. È la magia dei Buskers.

#9 L’imbottigliato
L’imbottigliato che lo voglia o meno rimane incastrato, stipato tra la gente, i turisti, i capannelli di persone che si ammassano attorno agli artisti. L’imbottigliato a sua volta imbottiglia gli altri, i passanti, o perlomeno quelli che ci provano a passare, lui no, manco ci prova a cercare un pertugio per svicolare. L’imbottigliato rimane immobile, gli occhi a palla da agorafobico vissuto, il mento sollevato che ciondola da destra a sinistra come a una partita di tennis. Potrebbe gustarsi l’esibizione già che c’è ma è troppo occupato a rimanere imbottigliato.

#10 Il Fuori Orario
Il fuori orario si gusta la festa a modo suo. Quando la gente se ne torna a casuccia, moneta sonante chiude i saccocci e i buskers sistemano tutto nei carrelli della coop spingendoli verso il Boldini, il fuori orario arriva in sella a una bicicletta, “trovata” il giorno prima davanti a una graziosa casa dove aveva ballato e cantato tutta la notte mezzo ciucco. Si perde gli spettacoli ma non demorde, per lui è una settimana nottambula, tappa fissa il Buskergarden, dove sale sul palco, autoinvitandosi, a suonare il campanaccio. È probabilmente l’essenza stessa della vita di strada, ha vent’anni ma ne dimostra quaranta, il padre è la versione adriatica di Briatore.

4 Commenti

  1. Filippo scrive:

    E il ciclista? Non vogliamo parlare dell’immancabile ciclista che pretende di passare con la bici in San Romano o Bersaglieri del Po nonostante si faccia fatica a passare anche a piedi?

  2. Mirco Mariotti scrive:

    Visto ieri sera: l’accredito a Scabbia l’hanno dato!

  3. Irene scrive:

    Ci sono anche quelli che passano la sera a cercare parcheggio (perchè pensano di andare a vedere i Buskers parcheggiando a 5 minuti a piedi), quelli che si siedono sulle panchine in via Bologna a guardare quelli che cercano parcheggio, quelli che sono in centro e in bici ma stanno solo cercando di tornare a casa dopo il lavoro e gli chiedono pure l’offerta ai varchi…

  4. Sabrina B. scrive:

    E la signora di sessant’anni che durante l’anno si veste da suora ma durante il buskers tira fuori gli abiti usati negli anni settanta snocciolando la sua conoscenza filosofica sugli artisti dove la mettiamo???

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