Domenica 26 luglio. Ferrara – Piombino – Isola d’Elba

Ferrara è solo sudore, sgocciola dai muri. Infiliamo le valigie in macchina, ci asciughiamo la fronte, impostiamo il navigatore. Meta: Piombino. Equipaggio: Matteo alla guida, Anja primo copilota con in mano il cellulare, io secondo copilota con un altro telefono da controllare. Partiamo allegri e chiacchieriamo pure troppo. Tra pettegolezzi e attente analisi delle ultime manifestazioni culturali locali, già a Sasso Marconi perdiamo completamente di vista la strada e sbagliamo tutto lo sbagliabile. La responsabilità viene redistribuita equamente.

Stiamo andando all’Isola d’Elba, dove da mercoledì 29 a venerdì 31 luglio si terrà Elbabook, festival dell’editoria indipendente organizzato da una nutrita compagine di ferraresi. Anticipare il viaggio di qualche giorno, rispetto all’effettivo svolgimento dell’iniziativa, serve a Matteo che dovrà seguire la rassegna in qualità di ufficio stampa, ma è utile anche per me e Anja – interessate non solo alle sorti delle piccole case editrici ma anche ai tuffi con capriola, alle cruditè di pesce, ai sonnellini pomeridiani in spiaggia, con la faccia addormentata sul paginone centrale di Vanity Fair.

Il traghetto salpa da Piombino alle 20, arriviamo al molo che sono le 19.57. Non c’è tempo per ritirare il biglietto, sfrecciamo tra le banchine, ci infiliamo dentro la nave, il portellone si richiude dietro noi. Cinque alto! Ce l’abbiamo fatta! Ci rilassiamo sul ponte e incontriamo il primo ferrarese-che-non-t’aspetti: si chiama Andrea Zerbini, lavora come acrobata e giocoliere e ci racconta che all’Elba lo lega un rapporto particolare. Ci viene da anni, dorme in furgone, si esibisce nelle strade e nelle piazze assieme al suo collega Michelangelo Mariano. Il duo – nome d’arte Metà e Mavà – si è esibito a Giardino d’Estate nemmeno una settimana fa. Brindiamo al caso che ci ha fatto incontrare in mezzo al Tirreno, affondiamo lo sguardo nel tramonto e le mani nel sacchetto delle San Carlo al peperoncino.


27 luglio 2015 – Capoliveri

Matteo lavora, io e Anja lo sentiamo solo al telefono. Ad ognuno il suo. A lui Rio nell’Elba, le telefonate al Sole24Ore e al Corriere della Sera; a noi Capoliveri, la crema abbronzante e l’inquietudine di nuotare sopra cespugli di poseidonie. La sera usciamo a piedi e andiamo in piazza, per cenare e guardare lo struscio. Il paese è talmente bello che quasi non si riesce a fotografare. Spazio pubblico e spazio privato si intrecciano, scalette e oleandri, panni stesi, agave giganti, cortili e osterie. Incontriamo per caso il direttore artistico di Elbabook, Marco Belli. Insegnante di sostegno, nel capoluogo estense è conosciuto soprattutto per le tante imprese editoriali: prima con Linea Bn, poi con Meme Publisher – organizzatrice del festival. Listone Mag aveva già parlato di lui qualche mese fa, in occasione della pubblicazione del suo primo romanzo. Ha il cappello di paglia in testa, i sandali ai piedi, lo sguardo ancora rilassato. Al suo fianco Federico Pazzi, autore della biografia dedicata a Paolo Mazza, presidentissimo della Spal negli anni d’oro, “Il mago di campagna”. Apprensione per l’evento a venire? Non sembra. Anche loro reduci da una giornata in spiaggia, oggi l’unico che non riesce a staccarsi dagli auricolari per le troppe chiamate da ricevere e inoltrare è Matteo.


28 luglio 2015 – Capoliveri

I ferraresi arrivano scaglionati. Oggi è il giorno del videomaker Giuseppe Di Bernardo, attualmente impegnato a cercare e montare materiale d’archivio da proiettare a settembre a Wunderkammer, per il festival Iperurbs. Assieme a lui l’amico Giandomenico Pumilia – coautore di “Viaggio a Lampedusa”,  documentario del 2010 – e i fratelli Amato, protagonisti del suo ultimo lavoro dedicato al mondo del jazz, presentato in anteprima al cinema Apollo nel 2013. Ceniamo in centro a Capoliveri. Loris, il più giovane dei tre musicisti, intrattiene le cameriere dell’Osteria del Gallo Nero con giochi di prestigio.


29 luglio 2015 – Rio nell’Elba

Rio nell’Elba è il più piccolo comune dell’isola, paese di minatori rimasti senza miniera, arroccato su colline boscose. Il festival impegna il borgo per intero, gli editori occupano con i loro stand la piazza principale, il sagrato della chiesa è allestito per ospitare il concerto degli Amato Trio. Arriviamo a metà pomeriggio, giusto in tempo per l’inaugurazione della rassegna, per la quale è stata preparata un grande terrazza assolata – la terrazza del Barcocaio, indicata da programma come “il salotto buono”.  Il cielo è terso e dalle stradine in salita che portano in centro, fitte di gerani e piante grasse, uno alla volta compaiono gli organizzatori, Andrea Lunghi e Roberta Bergamaschi. Tra loro un provato Massimo Maisto, in giacca e cravatta come si conviene, visibilmente accaldato. Il vicesindaco di Ferrara si guarda intorno e parlotta col sindaco locale. Alla spicciolata arrivano altri ferraresi in bermuda e maglietta, col telo da mare odoroso di sale e la sabbia tra le dita nei piedi. L’atmosfera generale è abbastanza straniante, sembra uno di quei sogni nei quali incontri tutti i tuoi amici e parenti in Russia, o su una spiaggia brasiliana, e tutti salutano, chiacchierano e agiscono come se niente fosse, nella più assoluta banalità. Il taglio del nastro è veloce, fa troppo caldo per dilungarsi. Claudio De Santi, primo cittadino di Rio, non perde tempo in convenevoli. Ringrazia Comieco, lo sponsor che ha organizzato lo spazio con tavoli e poltrone di cartone riciclato, e lancia la notizia del giorno: ma perché non ci gemelliamo? Maisto sorride: “vi aspetto al più presto, per confermare questa bella collaborazione”. La serata prosegue all’insegna dello sfasamento spazio-temporale: tra i gazebo degli editori trova posto lo stand di Visit Ferrara, turisti tedeschi e autoctoni elbani fanno la coda per acciuffare un pezzo di piadina alla zucca e una fetta di salame (tipo zia ma senza aglio, forse per non spaventare i palati deboli). I più pazienti riescono a provare il riso venere arrivato direttamente da Jolanda, cucinato in piazza tra bancarelle di poesie e pile di diari di viaggio illustrati.


30 luglio 2015 – Rio nell’Elba

Sempre al festival. Questa volta ad accompagnare me e Anja c’è Tiziana, la nostra “mamma adottativa” sull’isola, che ci ospita nella camera dei suoi figli (all’estero per lavoro e per studio) e la sera ci prepara il riso freddo e la macedonia da portare in spiaggia. Partecipiamo alla tavola rotonda “Digitale vs Cartaceo”, guest star Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera. Si parla di quotidiani online e di come il video con i gattini sia funzionale ad agganciare i visitatori, del taglio e dei contenuti degli articoli che cambiano a seconda del formato, delle difficoltà legate al diritto d’autore, di fanfiction, selfpublishing, Amazon e dintorni. Sospira Tiziana: “volevo fermarmi solo un pochino ma si sta tanto bene qui!”. Tra una lettura e una degustazione di vino – questa volta sono i sommelier dell’Ais a sbicchierare Vermentino e Ansonica – facciamo amicizia con i ragazzi di 42linee, curatori di “Effe”, semestrale di illustrazione e scouting autoriale. In men che non si dica programmiamo un incontro da organizzare assieme a Ferrara per fine estate, data ovviamente ancora da definire, per presentare il loro lavoro – oltre a “Effe” si occupano anche del sito Flaneri.com.


31 luglio 2015 – Rio nell’Elba

Non potevano mancare a questo appuntamento Giorgio Rizzoni e Mario Sileo, i docenti del liceo Roiti che – assieme ai loro studenti – hanno avviato nel 2014 comunEbook Ferrara, prima e unica casa editrice digitale all’interno di una scuola italiana. Nella mattinata presentano l’ultimo volume al quale hanno lavorato, un omaggio all’Elba: “Tra il rigore della legge e il vento della storia”, curato da Gloria Peria. Giorgio è entusiasta della gita: mi piace soprattutto l’atmosfera che si è creata attorno al festival, molto distesa e amichevole, come pure il contesto in cui è stato realizzato. La piazza è la tipica piazza italiana, con le campane che suonano e magari interrompono un relatore, i bambini che giocano a palla, le signore che passano e si fermano a curiosare, la gente che osserva gli incontri dai balconi”.  Chiacchieriamo a incontro concluso, mi fa vedere dallo schermo del cellulare le foto della splendida villa in cui lui  e Mario sono alloggiati, come pure la foto ironica che hanno mandato ai colleghi: sfondo azzurro mare, sdraio, i due insegnanti in costume da bagno ostentano ridendo il braccio alzato nel celebre “gesto dell’ombrello”. Didascalia: “chi l’ha detto che a scuola non ci si possa divertire?”.

Il festival si chiude con lo spettacolo di Metà e Mavà, i nonni e i nipoti che applaudono, i ferraresi che tirano tardi e si spostano di bar in bar mano a mano che chiudono i pochi locali aperti in paese. Sono i giocolieri a riportare me e Anja a Capoliveri, alle quattro di mattina, sedute nel furgone stipato di travestimenti e clavette.


1 agosto 2015 – Capoliveri – Piombino – Ferrara

In traghetto con Giulio Milani di Transeuropa e Francesco Forlani di Nazione Indiana, autore del “Manifesto del comunista dandy”. Non sono nemmeno le nove di mattina, si fa colazione nel  salotto in velluto blu con cappuccino servito nei bicchieri di plastica, mentre attraverso le vetrate guardiamo l’isola che si allontana. Brainstorming assonnato e proposte per il prossimo anno:  letture trasmesse in filo diffusione sui traghetti in arrivo, un ciclo di incontri in spiaggia inerenti la letteratura erotica, titolo: “Letture scostumate”.

Tutte le foto sono di Anja Rossi

2 Commenti

  1. Paolo Holzl scrive:

    Se da Capoliveri foste scesi alla splendida spiaggia dell’Innamorata avreste trovato un altro ferrarese.
    Paolo Holzl, da 30 anni informatico ferrarese che durante i mesi estivi insegna Windsurf a italiani,svizzeri, francesi, russi, danesi, olandesi ecc.
    Turisti che scendono alle incantevoli spiagge dell’Elba con l’ombrellone da piantare nella spiaggia libera, oppure da qualche splendida dimora dei villaggi, o via mare da qualche megayacht, con il loro tender.

  2. Maurizia Farinelli scrive:

    Ciao,
    Lo sapevate che qui a Ferrara c’è l’unico vero elbano, nato a Portoferraio, all’Isola d’Elba?
    Penso lo conosciate…tale Eugenio Squarcia, che avrebbe potuto essere un valido aiuto per l’isola,
    in quanto vi ha vissuto il periodo estivo per sette anni…..ma come si suol dire….Nemo profeta in patria!!!!

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