Cosa succede a Ferrara dopo la Metafisica? Nulla, anzi, ‘Nullo’. Per capire cosa hanno in mente il musicista Giacomo Marighelli e il grafico e scrittore Lucien Moreau (al secolo Eugenio Squarcia) bisognerebbe parlarci per ore, come ho fatto io e come posso cercare di riportarvi qui. Ma credo che la cosa più sensata da fare in questi casi sia andare a vedere con i propri occhi, anche per cinque minuti soltanto, per poter dire poi in autonomia: “che boiata pazzesca!”, “fichissssimo”, “adesso lo faccio anch’io”, “mmmbah”, “però ci vuole coraggio” e così via.

Nel caso, avrete tempo fino alla mezzanotte di oggi sabato 4 luglio – tra l’altro festa dell’indipendenza americana e al contempo giorno in cui là si temono i più feroci attentati – per fare un giro al palazzo della Racchetta di via Vespergolo 4, nella sala che dà sulla via, dove da ieri mattina i due hanno l’intenzione di riempire uno spazio.

Riempirlo di cosa? Di ego, of course.

Confessioni di un artista di mer** parte proprio da qui, o arriva qui. Il titolo, preso in prestito dall’omonimo racconto scritto da Philip K. Dick nel 1957, rende omaggio “a quell’unica occasione in cui il grande scrittore di fantascienza, afflitto da gravi problemi economici, rinunciò alla propria vocazione letteraria per dedicarsi ad un testo “vendibile” e “facile” ma allo stesso tempo del tutto autobiografico”, si legge nel volantino dell’evento. “E fu tra l’altro quello che gli diede maggiore successo, rispetto a tutti quelli che scrisse di fantascienza, che furono un’infinità”, aggiunge a voce Eugenio Squarcia//Lucien Moreau. Quindi l’ego vende, l’ego cos’è? E la fantascienza più temibile è quindi il nostro oggi?

“L’ego? Il mondo è tutto un ego. È un bene e un male – mi spiegano i due mentre si preparano all’Effimero nullo #1 -, è qualcosa che parla di te anche quando tu non ci sei. In realtà, se ci fai caso, molti parlano di sé, in continuazione. La nostra è una società fortemente egocentrica, pensa solo a Facebook, alla pubblicità. Quello che manca ora è la critica”.

Foto di Anja Rossi

Con questa performance la coppia artistica vuole dare vita anche al Movimento nullo, “che vuol dire che non esiste nessun movimento – proseguono Marighelli e Moreau – in quanto non possono più esistere movimenti di avanguardia oggi”. Chiedo perché. “Perché sono tutti artisti, oggi. La politica è arte, l’economia è arte, tutto è arte. L’avanguardia è diventata democratica, l’arte popolare, tutti fanno arte. Basta sentire i politici, davvero: quello che dicono, come lo dicono, non può che essere arte. Sono diventati più artisti degli artisti stessi”.

Il nulla, se lo si guarda sotto la lente della tradizione filosofica orientale (ma anche in quei lontani filosofi greci che affermavano “so di non sapere”), può abbracciare il tutto. Può arrivare a riempire gli spazi. “Questa è una sala vuota – spiegano – ma un po’ alla volta ci metteremo dentro una narrazione, quella cosa che oggi manca di più nelle comunicazioni tra presone. Vogliamo indagare l’assenza del luogo e delle cose, riempiendoli man mano del nostro ego. Questo atto è più fantascientifico della fantascienza stessa, e sarà una specie di specchio per chi passerà a trovarci, a vederci”.

L’Effimero nullo è uno specchio. “È una terapia per vivere con una maggiore consapevolezza le cose, gli spazi. Ora quel che manca è la critica, appunto. Le avanguardie lo erano, verso la società e verso se stesse. La critica serve a migliorare l’arte, mentre oggi non si critica più nulla. E se lo si fa, è per vendere qualcosa. Manca la missione, la narrazione, il racconto. Per questo Effimero nullo sarà la confessione di due artisti di mer**, e tu potrai essere lì davanti a noi per giudicarlo e per portare a casa qualcosa. La nostra vuole essere una maniera di parlare, e il movimento una sfida, che tutti potranno sottoscrivere, se vorranno”.

22 Commenti

  1. Matteo scrive:

    Veramente Dick di romanzi non fantascientifici ad ambientazione semi autobiografica ne ha scritti un botto, Lo stravagante mondo di mr Fergesson, In terra ostile, L’uomo dai denti tutti uguali, ecc…

  2. Raimondo Galante scrive:

    Desideravo fare i complimenti all’autrice per l’acuta analisi che a mio avviso rinvia al concetto di massificazione dell’arte già presente nella riflessione estetica di Walter Benjamin nel suo celebre saggio “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. Anche nel caso di Effimero Nullo l’artista si confonde con lo spettatore e diviene protagonista solo l’opera d’arte che viene resa immediatamente e totalmente fruibile. L’ego si annulla nel processo di esposizione totale che rende protagonista chiunque, anche accidentalmente e temporaneamente, prenda parte al processo. Questo in ultima analisi rivela anche come la Fisica Quantistica ed in particolare il principio della prevalenza del punto di vista dell’osservatore sull’oggetto osservato si rivelino essere un’ottima chiave ermeneutica per poter interpretare la nostra realtà odierna, che priva ormai di certezze e punti fermi, si dimostra cangiante e mutevole e sfuggente assumendo di volta in volta, a seconda di come venga vista, forme e significati differenti.

  3. mary scrive:

    L’arte è rara, e di certo non si trova in vetrina in via Vespergolo 4.
    Li si può trovare l’imbarazzante proiezione dell’ego di due persone intente ad allestire la loro personalissima ludoteca in una stanza provvista di ampia vetrina.
    Si giustificano dichiarando che tutto è arte e professando una confusa teoria nichilista di provincia.
    Certo Effimero nullo non è un titolo da cui ci si possa attendere molto, e di fatto i ragazzi sono all’oscuro dell’esistenza delle avanguardie contemporanee, ma qualcosa di più da parte di due che guardano il nulla “sotto la lente della tradizione filosofica orientale”, in vetrina in via Vespergalo 4, si me lo sarei aspettata.

    Come critica, può andare?

  4. Giorgio scrive:

    Arroganze fanciullesche. Colpi di spugna. Ignoranza. Luoghi comuni. Mercificazione. Servilismo. Copiature. Tutto tranne che arte.
    La vetrina di Vaspergolo mi rammenta le vetrine di Amsterdam. Stessi crismi. Là però si gode, almeno.
    Dire che tutto è arte è come dire che niente è arte. Si svilisce il concetto di arte tramite le menate mentali di due sedicenti artisti.
    Prendere in prestito “le confessioni di un artista di merda” per dire che si è degli artisti di merda e dare merda al mercato, alla cultura, alla politica, al mondo, non è operazione originale. Lamenti. Solo lamenti. Nullità. Ne mancava. Si, ne sentivamo proprio il bisogno di altre cagate e pessimismi.
    Manca il concetto e manca l’opera. Nulla. Allora? Mica si è tutti stupidi qua?
    Andate a lavorare, a studiare, andate a capire, ad imparare davvero come si fa ad essere artisti, e non è detto che lo diventiate; non è sufficiente, no, mettersi in vetrina e scimmiottare i grandi, scimmiottare l’arte e gli artisti. Che, tra l’altro, di merda di artisti non ve ne sono mai stati e mai ve ne saranno. O lo si è o non lo si è. L’essere artista non contempla la vicinanza di qual si voglia aggettivo. Spiacente per voi.
    Consiglio: raccolta di pomodori, e altri lavori simili nei campi assolati, come palestra per fare delle vere performance.

  5. Virginia scrive:

    Vorrei spezzare una lancia, in favore di questi straordinari ragazzi.
    Non che abbiano bisogno di essere difesi!
    Partendo dal presupposto che nessuno ha in mano la verità assoluta.
    “Che cos’è arte oggi?” è un interrogativo che ci poniamo in tanti.
    Marighelli e Squarcia con il loro estro creativo hanno lanciato un messaggio; forse non cambierà il mondo, e magari non rivoluzionerà l’arte contemporanea.
    Ma in una cosa sono sicuramente riusciti: in un momento storico e sociale dove tutto è fruibile fino alla nausea, dove veniamo bombardati di suoni e immagini che non ci prendiamo più il tempo di osservare e ascoltare con attenzione..
    Beh loro questo tempo sono riusciti a conquistarlo! Perché chiunque sia passato davanti a quella vetrina durante la loro performance non ha potuto astenersi dal dedicargli almeno qualche minuto.
    Ed oggi questa si può ritenere sicuramente una conquista!

  6. Breccia scrive:

    Arte, arte, arte….cosa sia veramente nessuno lo sa veramente. Marighelli e Squarcia hanno creato un evento situazionista o, per chi non conosce quel movimento, può anche essere riferibile al dadaismo più estremo…..una bellissima e creativa provocazione. Per alcuni leggo che è un problema l’età, come se i futuristi, i dadaisti o gli artisti d’avanguardia dei vari movimenti che si sono succeduti nel XX secolo fossero degli attempati signori e dalla loro età accedessero ad una maggiore credibilità. Gli artisti delle avanguardie citate erano giovani e sprigionavano la loro energia rivoluzionaria nel campo artistico e non solo con performance e provocazioni che venivano regolarmente interrotte da lanci di verdure e da scazzottate. Ai due bravissimi ragazzi, molto preparati e non piovuti in città dalla più profonda e desolata campagna, è andata molto bene: hanno determinato attenzione, discussione e interrogativi sul significato di arte oggi e questo, al di la dei bellissimi momenti di body art e di poesia del suono e del segno grafico che ho visto e sentito, è un grande successo in una città come Ferrara ancora in gran misura legata a schemi tradizionali, borghesi e passatisti. Continuate così !!

  7. Giorgio scrive:

    Facile dire che l’arte è difficile dire cos’è. Che avrebbe mai di lurido, di poca arte, la desolata campagna che Breccia indica come luogo di non provenienza dei due?
    Certo è che l’ignoranza c’è ovunque e ovunque la supponenza.
    Cosa c’è di provocatorio nel citare o ripetere cose viste e riviste?
    Ma se si vuole spezzare lance, difendere la banalità, è un’altra la questione.
    Beata ignoranza allora, si continui a dire che l’arte non si può definire. Da contestare quindi la critica quando non si prostra, non compiace, quando non sta al giogo di chiunque abbia la presunzione di essere artista senza esserlo.
    Inutile la critica quando non piace allora. Meglio che manchi dunque: si è tutti felici e contenti.

  8. Breccia scrive:

    Breccia non ha mai usato la parola e la definizione “Lurida campagna, ecc” ma lo scopo era far capire che si tratta, a mio avviso, di due giovani che non vivono isolati e in qualche angolo nascosto e remoto, ma che sanno , conoscono, discutono, studiano. Se a Giorgio non è andata giù la performance e il manifesto del nulla o del Nullo forse i due hanno proprio raggiunto l’obbiettivo, di provocare. Provocare una discussione su cosa è l’arte oggi. Quindi al di la degli insulti (grazie per “ignoranza” dispensata a piene mani caro profeta della saggezza) che al sig. Giorgio ben riescono….consiglio un incontro al Palazzo della Racchetta in cui si possa approfondire, capire e liberamente anche condannare l’esperimento….ma guardando negli occhi i due artisti con coraggio e determinazione. Poi oltre non commento perché si creerebbe una discussione che sembrerebbe di un avvocato difensore e di un avvocato accusatore e così non è…..per niente, per NULLA !! Avanti con la sperimentazione e la scoperta delle mille facce dell’arte.

  9. mary scrive:

    Arte arte arte.. cosa sia veramente nessuno lo sa, qualcuno fa finta di saperlo, qualcuno non accetta che vi sia chi ne capisce più di lui, qualcuno prova addirittura a farla, ma almeno questo dovrebbe essere chiaro per tutti:
    Dadaismo dal 1916 al 1924
    Situazionismo dal 1957 al 1972
    Le avanguardie si chiamano così perché fanno cose nuove.
    I due ragazzi nel 2015 “creano un evento situazionista..riferibile al dadaismo”, in vetrina in via Vespergolo. Dico nel 2015.
    Arte contemporanea no?
    Guai a chi dice il contrario! Siamo a Ferrara, mica in provincia..

  10. Breccia scrive:

    Cara Mary per sempre, il situazionismo, il dadaismo, il futurismo non sono finiti come in maniera nozionistica citi tu ma sono ancora esistenti, sono nel DNA dei giovani artisti, sono nella pelle e nella pancia delle odierne avanguardie. Fatti una ragione perché quelle provocazioni dialettiche e artistiche non sono finite e vivono a New York, a Berlino, a Londra, a Parigi. Ferrara è troppo abituata al convenzionale, all’arte interessante, bella, vissuta ma scontata. Date spazio alla ricerca e alla sperimentazione e criticate liberamente ma dategli spazio e prendete le cose positive senza insultare, senza fare i saccenti, senza credere di sapere più degli altri. Con umiltà di chi scopre il mondo guardiamoci attorno e cerchiamo di capire. A presto.

  11. Giorgio scrive:

    Anche i dipinti di Altamira sono nel Dna. Esistono! Ma cosa vuol dire avanguardia? vuol dire guardare avanti, andare, essere, porsi in avanscoperta: è un termine usato in molte battaglie. I soldati più intraprendenti, audaci, che non avevano paura di rimetterci neppure la pelle (a proposito, o sproposito, di body art) andavano avanti a tutti, per fare strada agli altri, per vivere.
    Gli artisti d’avanguardia sono al pari audaci e combattenti, prendono parte personalmente alla loro tanta provocante provocazione nel far parlare d’arte! Sai che c’è di provocatorio! Non si è muti e si parla di tutto in continuazione, anche troppo, anche solo per dare aria alla bocca.
    Ferrara 500 anni fa era New York. Lo sanno anche i muri. Per cui le cose che ora fanno a New York sono già state tutte fatte qui: da 500 anni! Altro che convenzionale la città! Le cose che ora si fanno a Ferrara sono già state fatte in un’altra metropoli con il fuso orario più avanti, o all’avanguardia, del nostro.
    In breve: perché Breccia prende tanto a cuore la questione? Mary fa una critica, io faccio una critica ma ciò non sta bene. Va bene così. Conferma che il “manifesto” più che nullo è fasullo.

  12. mary scrive:

    Ah.. quindi lei ha assistito ad una performance d’arte contemporanea!? Che fortuna!
    Sa Breccia che i suoi argomenti (da avvocato delle cause perse) non fanno che fare brutta figura ai suoi due amici, più di quanta non ne abbiano già fatta, quasi mi dispiace che la loro difesa passi per la sua penna. Lei dimostra quanto sia di fatto inutile criticare e provocare, qui non ci si può discostare dalla linea, o “tutto bene tutti bravi” o niente! Ti becchi il pistolotto ecumenico.. E allora dove sono le discussioni e gli interrogativi sul significato dell’arte oggi???
    Nulla.. meglio.
    Poi le date nozionistiche le ha linkate un certo Breccia. Conosce?
    Poi l’unica cosa che mi interessa sapere da lei, è se salutandomi con un mieloso “Cara Mary per sempre” era a conoscenza del fatto che “Mary per sempre” è una prostituta transessuale.. mi dispiacerebbe se si fosse abbassato ad una tale battuta da provincialotto, ma no, probabilmente lei Breccia, ignorava e basta.

  13. Breccia scrive:

    Ma ragazzi avete voglia di litigare ?
    di trovare il pelo nell’uovo ?
    Datevi una calmata !
    No a “Tutti Bravi e Tutto BENE !”
    No a Pistolotti ecumenici !
    Si alla libera discussione !
    No a insulti !!
    (avvocato delle cause perse…parla di tutto in continuazione, anche troppo, anche solo per dare aria alla bocca……certo è che l’ignoranza c’è ovunque……..arroganze fanciullesche. Colpi di spugna. Ignoranza. Luoghi comuni. Mercificazione. Servilismo. Copiature. Tutto tranne che arte……la vetrina di Vaspergolo mi rammenta le vetrine di Amsterdam……..consiglio: raccolta di pomodori, e altri lavori simili nei campi assolati, come palestra per fare delle vere performance.
    Possiamo vederci, uscire allo scoperto e parlarne !!
    Avete questo piccolo e insignificante coraggio ??
    Tranquillamente e serenamente quando volete senza prese di posizione arroganti e presuntuose ma con umiltà e amicizia !
    Sta a voi Mary e Giorgio adesso !
    Aspetto e confido in un dibattito guardandoci in faccia, negli occhi !!

    PS) (Mary per sempre… non voleva essere una citazione offensiva, anzi)

  14. pp scrive:

    ciao Breccia,
    perché mai ci tieni al dibattito faccia a faccia? Non è sufficiente riportare la propria opinione (perarltro per niente offensiva) quassù dato che c’è la possibilità di commentare? Perchè “sfidi” all’ INCONTRO ostentando coraggio? coraggio de cheeee?

  15. Breccia scrive:

    PP ricorda che le discussioni in chat, in rete sono inficiate dalla mancanza di rapporto, di contatto umano e gli insulti di persone che vogliono motivare delle opinioni, se anonime, non mi piacciono ma non mi piace nemmeno il mio di anonimato perciò invito ad una serena discussione sul tema guardandoci in faccia…..del resto è il sistema più antico e universale per confrontarsi e possibilmente capirsi.
    O questo non interessa nemmeno a te ? gettare il sasso pesante delle offese e nascondersi dietro pseudonimi rende molto deboli le idee che si sostengono.
    O no ?….pensateci non c’è fretta.

  16. gianni venturi scrive:

    Salve a tutti, uso questo spazio, per un commento su di un evento “accaduto” all’interno degli spazi di una “galleria d’arte” e nella mente in divenire di due artisti che rispetto e amo: Eugenio Squarcia e Giacomo Marighelli! Ho letto di tutto sulla loro performance. Molti giudizi negativi, quindi? La performance è perfettamente riuscita! Diceva Marina Cvetaeva: Calzolaio, parla di scarpe, dimmi come è fatta una scarpa, ma lascia stare la poesia, quella lasciala a noi poeti! Il fatto che alcuni non vi abbiano scorto nulla, può volere dire due cose: O non hanno saputo vedere, o semplicemente in mostra c’era l’idea nichilista di un nulla cosmico. In tutti due i casi pieno successo dell’atto d’arte! L’arte concettuale, è nata per esternare un concetto, a volte privo di forma, sempre al di la della forma. Come si può rendere visibile un concetto? Nel momento stesso che si nega l’esistenza del concetto, già lo si nomina, quindi il concetto esplode, anche nelle menti assolutamente non aperte. Caro oscuro fruitore in negativo, il fatto che tu non riesci a vedere, non significa che il colore sia assente!

  17. mary scrive:

    Lei, Gianni Venturi, ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista.
    E’ risaputo come le osservazioni cambino in base alle prospettive assunte; temo però che la sua, di prospettiva, risenta del fatto di esse amico, compagno di suonate e collaboratore dei due ragazzi, come dire uno sguardo non esattamente indipendente ed obiettivo.. Sebbene sia quindi scontata la sua iscrizione al partito del “tutto bene tutti bravi” (si sta ora valutando se cambiare la sigla in “pieno successo in tutti i casi”), avrebbe almeno potuto offrirci la sua di “visione”, invece che darsi agli esercizi di retorica, e sicuramente sarebbe potuto essere più rispettoso nei confronti dei non vedenti e dei daltonici.
    Per quanto mi riguarda, io sono appena andata dall’oculista e mi ha assicurato che ci vedo benissimo!

  18. gianni venturi scrive:

    Sorrido grazie all’intervento della signora Mary! Non avrei nemmeno dovuto commentare così tanta banale presunzione, e provinciale osservazione! Che dire? Di più da quanto espresso con tanta veemenza dai tanti attenti osservatori! La performance continua, e pure lei Mary ne è l’attrice inconsapevole, ma non per questo meno brava! Il suo dialogo surreale, mi riempie di vibrazioni apocalittiche! Mi porta alla mente la fisica quantica! Grazie a tutti i partecipanti allo spettacolo, sopratutto a quelli negativi! La battuta dell’oculista, è geniale, e quella sui daltonici, un lampo di luce! Brava, veramente brava! Per quanto concerne i non vedenti, be chi l’ha detto? Si, che non vedono, magari vedono altro! “Amico di suonate?” Anche di bevute, di vomitate criptiche! Si amico! E allora? Questo mi trascina al di sotto dell’esposizione del nulla? Per finire con frizzi e lazzi, in tono con gli interventi: Mary, cosa l’ha tanto infastidita? Il niente manifestato? La presunta presunzione? Lo smisurato ego a suo dire? Potrei citarle innuverevoli situazioni di odio nei confronti di opere e azioni d’arte, poi passate alla storia! Dicevano che avrebbero trovato Picasso impiccato dietro alle ” Mademoiselle d’Avignon!” Un critico feroce disse che i Buddenbrook erano un colossale polpettone! I dirigenti rai non filmarono i Beatles, al concerto del Vigorelli, perchè dissero che sarebbero stati un fuoco di paglia! Carmelo bene ha ricevuto insulti e sputi…Sapete cosa c’è? Siete taqlmente abituati al tran tran artistico del fiorellino che esce dal vaso, che bocciate tutto quello che esce dalla vostra ottica. A volte penso che la gente come voi sia la peste per l’arte! Siete gli untori!

  19. Breccia scrive:

    Che noia Mary e company con questo “tutto bene, tutti bravi”.
    Le manca a lei come a PP e a Giorgio il coraggio di un confronto diretto guardando in faccia le persone che così facilmente offendete.
    Siete ombre nell’ombra, anzi nel buio.
    Vi invito ancora una volta….l’ultima, ad una bella chiaccherata sull’arte, sulle performances, sui due artisti maledetti e rei di avere disturbato le vostre certezze.
    Coraggio !! lo faremo con bevuta di tè cinese o giapponese in segno di possibile serenità.
    A presto. Aspetto un segno, un gesto gestuale, una performance di coraggio.

  20. Utente1 scrive:

    Vorrei commentare anch’io, che di arte ne vedo e ci lavoro continuamente: smettiamola di fare i passatisti ed i citazionisti; la vera avanguardia, se così la vogliamo definire, si crea nella visione complessiva e globale dell’oggi. Certamente il “passato” e la Storia sono importanti per avere un punto di vista, ma non si può passare la propria vita in un guscio “nutshell” artistico che rischia di cadere sui soliti, e risaputi, cliché retorici. Abbiamo capito che la società denunciata in 1984 di Orwell è da aborrire e da esporre come uno “spaventapasseri” ai corvi nel campo, ma altresì bisogna elaborare, vivere il presente e denunciare ciò che oggi si rischia. Internet? Sarebbe questo il “Grande Fratello”, forse! Internet è ormai parte del nostro presente, così come lo erano gli aerei e le nuove scoperte scientifiche (teoria della relatività) durante il periodo delle “Avanguardie Storiche”, quindi non ci sarebbe da stupirsi se vi fosse una denuncia, ma al contempo un fascino per ciò che sta per avvenire e aggiungo: non si fonda sul “chi va là”, l’arte, ma sull’apertura a nuove possibilità. Abbiamo Internet? Bene, allora un domani potremo esplorare nuove frontiere dell’arte. Il videogioco, la realtà virtuale, la fisica quantistica e la ricerca astronomica, la guerra in medio oriente e il capitalismo forzato della Cina, oppure il problema energetico. Ecco i temi di oggi! Il resto è un’arte “vintage” che si nasconde dietro un velo appesantito dalla sua, ormai densa, polvere.

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