Era una casa del popolo, adesso è un pub. No non è un pub, è un locale che fa musica live. No non è un locale che fa musica live è un circolo Arci aperto a tante contaminazioni e suggestioni, in cui non fare esclusivamente musica ma più in generale “cultura”.

“Abbiamo in mente di ospitare performance teatrali, presentazioni di libri, e ovviamente tanta musica dal vivo” ci ha detto Tommaso, uno dei cinque ragazzi che hanno aperto Zone K, il circolo Arci che ha inaugurato le sue attività sabato scorso a Malborghetto. “Una di quelle serate che non ti aspetti, anche se ti auguri vada così”, ci ha detto Andrea.

A dire il vero il circolo Arci Zone K (poi vi spiego anche il perché del nome, che merita un’approfondimento tutto suo), è un po’ tutte queste cose. Pur essendo un locale piccino, con un bancone ben rifornito di birre inglesi (ma anche tedesche), qualche buon single malt, vini scelti “con una particolare attenzione alla provenienza”, Zone K è una bellissima idea.

Ora però vi levo immediatamente il dubbio lacerante sul nome, mi immagino tutti voi su Wikipedia a cercare notizie di Zone, di K, di un tizio di nome Zonek. Ebbene no. Il nome del circolo, che era anche il nome dell’associazione con cui Tommaso, Cosimo, Chiara, Andrea e Gigi organizzavano concerti, è frutto di una suggestione cinematografica. Una suggestione che non ha nulla di ovvio o di già sentito. Niente Kubrik o Spielberg, nemmeno Peter Jackson o Quentin Tarantino. Il nome “Zone K” è liberamente tratto da «Zeder», di Pupi Avati, un film del “periodo horror” del regista bolognese. “Nel film si parla di terreni K, luoghi in cui i morti possono tornare in vita, a noi piaceva quest’idea delle cose che possono rinascere e abbiamo deciso di chiamarci Zone K” ci ha spiegato Cosimo.

Foto di Giulia Paratelli

L’impatto del locale appena si entra è molto suggestivo, sulla sinistra fa bella mostra di sé un vecchio jukebox “che però non funziona – racconta Andrea – l’ho trovato abbandonato vicino a dei bidoni della spazzatura e me lo sono portato a casa, gli manca tutto il meccanismo ma almeno da fuori l’ho sistemato io”. Proprio di fronte al jukebox c’è il bancone, con un giradischi, l’assortimento di vino, liquori e, in fondo, come una visione, la spina per le birre. Se si attraversa una parete di vetro si accede alla sala concerti, dove si abbandona un po’ il clima da pub inglese e lo sguardo è catturato dall’insegna dietro il palco con la scritta illuminata “Zone K”, fatta da Andrea. Il palco è spazioso e la sala è insonorizzata al meglio perché a quanto pare con i vicini i ragazzi del circolo non hanno problemi, ma è meglio prevenire che curare.

Qual è la storia di Zone K? Me lo sono fatto raccontare da Andrea, uno dei soci dell’omonima associazione nonché barista del circolo.

“Zone K è stata prima di tutto un’associazione, un gruppo di amici, con i quali abbiamo iniziato ad organizzare concerti. Non avendo un luogo fisico tutto nostro, all’inizio ci appoggiavamo ad altri locali e circoli della città e della provincia”.  Quando Zone K era un’associazione ha infatti organizzato concerti un po’ dappertutto in giro per Ferrara, sempre con un’attenzione particolare alla qualità della proposta però. Infatti Andrea tiene a precisare che “abbiamo sempre provato ad associare gruppi della zona con gruppi, magari un po’ più famosi provenienti da fuori”.

La domanda allora sorge spontanea: “Come mai un locale tutto vostro e come mai a Malborghetto?”

La risposta di Andrea, Cosimo e Tommaso, tre dei cinque membri del direttivo di Zone K è la stessa: “Era un sogno che avevamo da un sacco di tempo”, poi è Tommaso che spiega come mai proprio a Malbo: “l’opportunità si è presentata qui, dove c’erano già state altre realtà che facevano musica live, e abbiamo deciso di coglierla al volo. Nel realizzare il locale abbiamo pensato di renderlo il più possibile confortevole per gli artisti che ospiteremo”. Infatti dietro al palco rialzato, c’è tutto uno spazio per far rilassare le band che verranno a suonare. Praticamente un circolo votato alle performance live, “a misura di musicista” (ve lo posso garantire io, che musicista non sono).

“Da quando abbiamo annunciato l’apertura del locale ci sono arrivate moltissime mail di gruppi che vorrebbero venire a suonare qui, stiamo cercando di rispondere a tutti, considerando che la programmazione più serrata avrà inizio a settembre”, aggiunge Tommaso.

Un locale per musicisti fatto da musicisti insomma, che non avrà esclusivamente a che fare con “rock di più o meno tutti i generi” come ci ha detto Andrea, ma che al giovedì sera ospiterà ad esempio una rassegna jazz, curata dal maestro Roberto Manuzzi.

Alla faccia di chi dice che “a Malborghetto non si fa mai nulla”. Eccovi serviti.

2 Commenti

  1. Blizzard scrive:

    Tutta Malborghetto è un terreno K 3:)

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