Caterina Zanca ha 44 anni e vive ad Atene.

Quando sei emigrata?

Nel settembre del 2012. E’ stata una decisione difficile, ma alla fine i sentimenti hanno avuto la meglio. Nel 2009 a Firenze ho conosciuto Dimitri e dopo circa 4 anni di “pendolarismo dell’amore” tra Ferrara ed Atene, abbiamo deciso di sposarci e stare finalmente insieme. A Ferrara gestivo un negozio in centro, vendevo tutto l’occorrente per le feste, era una mia creatura, (molti ferraresi ricorderanno questo piccolo negozio pieno di colore!) ed ammetto che lasciarlo mi è costato anche in termini affettivi. Lavoro comunque nello stesso settore commerciale anche ad Atene: abbiamo un’azienda che fornisce palloni e decorazioni a supermercati e negozi.

Sto imparando il greco moderno, mi sono rimessa sui libri cominciando da un alfabeto diverso come se fossi stata in prima elementare. Ricordo ancora il primo giorno del corso base, eravamo in 18, provenienti da 14 paesi diversi, la lezione era in inglese. Uno shock. Ora dopo 2 anni, capisco, leggo e comunico, seguo un corso avanzato ed ogni giorno faccio piccole nuove conquiste lessicali. Ci vuole molta pazienza. Il lato divertente è che poi non riesci più ad esprimerti con una sola lingua, ti scappa una parola, oppure sai esattamente il significato, ma non puoi tradurre letteralmente nella lingua madre. E’ un apprendimento continuo.

Cosa ti manca?

Mi manca soprattutto un posto dove andare e sapere che comunque qualcuno che ti conosce lo trovi sempre. Qui lo chiamano “steki”, per me a Ferrara era “da Pado”, un posto dove arrivi e ti sorridono perché sanno chi sei e cosa bevi e magari sono anche contenti di vederti. Mi manca la famiglia anche se con un massiccio uso di Skype siamo sempre in contatto. Mi mancano gli amici di sempre e mi mancano le piste ciclabili. La nostalgia di ciò che eri, dei luoghi, delle persone care è spietata e ti invade all’improvviso.

“Potrebbe essere una canzone, un profumo, una parola o una foto a riportarti di colpo indietro nel passato. Proprio quando vivi la tua vita in modo tranquillo nel tuo nuovo paese, ecco che i ricordi e la nostalgia ti attaccano. In momenti come questi, daresti qualunque cosa pur di tornare anche solo per un istante”.

Non sono parole mie ma esprimono esattamente ciò che si prova.

Foto di Caterina Zanca

Cos’hai trovato?

A parte ovviamente un compagno di vita, ho trovato una metropoli che pulsa nonostante la crisi. Atene è come un mostro buono, una distesa di cemento sovrastata dall’Acropoli, piena di contraddizioni in bilico tra Oriente e Occidente, tutta da scoprire. Ora la amo. Uno dei miei quartieri preferiti è sicuramente Gazi che deve il suo nome alla fabbrica di gas costruita nel 1864 vicino al centro. La struttura è stata completamente ristrutturata mantenendo comunque gli impianti a vista, e copre un’area di circa 30 mila metri quadrati. E’ uno spazio di incontro soprattutto per i giovani, ma è frequentato trasversalmente da tutte le generazioni.

Dal 1999, quando è stato fondato il più grande centro di cultura in città, Technopolis, tutto è cambiato e oggi la zona ospita 20 teatri, oltre 60 tra ristoranti e bar oltre a molti locali di musica e un cinema all’aperto. Gazi è anche il cuore pulsante della scena gay di Atene ed è anche un quartiere coloratissimo grazie ai tanti murales che mi diverto a fotografare.

Qui ad Atene ho trovato, casualmente, anche un gruppo di donne, italiane e italofone, con cui prepariamo uno spettacolo all’anno in occasione della giornata della donna, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Questo 8 marzo abbiamo messo in scena uno spettacolo tratto da “Parole da Dentro” di Adriana Lorenzi, dove prendendo spunto da un laboratorio di scrittura autobiografica che si è svolto presso il carcere femminile di Bergamo, abbiamo parlato di donne detenute: pensieri, emozioni, sentimenti, episodi di vita che le carcerate hanno affidato alla scrittura autobiografica, a lettere o a diari personali rievocando il passato. L’anno scorso lo spettacolo era sul femminicidio, l’abbiamo vissuto con grande emozione essendo un tema molto sentito, soprattutto in Italia. Il teatro, con cui avevo chiuso molti anni fa a Ferrara, mi ha riaperto uno spiraglio qui ad Atene dove ci sono progetti e nuove idee.

Ora della Grecia si parla quotidianamente anche nei media italiani, immaginatevi qui… Non c’è giorno in cui non si affronti il tema della crisi economica, e le ultime elezioni hanno sicuramente dato speranza ad un popolo in ginocchio. La sinistra ripone grande fiducia nel nuovo ministro dell’economia anche se, secondo la mia modesta opinione, combattere l’alto livello di corruzione ellenico sarà un compito difficilissimo.
In famiglia, dove mio marito è studioso e appassionato di economia, sento parlare di Varoufakis da anni, i suoi libri in soggiorno sono accanto a quelli di Paul Krugmann: ora mi fa sorridere vederlo tutti i giorni sulle maggiori testate internazionali, ma comunque forza Varoufakis!

Che cosa mangi questa domenica?

Questa domenica abbiamo deciso di andare a mangiare il pesce in una taverna semplice, dove ci sentiamo un po’ come a casa e dove sicuramente troveremo pesce fresco.

In Grecia il mare è così salato, che il pescato in mare aperto non ha davvero bisogno di nulla: dieci minuti sulla griglia e un filo d’olio d’oliva. Venire da Antonis è anche la scusa per fare la strada litoranea che da Atene arriva fino a Capo Sunio, la vista è mozzafiato. Sempre.

1 Commento

  1. Andrea Forlani scrive:

    Brava Stefania, bel pezzo.

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