da: ufficio stampa Comune di Ferrara

E’ veramente singolare constatare come a pochi stia a cuore il definitivo restauro di Palazzo Schifanoia, mentre invece la paventata chiusura della caffetteria che si trova nel cortile del palazzo ha suscitato l’interesse dei mezzi di informazione, oltre a miriadi di interventi e commenti sul web. Da ultimo, anche alcuni esponenti di un paio di forze politiche di opposizione hanno pensato bene di salire sul carro della polemica, ergendosi a paladini di un imprenditore angariato, in difesa della continuazione della gestione della caffetteria da parte di quest’ultimo.
Prima di tutto, mi sia consentito dare una piccola notizia, che temo interesserà a pochissimi ma che è tuttavia necessaria per comprendere il contesto generale: il progetto per l’adeguamento sismico e il conseguente restauro di Palazzo Schifanoia sta terminando l’iter delle necessarie autorizzazioni. Vincoli delle finanze locali permettendo, speriamo di avviare il cantiere a cavallo della fine d’anno. A lavori conclusi, avremo un palazzo sicuro in tutte le sue parti (dopo i danni provocati dal sisma del 2012, che ne hanno ridotto gli spazi agibili), con un allestimento museale completamente nuovo e pensato per dare visibilità anche a tanta parte del nostro patrimonio artistico (ad oggi conservato nei depositi), e un ascensore, che finalmente consentirà a chiunque di accedere al piano superiore. Ma ora smetto di dilungarmi su queste “inezie”, e passo all’argomento che sta veramente a cuore al popolo del web, ad alcune forze politiche e – di conseguenza – ai mezzi d’informazione.

L’attuale concessione per il servizio di gestione della caffetteria scade ai primi d’aprile. Data la natura commerciale dell’attività (la caffetteria sarà pure un luogo dell’anima, ma rimane sostanzialmente una caffetteria), non si può provvedere ad affidare nuovamente il servizio se non attraverso un bando di gara. L’attuale gestore sostiene di aver maturato il diritto a vedersi riconosciuto un affidamento diretto. Nonostante sia stato invitato più volte, anche nel corso di numerosi incontri, a sostenere questa sua pretesa con valide argomentazioni giuridiche, l’invito è caduto nel vuoto. Forse se le motivazioni non arrivano è perché di valide – sul piano della legittimità – ve ne sono poche o nessuna.
La decisione presa dall’Amministrazione comunale è di non procedere con il bando per il nuovo affidamento del servizio fino al termine dei lavori. Il motivo è semplice: i lavori comporteranno la chiusura del Palazzo e anche il cortile sarà area di cantiere. Sarebbe sbagliato suscitare legittime aspettative in coloro che sono disposti a candidarsi per la gestione (di manifestazioni di interesse ne abbiamo avute parecchie, e chi le ha avanzate non ha – fino a prova contraria – minori diritti rispetto all’attuale gestore), per poi deluderle con un forzato periodo di chiusura, che purtroppo – considerata la complessità e delicatezza del restauro – non sarà breve.

Ma perché allora non prorogare l’attuale gestione fino all’inizio dei lavori? Il motivo, anche in questo caso, è semplice: l’attuale gestore è moroso, non paga il canone di concessione. Una morosità iniziata prima del sisma, quando cioè la gestione non poteva ancora aver risentito degli effetti negativi derivanti dal terremoto, che si è tradotta in un debito significativo nei confronti del Comune, cioè di tutti i cittadini ferraresi; e che apparirà, credo, scandalosa a tutti coloro che invece un canone lo pagano.

Il debito, dicevo, è rilevante, e permane tale nonostante:
a) si sia concesso al gestore di riprendere l’attività – a furor di popolo, di associazione di categoria e di articoli di stampa – già a settembre 2012, sebbene il Museo fosse chiuso perché inagibile, dotandolo (ad onere del Comune) di bagni chimici perché i bagni del Museo erano irraggiungibili. Questo, dopo aver inutilmente tentato di prospettare al gestore e alla sua associazione di categoria che con il Museo chiuso la caffetteria ben difficilmente avrebbe avuto introiti adeguati;
b) il gestore si sia tardivamente reso conto che con il Museo chiuso gli affari non andavano bene (sorprendente, vista la mole di testimonianze sul web attestanti il fatto che a Schifanoia ci si va per la caffetteria, e non per vedere gli affreschi del Salone dei Mesi);
c) di conseguenza, il gestore si è nuovamente rivolto all’Amministrazione, e nel corso di incontri tra lui, un dirigente della sua associazione di categoria, il legale dell’associazione medesima e tecnici del Comune si è concordemente convenuto che la dirigente del Servizio Patrimonio del Comune e il legale di parte avrebbero condiviso una soluzione che contemperasse il sollievo alle difficoltà del gestore con l’esigenza imprescindibile di legittimità degli atti del Comune (non si ha qui la pretesa che questa esigenza sia compresa da tutti, ci basterebbe che la sentisse come propria chi siede in consiglio comunale come Paolo Spath di F.d.I./Alleanza Nazionale o in consiglio regionale, come Alan Fabbri della Lega Nord);
d) la soluzione, condivisa dalla dirigente comunale e dal legale di parte, prevede, a decorrere dall’autunno 2012 e fino alla scadenza della concessione, uno sconto significativo sul canone, giustificato dal fatto che il Museo era stato solo parzialmente riaperto nella primavera 2013, e che quindi erano oggettivamente ridotte le potenzialità attrattive anche per la caffetteria (da notare: è vero che il Museo è riaperto solo parzialmente, ma il Salone dei Mesi è visitabile e nel corso del 2014 si sono avuti circa 52.000 visitatori, il picco da molti anni a questa parte);
e) al gestore è stato proposto un piano rateizzato di rientro dal debito pregresso, a cui a tutt’oggi non è stata data risposta. Anzi, si è data risposta con un’abile campagna pubblicitaria, alla quale anche alcuni esponenti politici si sono accodati.

Questi i fatti, che lascio giudicare a voi. Per parte mia, posso solo dire che prorogare la concessione del servizio a un gestore pervicacemente moroso costituirebbe, oltre che un danno erariale, un’offesa al buon senso e a tutti coloro che faticosamente fanno fronte ai propri impegni. Aggiungo che il Comune agirà in tutte le sedi per recuperare un credito che appartiene ai cittadini, e che diffido il gestore dall’utilizzare la caffetteria e il nome di Schifanoia per campagne di informazione e di sottoscrizione che sono tutte squisitamente pro domo sua. Lancio, invece, una proposta agli esponenti di opposizione che hanno ritenuto di strumentalizzare questa vicenda: siccome dovrebbero conoscere molto bene quali sono i limiti posti all’agire di una Amministrazione pubblica, dico che sono disposto a considerare l’ipotesi di una proroga fino all’inizio dei lavori se garantiranno di tasca propria il puntuale pagamento del debito e dei canoni successivi, depositando anticipatamente l’intero importo quale cauzione. Sarebbe anche un bel modo per dimostrare concretamente quella fiducia nelle capacità del gestore che sino ad oggi hanno sbandierato gratis.

Il Sindaco di Ferrara
Tiziano Tagliani

13 Commenti

  1. CULODUEVOLTE scrive:

    COMPLIMENTI NOBEL PER LA CAZZATA TAGLIANI.

  2. Grilloelefante scrive:

    Io non parteggio per Tagliani,mai fatto. Ma riconosco che la spiegazione è veritiera da un punto di vista tecnico e personale. Non ritengo giusto che un commerciante per incompetenza propria e scarsa capacità commerciale monopolizzi con la sua maleducazione un posto che deve essere di tutti. Per di più in mora. Il posto è molto bello, ma inversamente proporzionale alla capacità del gestire di metterti a tuo agio. La bellezza risulta inutile quindi. Io insieme a molte altre persone non frequentiamo piu quel posto cosi ricco di potenzialità e cosi malamente sfruttatto. Dal punto di vista tecnico le poche volte che ho deciso ingenuamente di rovinarmi il pomeriggio passando alla caffetteria non ho mai visto l ombra di uno scontrino. Spero che la giunta sistemi schifanoia e vinca la gara d’appalto finalmente una persona onesta e che abbia lo spirito giusto per vivere un sano rapporto col pubblico.

  3. Grilloelefante scrive:

    Ultima cosa, leggendo l’ appello del gestore per la raccolta fondi chiedo apertamente.
    Perchè attraverso postepay privata e non Crowfounding?
    la differenza è evidente.
    Data la situazione di imminente chiusura e fine appalto, le brave persone che versano qualcosa su quel conto non potranno ricevere un rimborso nel caso in cui (ormai sicuro per fortuna) il gestore non riprenda il controllo del bar.
    con Crowfounding la garanzia di rimborso c’è invece.
    infine i soldi che il gestore chiede sono per pagare un debito privato dovuto a incompetenza (viste come gia affermato le grandi potenzialità del luogo).

  4. enrico scrive:

    Ci son persone che non sono informate e intervengono per denigrare il gestore. Questa è diffamazione. Ovviamente non si firmano. Ma aspettiamo la smentita di Simone Bavia, perché ci son affermazioni che mi risultano non proprio corrette. Soprattutto sui pagamenti prima del sisma. Inoltre molti non sanno che l’affitto aveva rate che non corrispondono agli introiti di un luogo che ospita per lo più solamente i turisti del museo. Cose di cui ci si deve rendere conto. Poi, per la maleducazione, se la tenga in bocca chi la pronuncia.

  5. Simone Bavia/Schifanoia scrive:

    Salve a tutti ho appena mandato una mail a tutte le redazioni per chiarire ogni scorettezza.
    Lo dico apertamente e ne sono convinto di essere una persona onesta e seria .Per chi ha dei dubbi potrà leggere.Per quanto riguarda l’offerta libera serve per l’imposizione di pagare quel debito in 30 giorni e una Crowfounding non è possibile perchè se non si raggiunge l’importo non viene convalidata.Il Comune ha imposto un pagamento impraticabile e senza darmi nessuna scelta di proseguire pagando il debito,quindi per avere una proroga vogliono il soldi.Ripeto vogliono i soldi del canone quando il Museo era chiuso e anche la mia attività.Questa è la verità.

  6. angela buono scrive:

    Caro Simone e Caro Tiziano,
    seguo da tempo le vicende e alla fine penso che, la ragione e la colpa spesso stiano nel mezzo.
    Non ho le competenze di sintesi che mi permettano di spiegare nei dettagli questa teoria ma posso solo chiedervi di fermarvi tutti un attimo a rilettere sulla parola “fine”.
    Questa è la fine di una convivenza difficile in cui ognuno ha dato quello che poteva dare: l’amministrazione ha dato l’uso dello spazio, Simone il suo spirito artistico più che imprenditoriale.
    Ora è dato di fatto che giuridicamente l’Arte che Simone ha messo nello svolgere la sua attività “imprenditoriale” non venga quantificata in valore monetario, ma io penso che invece bisognerebbe tenerne conto, anche se capisco che sia materia assolutamente nuova per i giuristi…..ma le cose cambiano….e dipende sempre dal punto di vista di chi le guarda vedere dove vanno.
    Credo anche che sarebbe controproducente per tutti procedere in questa strana unoine fatta di incomprensioni e altresì imbarazzante per l’Amministrazione cedere un locale ad un insolvente, anche perchè allora tutti gli altri affittuari potrebbero risentirsene.
    Se è vero che la ragione non stà mai da una parte sola io mi sento di proporre un saggio “pari e patta” liberando da debiti assolutamente impagabili per la sua situazione economica Simone Bavia in nome del valore artistico che ha aggiunto al Museo per così tanti anni e lasciandolo così libero si andare a diffondere la sua Arte in un altro luogo.
    E che sia così una Buona Fine.

  7. carlo scrive:

    ho scritto il mio parere su estense.com e la redazione non ha pubblicato,mi sembra che la redazione di estense.com non sia corretta verso i cittadini

  8. Maurizio scrive:

    Ma pubblichiamo tutte le carte che confermino gli importi assurdi richiesti e quelli versati al comune, cosi da far capire a tutti una volta per tutte come stanno le cose e far conoscere a tutti da chi siamo amministrati!!!

  9. Simone Bavia/Schifanoia scrive:

    Ho mandato ad estense.com le foto dei miei estratti conto della banca del 2011 e 2012 per smentire le dichiarazioni di Tagliani,ma non le hanno messe .Se non riesco a mettere i documenti on line ci sarà un motivo….lascio a voi la risposta….vi invito tutti a a schifanoia a vederli così facciamo prima….

  10. enrico scrive:

    Bravo Simkne. E andate a Schifanoia! Almeno chi ha dei dubbi.

  11. Enrico Gherardi scrive:

    ALLORA: ho scritto a estense.com di non pubblicare “commenti calunniosi lesivi della dignità personale e professionale”, e CHIEDO ad ogni altro sito web di non pubblicare i commenti di coloro che usano nickname o nomi posticci per DENIGRARE e CALUNNIARE le PERSONE che invece si firmano, come del resto nella sezione LETTERE di ogni quotidiano cartaceo (dove ogni lettera dev’essere firmata). Poiché costoro usano in molti casi la loro VOLGARITA’ e la loro SCORRETTEZZA per, appunto, calunniare la dignità personale e professionale, ed in modo direi illegale.

    Ritengo così che il sig. Simone Bavia possa pretendere di conoscere i nomi e i cognomi di coloro che possono esser perseguiti ai sensi della Legge. F.to Enrico Gherardi

  12. Francesca Guidetti scrive:

    Ma la gara di appalto che Camelot ha vinto (ma era poi a concorrente unico?) va bene per chi se la prende con Bavia e pretende di giudicare la sua arte, che ha reso questa speciale caffetteria famosa anche in altre parti d’Europa, col metro del salumiere e dei salami venduti?

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