Diceva Guccini che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo. Ci hanno messo circa un mese Ares e Giulia a capire che quello in cui credevano non era per forza morto. Il Patchanka, quell’adorabile locale a poca distanza dalle rive del Po nella vecchia Pontelagoscuro non poteva finire la sua gloriosa carriera così presto.
Un luogo che ha fatto della musica dal vivo il suo cavallo di battaglia, uno degli ultimi avamposti a Ferrara dove poter apprezzare un live di band emergenti, locali e non, riapre questa sera per una seconda gestione tutta da scoprire, dopo esser stato chiuso appena un paio di mesi.

Non è grande il Patchanka, è poco più di un bar quando entri, ma possiede una sala arredata in semplicità con qualche tavolo (e un’ottima tradizione culinaria maturata negli anni) e una saletta per suonare dove tra palco e spazio per il pubblico sembra di essere quasi in un salotto casalingo. Forse questa dimensione intima e raccolta ha contribuito al successo di questo locale nel tempo, fidelizzando la clientela di appassionati che ha trovato qui un vero e proprio rifugio per gli amanti della musica suonata. Ho suonato qui l’ultimo glorioso concerto di quella parte della mia vita dove sono salito su e giù da un palco e devo riconoscere che l’atmosfera che si crea tra musicisti e pubblico è davvero unica.

Incontriamo Ares e Giulia in questi ultimi giorni di preparativi indaffarati per l’apertura: fornitori che consegnano merce, pulizie, sistemazione dei tavoli, ancora tanta confusione in giro che sparirà sicuro in breve tempo. Sono giovanissimi, se così si può dire di due venticinquenni. In altri tempi sarebbe stato normalissimo ma nell’Italia di oggi rilevare la gestione di un locale a quest’età sembra un’impresa impossibile.

Insomma, la crisi, locali che chiudono, gestori sfiduciati. Chi ve l’ha fatto fare?
Giulia: io lavoravo qui, ho dato un mano anche al Camelot Cafè quest’estate (in gestione al Patchanka durante la scorsa stagione ndr). Sia io che Ares eravamo frequentatori abituali da oltre un anno e quando abbiam sentito che avrebbe chiuso per scherzo abbiam detto: lo prendiamo noi. Ci abbiamo pensato su, ci siamo informati meglio sulle modalità ed eccoci qua.

Sembra facile.
Giulia: Siamo in affitto, la proprietà del locale resta sempre dei ragazzi di prima, Erika e Paolo.

Che però non saranno più operativi in nessun modo.
Giulia: Il locale in realtà non aveva problemi di clientela, ma erano personalmente stanchi di questa avventura pur con estremo rammarico. È stata una scelta personale, è bello che si possa portarne avanti lo spirito con la nostra gestione.

Cosa avete in mente per il nuovo corso del Patchanka?
Ares: Raddoppieremo le date dei concerti live. In passato erano solo il sabato, a volte qualche venerdì, noi raddoppieremo l’offerta con musica dal vivo tutti i venerdì e i sabati, il giovedì sarà la serata delle jam session.

Foto di Fabio Zecchi

Invitate musicisti a suonare?
Ares: Niente inviti… chi vuol venire a suonare è il benvenuto. C’è una batteria, amplificatori per basso e chitarra, impianto voce… chi si presenta può unirsi a chi trova e divertirsi.

Un approccio decisamente inusuale per una città come Ferrara, quasi jazzistico. Non a caso Ares ha studiato pianoforte con il grande Teo Ciavarella al triennio jazz del Conservatorio di Ferrara.
Ares: Abbandonato però per intraprendere questa avventura. In realtà ho fatto più che altro il musicista da quando avevo 16 anni, suono in una tribute band dei Deep Purple.

Da musicista a musicista, in confidenza: c’è davvero interesse per la musica dal vivo nei locali? A Ferrara negli ultimi quindici anni le opportunità di esibirsi nei locali la sera sono crollate parecchio.
Ares: Al Patchanka la gente è sempre venuta, questo locale ha sempre puntato tutto sulla musica inedita, suonata. Una scelta non per tutti ma che qui funziona. Suonando in giro negli anni non ho mai avuto occasioni di esibirmi a Ferrara, almeno non portando a casa due soldini a fine serata. Non pretendo di avere uno stipendio ma almeno un minimo rimborso spese.
Ecco, se fai un locale a Pontelagoscuro con solo band dal vivo fai una scelta stilistica forte che tanti altri non fanno.

Stare così lontani dal centro non temi vi penalizzi un po’?
Ares: Non è un problema. Non punto alla gente che gira in piazza in bici, che va nel locale più vicino senza pensarci troppo. Qui vieni per scelta, sei obbligato a prendere la macchina, lavoriamo bene anche con la provincia di Rovigo ad esempio.

Quindi da oggi si fa sul serio: in quanti lavorerete qui?
Ares: Saremo in cinque, nemmeno pochi per un posto come questo, no? Credo sia il mestiere che mi affascina di più: creare una programmazione musicale, avere un locale proprio come vorrei trovarlo io altrove. Siamo qui per durare anni, anche se abbiamo programmato i concerti solo fino all’estate, poi capiremo come impostare la nuova stagione dopo le ferie.

Da parte del comune c’è stato un sostegno di qualche tipo? Economico, morale, anche solo una telefonata?
Ares: Secondo me nemmeno lo sanno che riapriamo, l’avranno imparato dai giornali in questi giorni… io non ho sentito nessuno.

L’entusiasmo e la sicurezza di Ares e Giulia contagiano, piace pensare che gestire un locale sia prima di tutto questione di alimentare sogni ed aspirazioni più che di fare i conti con bollette e fatture a fine mese, ma non può che far piacere vedere come un luogo che tanto ha dato alla musica ferrarese venga tenuto in vita da nuove leve appassionate. Un esempio da imitare anche altrove in futuro, per non lasciar morire quei pochi spazi che ci rimangono, che lottano da anni per portare avanti una programmazione artistica con impegno e costanza nella piccola Ferrara.

2 Commenti

  1. Florio Piva scrive:

    Se vivessi nella mia città, questo sarebbe il locale dove spesso trascorrerei il tempo per soddisfare quella parte di me che ama tanto la musica. L’entusiasmo profuso da Giulia e Ares trasmetterà certamente agli appassionati la voglia di partecipare a queste programmazioni artistiche .
    Auguri per il magnifico successo che avrete. Le buone idee, di solito, sono premiate.

  2. Massimo maisto scrive:

    Non ho il contatto diretto con i nuovi gestori ma ho seguito le vicende del Patchanka e sono molto molto contento che riapra. Il 4 marzo ho fatto uno dei miei primi tweet proprio per festeggiare la notizia. Questa sera, venerdì 13 marzo, andrò al Patchanka per conoscere gli organizzatori, complimentarmi e fare un grande in bocca al lupo.
    massimo maisto, vicesindaco di ferrara

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