Avere trent’anni e non avere un lavoro è dura. Avere trent’anni, non avere un lavoro e abitare a Ferrara è anche peggio.

Dati alla mano, Ferrara risulta al primo posto in Emilia Romagna per percentuale di disoccupazione.

I dati ISTAT ufficiali (relativi alla fine del 2013) parlano da soli.

ITALIA  12,9%
FERRARA  14,2%
COMACCHIO 20,5%

E nel 2014 le cose sono peggiorate. Il bello è che la disoccupazione giovanile è una piaga quasi innocua se ne consideriamo un’altra, di cui si parla poco.

Giulio è un signore con lo sguardo calmo e gli occhiali dorati. Da giovane suonava in gruppi come B.C e Hyksos. Oggi ha 60 anni, è disoccupato da cinque. L’azienda di Rimini per cui lavorava (Il Pentagono) ha chiuso.

Beviamo un caffè che ci offre Ivana, il Language Café del sabato pomeriggio in sottofondo e una vetrata riempita dal buio della sera alle nostre spalle.

«Vendevo materiale fotografico ai negozi per una ditta di Rimini. Poi più niente. La disoccupazione è stata una mannaia. Andavo in giro in bicicletta con lo sguardo perso nel vuoto. I miei giorni erano tutti senza senso» ci racconta mentre mescola il caffè come se volesse ipnotizzarlo.

Quella di chi perde il lavoro dopo i cinquanta può sembrare la brutta copia di una vita. All’improvviso non sei più sicuro di niente e si attiva un costante sottofondo di ansia e impotenza.

«A salvarmi è stata la passione per la fotografia. Avevo una vecchia Reflex e delle diapositive scadute, le conservavo in frigo. Ho cominciato a fare foto ai manifesti strappati in giro per la città. Mi piacevano quei visi strappati, sono stati la mia ancora di salvezza. I manifesti stanno sempre lì, non scappano via».

Giulio ha esposto le sue foto alla Galleria del Carbone, da Tiffany e al 381, l’ex Café de la Paix di Piazzetta Corelli. Ed lì che è iniziato tutto. 

Il 381 è un posto un po’ speciale in città, non è un semplice ristorante. Basti pensare che 381 è il numero della legge che regolamenta le cooperative sociali e prevede l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà. Invalidi fisici o psichici, tossicodipendenti o alcolisti, minori in situazioni di difficoltà familiare, ex carcerati.

Giulio e il 381 si sono incontrati. E si è messo in moto qualcosa d’interessante.

«Ho iniziato un corso di marketing all’Irecoop».
«Di cosa si trattava?»
«Come vendere quello che fai»
«E tu cosa sai fare?»
«Scrivere».

E’ così che Giulio è diventato il racconta storie ufficiale del 381 (http://www.381storiedagustare.it/category/blog/) e raccoglie le storie chi fa parte della cooperativa Il Germoglio.

«Chi sono queste persone?»

«Chiunque. Ho incontrato tutti, dal ragazzo con evidenti handicap motori a ex detenuti. Alcuni fanno resistenza, non vogliono raccontare, sono diffidenti. Queste mini-biografie sono esattamente la stessa cosa dei manifesti, vite strappate per qualche ragione».

Come Paolo, il cuoco del 381, in semilibertà tra una crostata e un pasticcino.
«Qualcosa che li accomuna c’è. Sembrano avere tutti trovato il loro equilibrio. In un mondo di insoddisfatti loro hanno trovato il loro posto, una famiglia al di fuori della famiglia. Non è quello che fai ma cosa sei. Loro, la fiducia non l’hanno persa».

A Ferrara ci sono almeno 2000 Giulio. Il referente di Ferrara dell’Associazione Lavoro-Over40, Paolo Gallerani, ci racconta come stanno le cose: «Nell’ultimo documento statistico del Comune di Ferrara è possibile leggere che le persone in cerca di lavoro dopo averlo perso sarebbero 6900, di cui 2000 oltre i 45 anni. Il problema è che la disoccupazione over 40 coinvolge una famiglia intera. Matrimoni che si sfasciano, figli che da un momento all’altro non possono più continuare gli studi. Un problema socio economico fino ad ora sottovalutato che determina l’impoverimento delle famiglie prima e la caduta dell’intera società poi».

Senza contare che anche cercare lavoro è un lavoro, e tra i più stancanti. Non è però possibile pensare a progetti di reinserimento al lavoro e alla valorizzazione delle competenze professionali senza fare rete. Da soli si è emarginati e inutili come una stampante 3D nel deserto. Il problema coinvolge un milione di persone in tutta Italia con una crescita del fenomeno del 2-3% l’anno.

L’Associazione “Lavoro over 40” non è certo un’agenzia di collocamento. Nasce grazie ad un gruppo di volontari, che hanno vissuto la condizione di disoccupazione in prima persona e offre progetti di consulenza di gruppo ed individuale. In altri Paesi europei la situazione è diversa: gli over 40 disoccupati possono servirsi di programmi di inserimento lavorativo studiati ad hoc sostenuti da agenzie governative. La loro esperienza lavorativa è considerata un valore e non un peso.

Negli ultimi cinque anni Giulio non è certo rimasto a fissare le ragnatele sul soffitto ma ha accumulato una sfilza di corsi da far invidia a una matricola.
«Ho fatto un Corso amministrativo alla IAL, (ente di formazione di via Montebello) che mi ha portato uno stage alla CISL. E un corso di un anno di certificatore energetico. Ero il più vecchio. Abbiamo fatto l’esame a Forlì, avevo paura come alla maturità, mi tremavano le mani. Ora posso certificare le classi energetiche delle case».

«Ferrara offre molti corsi di questo tipo?»
«Sì. Corsi sì. Quanto ad un vero lavoro difficile dirlo. Gli stage, i corsi, sono tutte cose positive ma non monetizzabili»

Giulio ora svolge una collaborazione, un tirocinio retribuito di 6 mesi alla sede del Germoglio di via Boito, attivo nel servizio bike sharing e nel recupero lavatrici.
Sulla sua pagina facebook c’è una sua foto a sedici anni, basso a tracolla e taglio di capelli alla Eddie Vedder.

«Che ricordi hai di quando eri sul palco con la tua band?»
«Sul palco non ero mai timido. Se sai cosa stai facendo non sei timido».

Siti utili:

www.lavoro-over40.it

www.irecoop.it/tirocini-formativi/

www.ialemiliaromagna.it/sedi/sede-di-ferrara/

3 Commenti

  1. giulio scrive:

    Carissima Sara, mi devo complimentare con te per quello che hai scritto: mi piacerebbe che potesse essere condiviso e sentire la comprensione e la solidarietà di altri. A parte questo, ho dato uno sguardo al tuo curriculum e mi devo complimentare con te: sei giovane, ma il tuo breve e brillante passato merita tutta la mia ammirazione.

  2. Sara scrive:

    I complimenti vanno tutti a te Giulio!

  3. Valentina scrive:

    Splendido articolo.
    Grazie alla giornalista e a Giulio per questa pagina di realismo che racconta di una difficoltà e di un isolamento che non troviamo nelle percentuali, ma anche di una grande forza di volontà e dedizione.
    Bravi bravi!

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