Fuori è una bella giornata di sole, ma è pur sempre la prima domenica dell’anno e dentro all’edificio ci sono sette gradi. «Il riscaldamento è una delle principali voci di spesa, dobbiamo risparmiare anche su quello, e nei giorni scorsi abbiamo tenuto spento». A Ferrara Off, il teatro sorto in Viale Alfonso I d’Este, dove prima c’era il centro sociale Dazdramir, e prima ancora il magazzino dell’Amga, si prova anche nei giorni di festa. Anche a basse temperature. Ci ritroviamo a fare l’intervista nell’antibagno, il luogo più caldo. «Ma non sarà sempre così – rassicura Marco Sgarbi, attore e responsabile programmazione e organizzazione del teatro – ci stiamo ampliando. Con investimenti nostri e un aiuto della regione, abbiamo ristrutturato anche il capannone di fianco che useremo per farci degli uffici e degli spazi di formazione per i nostri corsi».

L’attività di questo piccolo teatro da 99 posti (non uno di più), ha da poco compiuto un anno di vita e questo sabato inaugura la nuova rassegna “Luci d’inverno” che arriverà fino a marzo. «Per vedere gli spettacoli bisogna associarsi, e abbiamo chiuso il 2014 con 470 tesserati, per noi un grande risultato. La media è stata di settanta, ottanta spettatori a serata. Siamo riusciti a coprire i costi dell’affitto e delle utenze grazie agli incassi e ad un piccolo contributo del Comune». «Il nostro obiettivo – interviene Giulio Costa, regista e responsabile produzione e distribuzione del teatro – è quello di far diventare Ferrara Off un luogo di lavoro a tutti gli effetti. La sfida è creare una realtà che ci permetta di diffondere le nostre produzioni artistiche, e possa anche ospitare altre compagnie».

Il direttivo di Ferrara Off, che deriva in gran parte dall’esperienza parallela della gestione del teatro di Occhiobello, è stato rinnovato, ed ora è composto, oltre che da Sgarbi e Costa, da Monica Pavani, presidente e responsabile attività culturali e relazioni esterne, Roberta Pazi, attrice e responsabile formazione e fund raising, e Beatrice Furlotti, responsabile amministrazione e comunicazione.

Il comico Gianni Fantoni e il regista Massimo Navone, direttore della Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano, non hanno riconfermato l’incarico perché impegnati su altri fronti, ma a loro resta il merito di aver tenuto a battesimo il progetto. È rimasta una gestione locale per un teatro che vuole radicarsi nel territorio e che vuole fare di necessità virtù. La semplicità della fruizione data dall’assenza di un palco, con il pubblico a ridosso degli attori, seduto su sedie donate dagli spettatori stessi, è diventato il punto di forza per la condivisione dell’esperienza teatrale. «Noi pensiamo e ripensiamo al nostro ruolo di attori, ci piacerebbe che anche chi ci viene a vedere, facesso lo stesso con il proprio ruolo di spettatore – auspica Costa – Per questo alla fine di ogni spettacolo torniamo in scena per commentarlo assieme».

Anche le rassegne sono concepite per valorizzare al massimo la proposta artistica. Quasi tutti gli spettacoli vengono replicati. Questo permette di offrire un appuntamento ogni fine settimana, migliorare l’esibizione, agire sul passaparola, creare un’abitudine ed un’affezione nel pubblico. Questo è il teatro a Ferrara in tempo di crisi, quello in cui non si butta via niente, quello in cui si toglie tutto e rimane il talento puro, che il resto non serve.

Foto di Stefania Andreotti

In questa gelida mattina si prova uno degli spettacoli prossimamente in cartellone, “Finto contatto”. In scena ci sono Marco Sgarbi e Jorge Alberto Pompé che interpretano sé stessi, un attore e un ex pugile che provano uno a entrare nel mondo dell’altro, e lo scambio diventa, sfida e poi lotta. E se la bravura di Sgarbi si era già confermata con “Marx a Soho”, chi sorprenderà qui è Pompé, noto ai ferraresi come pizzaiolo dello storico Orsucci. Ci ha visto giusto il regista Costa a stanare in questo argentino dall’occhio ispirtato una presenza scenica genuina e poderosa.

Accanto al cartellone teatrale, Ferrara Off propone una serie di eventi collaterali, il primo dei quali il 31 gennaio e 1 febbraio sarà un workshop sulla costruzione della scena con Paolo Nani, regista e commediografo ferrarese da tempo trasferito in Danimarca, dove lavora con la sua compagnia Paolo Nani Teater. Di seguito gli appuntamenti della rassegna “Luci d’inverno” dal sito www.ferraraoff.it:

10 gennaio, ore 21, “Un poema d’oriente”, di e con Giulio Costa, produzione Costa/Arkadis. Che cosa provoca un sogno? Dove porta una visione? E la scoperta dell’assoluto? La risposta è nelle parole del poeta persiano Nur ad-Din Abd ar-Rahman Jami, che nel 1492, mentre Cristoforo Colombo salpa verso Occidente alla conquista di nuove terre, si isola dal mondo per indagare le profondità dell’animo umano. Jami racconta una storia di passione e di crescita, di sofferenza e di speranza, intimamente sensuale, ricca di immagini evocative. È la storia di Zuleika, una donna che, prendendo per vere le immagini di un sogno, si ritrova a vivere le tappe del cammino dell’anima.

17 gennaio ore 21,18 gennaio ore 16 “Finto contatto”, con Jorge Alberto Pompé e Marco Sgarbi, ideazione e regia Giulio Costa, produzione Costa/Arkadis in collaborazione con Ferrara Off, con il sostegno del Comune di Occhiobello (RO). Una sfida per resistere e sopravvivere, o una lotta per vincere? E vincere che cosa, poi? Il plauso del pubblico, il successo, insomma una qualsiasi forma di riconoscimento? Uno spettacolo che mette in scena un ex pugile in lotta con un aspirante combattente, per raccontare una sfida ai limiti dell’impossibile, tra chi è e chi non è, tra professione e approssimazione, tra coscienza e incoscienza, tra l’esperienza di una vita e la smania di vivere, tra chi è maestro di nessuno e chi non riesce a essere discepolo. Tra ciò che è reale e ciò che è immaginato.

24, 25 gennaio ore 21 “Micòl e le altre”, con Roberta Pazi, Marco Sgarbi, Diana Höbel, Giulio Costa, Monica Pavani, ideazione Monica Pavani e Giulio Costa, selezione dei testi Monica Pavani, regia Giulio Costa, produzione Ferrara Off. Un percorso di letture e racconti dedicato alla figura e all’opera di Giorgio Bassani. Un viaggio alla scoperta di alcuni dei suoi memorabili personaggi, che lui chiamava ‘forme del sentimento’, e delle loro storie che, in origine slegate le une dalle altre, convergeranno tutte verso uno stesso, tragico destino. Le parole del grande autore della comunità ebraica ferrarese sono un omaggio alla Giornata della Memoria.

31 gennaio, 7 e 21 febbraio ore 21 “Immobili”, con Elsa Bossi e Giulio Costa, drammaturgia e regia Giulio Costa, produzione Bossi-Costa/Arkadis, in collaborazione con il Teatro de LiNUTILE. Il Novecento italiano visto attraverso la Casa del Popolo Rinascita: nata nel 1904 per dare spazio alle idee di tutti i lavoratori, bruciata da una squadra fascista nel 1921, ricostruita dalla collettività nel 1949, oggi a rischio demolizione per assecondare le esigenze del mercato immobiliare. Immobili è il racconto di coloro che coltivavao il sogno di un avvenire comune e non immaginavano invece un futuro ‘a schiera’. Menzione di merito Premio Cervi 2011.

28 febbraio, 7 e 21 marzo ore 21 “Ci si vede ancora”, tratto da Presque jour di Sylvie Neeman Romascano, con Roberta Pazi e Penelope Volinia, Sofia Chioatto, Matilde Buzzoni, regia Giulio Costa, produzione Ferrara Off. Tratto dal testo dell’autrice svizzera Sylvie Neeman Romascano, lo spettacolo porta in scena l’incontro tra due donne di età diverse: Anna, una madre, e Marie, un’adolescente amica della figlia. Reduce da una delusione amorosa, Marie è in cerca di un’ospitalità generosa e disinteressata che non trova nella sua famiglia. Anna la accoglie in casa: ha inizio così un dialogo, a tratti silenzioso, fatto di curiosità, malintesi, identificazioni, distacchi e proiezioni che si dipanano in una fredda giornata di metà inverno. Il personaggio di Marie sarà interpretato da tre diverse attrici, una per replica, tutte allieve del Laboratorio teatrale per ragazzi.

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