La transumanza della gente che fa shopping parte da corso Giovecca e si snoda in piazza, inghiottita dal baraccone nero inquietante della Fiera del Regalo per riemergere attirata dalla luce nuova di zecca di Tiger. Addio Pesaro, ora vendiamo ombrelli a forma di elsa di spada.

E’ Natale e tra poco ci sarà tanto di quel cibo da non sapere di che colore sarà la tovaglia. E’ Natale e tra poco assomiglieremo a dei pitoni stanchi che aspettano di digerire. Ma non giriamoci intorno: è Natale soprattutto per i bambini, noi ormai ne siamo quasi immuni, tranne qualche romantico vintage.

In Piazzetta municipale ci sono tre casette di legno e una di queste è la casetta di Babbo Natale, noto vegliardo ferrarese. Anche quest’anno è possibile appendere le letterine di Babbo Natale tra i rami di un alberello.

Non è bello sbirciare nella corrispondenza di Babbo Natale ma le letterine sono lì appese ad un abete come pigne immobili e sono un richiamo irresistibile.

Cosa vogliono i bambini ferraresi?

Ci sono letterine che sembrano la lista della spesa: “Voglio il Crazy Chic Atelier delle Unghie (sic) e il Tappeto Gigante Interattivo Ultimate Spider-Man e Playdoh La Magica Pasticceria Playset e il Centro commerciale di Heartlake  Lego Friends e grazie”.

Altri bambini non hanno le idee così chiare ma si affidano alla sapienza artigianale del Babbo e alla sua conoscenza dei costumi italiani: “Voglio quel mostro strano con le caccole al naso che c’è nella pubblicità di Italia 1”. Non ti ricordi il nome? Allora, bambino, non ci tieni poi così tanto.

Altri sono ancora più vaghi “Portami un regalino” o forse sono solo più piccoli e non guardano ancora le pubblicità di Mediaset, quelle totalmente immuni ai dibattiti gender, con femminucce vestite di rosa già ammiccanti che cullano bambole con le coliche e maschietti piccoli Rambo con tute da meccanico. Modelli preconfezionati per future principesse che crescono avvolte nello stereotipo aspettando l’eroe al cavallo che le porterà al ballo. Ci sarebbe da dare un’occhiata alle pubblicità danesi di giocattoli, dove maschi e femmine giocano a tirare frecce con l’arco e a sciogliere nell’acido mostri palestrati. Ma non andiamo off topic.

Tutte le letterine terminano con un sbrigativo “Prometto che farò il bravo”, espressione idiomatica natalizia da noi tutti utilizzata a scopo strumentale.

A dire il vero qualche lettera particolare c’è. Qualche bambino chiede solo un po’ di tranquillità, evidentemente già stressato a nove anni, e di trascorrere il Natale con la famiglia. Poi c’è una letterina che ti fa venire i lucciconi anche se sei un adulto cinico e senza decorazioni di Natale in casa, una specie di Grinch insomma: “Chiedo solo di stare un po’ meglio perché sono malato e non posso stare con gli altri bambini”. Dai bimbo, tieni duro, se ti concentri sul Natale il tempo passa più in fretta.

Il mondo sterminato dei ricordi è un Natale dietro l’altro. Le avete conservate le vostre letterine?

 

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