C’è qualcosa che dobbiamo ancora scoprire dei Busker? Dinamiche, emozioni, suggestioni: negli anni ormai, soprattutto i ferraresi, hanno ormai assimilato il festival degli artisti di strada (e infatti divide, tra chi lo adora e chi lo detesta). C’è rimasto qualcosa ancora da catturare, agli occhi dei fotografi, che ormai rappresentano con le loro evoluzioni un vero e proprio festival parallello? Ogni anno che passa noi di Listone proviamo a fare quello che fa un miope di sera, tutti i giorni: stringere di più gli occhi per vederci meglio.

Foto di Carmen Ciclamini

Così la nostra Carmen Ciclamini si è messa a girare per gli spettacoli del Buskers Festival, provando a cogliere un lato degli artisti che abbiamo sotto gli occhi ma che forse, addomesticati dalle note musicali, meno notiamo: l’abbigliamento. Colori sgargianti, scarpe slacciate, caviglie scoperte, mani sudate, braccialetti, abiti più o meno eleganti, corpi che si muovono. Scarpe soprattutto: perché si tratta pur sempre di artisti di strada, che di strada ne hanno calpestata tanto e la loro suola è consumata. Calpestano i ciottoli che sentono sotto i piedi come volassero, toccano, si muovono, saltano, sono fermi, si divertono, offrono sempre uno spettacolo diverso, a ogni edizione. Scarpe che potrebbero essere le nostre che indossiamo usciti dal lavoro o mentre andiamo a buttare l’immondizia, scarpe più eleganti che riserviamo per le occasioni speciali, scarpe calpestate come le nostre ammassati alle vetrine con le biciclette a mano che ci passano sopra. Sempre, abiti che parlano al posto della musica, al posto nostro, che non fanno altro che aumentare la curiosità dei nostri occhi che battono le palpebre a tempo di musica, alla ricerca di qualcosa che ci trattenga, ancora una volta, inchiodati ai marciapiedi di Ferrara.

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