In contrasto con i centri che di solito si incontrano percorrendo la pianura padana, a soli poco più di venti km dalla città estense di Ferrara, si incontra Tresigallo, tra i pochi esempi di città di fondazione progettata a tavolino.

Caratterizzata da un alto valore artistico, Tresigallo si distingue per la sua completezza dal punto di vista del patrimonio edilizio-architettonico del periodo razionalista, dalla sua contemporaneità e allo stesso tempo normalità. Non per niente qui l’architettura cosiddetta “razionalista” non è stata concepita come “autocelebrativa del regime”, ma, portando sullo stesso piano abitazioni civili ed edifici istituzionali e amministrativi, come facente pare di un preciso disegno che mirava in tempo di fascismo a limitarne il rifiuto ideologico da parte della popolazione e a rendere la città funzionale alle esigenze della comunità che la abitava.

“Erano periodi in cui si disegnava un’intera città in un progetto artistico con rapporti armonici. I volumi e le piazze erano ispirati alla grande pittura metafisica di De Chirico. Una fusione tra architettura ed arte, non già piani regolatori astratti con zone artigianali, zone di futura espansione senza architettura.” Così definisce gli anni ’20 e ‘30 l’architetto Roberto Pirzio Biroli, artefice dei grandi restauri dell’architettura razionalista del ‘900.

Il ventennio fascista rappresenta ancora nel mondo lo “stile italiano dell’architettura” dalle grandi cubature e dai grandi edifici pubblici. Senza quel periodo, l’architettura italiana non sarebbe mai entrata nel movimento mondiale dell’architettura moderna.

Già da diversi anni il CE.S.A.R. (Centro Studi sull’Architettura Razionalista) di Roma si occupa dello studio e della valorizzazione delle città di fondazione, tra cui Tresigallo che, tra le altre, può vantare la fortuna di avere tra i suoi cittadini quattro giovani accomunati da una grande passione per la loro terra e dalla voglia di studiare, valorizzare e far conoscere la loro città: Stefano Muroni, Giuseppe Muroni, Alessandro Castaldini e Francesco Emiliani.

Foto di Francesca Mascellani

Per opera loro a luglio 2012 nasce a Tresigallo l’associazione artistico-culturale “Torri di Marmo” con l’obiettivo principale di  far conoscere maggiormente  l’unicità di questo territorio e a partire da questa conoscenza, preservare, valorizzare e dare vita ad una nuova rifondazione artistica della città, sostenendo un flusso turistico già iniziato ma mai veramente decollato.

Tresigallo è infatti il “risultato del lavoro di anonimi muratori, intonacatori, marmisti, imbianchini, scultori, ingegneri, geometri e artisti ancora poco studiati” che, a partire dal 1930, vennero chiamati dall’allora Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste Edmondo Rossoni, per ricostruire il suo paese natale, Tresigallo, con architetture razionaliste. Tresigallo per molti giovani artisti fu così una vera e propria opportunità per poter sperimentare le conoscenze acquisite durante gli studi.

L’ingegnere Carlo Frighi, tresigallese di nascita, venne chiamato da Rossoni a soli 32 anni con il compito di rifondare l’intero paese e perciò  tra il 1935 e il 1939 fu l’ideatore della maggior parte degli edifici pubblici di Tresigallo. Assieme a lui furono chiamati l’ingegnere Giorgio Baroni, che sperimentò a Tresigallo, per la prima volta in Italia, un diverso utilizzo del ferrocemento, e Pietro Porcinai, paesaggista, per la progettazione di un parco-giardino di una villa privata. E tanti altri, passando da Francesco Guerra, marmista, che sperimentò proprio in questa città un particolare utilizzo del marmo e del travertino e rivestì di questi materiali la maggior parte degli edifici pubblici e privati di Tresigallo, a Enzo Nenci, scultore che disegnò l’angelo del cimitero. Pietro Toschi progettò la nuova facciata della chiesa e dei porticati a lato della chiesa; Ugo Tarchi, architetto, contribuì alla realizzazione della tomba monumentale di Rossoni.

Proprio per questo suo continuo gioco di simmetrie particolari, di spazi sovrapposti, di armonie studiate, di arti sperimentate, Tresigallo ha ottenuto nel 2003 la denominazione di Città del Novecento, quale esempio di città di nuova fondazione caratterizzata dalla modernità architettonica e urbanistica, e successivamente la Regione ne ha riconosciuto l’appartenenza al circuito delle “città d’arte”.

E’ dal 2010, dalla vittoria del premio Strega dell’opera “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi, in cui si raccontano le vicende legate alla realizzazione del canale Mussolini (asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine) e in cui vengono citati a più riprese Rossoni e Tresigallo, che inizia il flusso turistico di appassionati di architettura, curiosi, studiosi.

Ed è solo qualche anno dopo che, sull’onda di una effettiva maggiore consapevolezza del valore del patrimonio di Tresigallo e di numerosi recuperi di edifici di enorme valore storico avviati dall’amministrazione, che l’associazione “Torri di Marmo” si presenta pubblicamente, prima in occasione dell’inaugurazione della mostra permanente dello scultore Mario Piva a Ferrara e poi alla cittadinanza tresigallese il 26 maggio 2013.

Da quel momento è stato un susseguirsi di iniziative: dall’incontro in onore del grande ”architetto di giardini” Pietro Porcinai pensato con il nobile obiettivo di ripristinare il giardino storico da lui realizzato a Villa Barillari, proprio a Tresigallo; a “La grande Guerra” rassegna cinematografica  realizzata in occasione del centenario della prima guerra mondiale; dal “TresyArtDay” estemporanea artistica tenutasi a settembre 2013 che ha coinvolto numerosi artisti del nostro territorio; al ripristino del crocefisso di ferro e legno dello scultore Mario Piva; fino alle iniziative recentissime e future: l’incontro con Folco Quilici “L’Italia vista dall’alto” in cui è stato presentato uno dei 14 documentari (quello riguardante l’Emilia Romagna e le Marche) che Quilici girò nel 1965 riprendendo l’Italia da un elicottero; il “Museo diffuso”, una sorta di piccolo museo dell’arte per la valorizzazione degli artisti tresigallesi (come Fortunato Longo e Bonetti Umberto) e il Festival Universitario sull’Architettura del Novecento che sarà inaugurato a Tresigallo nella sua prima edizione ad aprile 2015.

Per chi fosse interessato l’Associazione “Torri di Marmo” organizza visite guidate in questa “specie di strappo ben visibile nella trama della storia secolare e lentissima del nostro ambiente, agricolo e secolare”(Arch. Pier Giorgio Massaretti), che è Tresigallo.

4 Commenti

  1. Fabio scrive:

    Ci andavo sempre da bambino, ogni anno, a Tresigallo, e il cimitero lo conosco bene. La scritta ‘Rossoni’ mi ha sempre colpito, mi chiedevo perché fosse così tanto più grande rispetto alle altre, e ora finalmente ne scopro il motivo.

  2. grazia scrive:

    è il paese dove ho abitato dai 2 ai 12 anni, prima vicino alla odierna casa della cultura, poi in piazza, allora della rivoluzione, poi sopra il bar Roma, ci ho fatto le elementari, ho visto le partite di calcio con mio padre, ho fatto la cresima e comunione, partivo per fare le medie a Ferrara… insomma tutto ciò che rimane dei miei ricordi di bambina è li. grazie per questo articolo. l’unica cosa che non so fare è condividerlo su Facebook, ma non fa niente. Grazie ancora

  3. Scari scrive:

    Scusate la pignoleria, ma Tresigallo non è una vera e propria città di fondazione, in quanto già pre-esistente (fu frazione di Formignana sino al 1961).
    Le uniche città di fondazione propriamente dette nella nostra provincia sono Anita e Volania e poche altre frazioncine.
    Comunque grazie per aver parlato di un tema che mi piace particolarmente.

  4. ADRIANO PAOLO BONI scrive:

    sono nato aTRESIGALLO e mi chiamo Adriano Paolo Boni,ho vissuto in questo originale citta’ del novecento..con palazzi bellissimi e monumenti che ricordono l’epoca fascista..piazze e viali piastrellate del centro e vie secondarie larghe..e tutte accessibili al centro…non ho apprezzato il fascismo..ma ROSSONI figlio di tresigallo ha regalato un paese che poteva essere la ricchezza per i tresigallesi.. e per i,comuni limitrofi…se sapevano sfruttare le potenzialita’ eccezzionali..per il polo industriale che ROSSONI aveva voluto per il suo paese, ma a mio parere dopo 70 anni dalla fine del fascismo e della guerra..nessuna via ..o piazza e’ stata dedicata a ROSSONI..A TRESIGALLO non lo hanno mai perdonato.o e’ ingratitudine? mah..viva TRESIGALLO

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