Un teatro si può trasformare in una residenza?

A Copparo sì. È successo tra Febbraio e Maggio, quando il Teatro De Micheli si è trasformato in una sala prove che ha accolto danzatori provenienti da tutta Italia che per tre giorni la settimana si sono trovati a studiare, provare e sudare insieme per debuttare durante la prima edizione del De Micheli Danza Festival, svoltosi nei mesi di Aprile e Maggio.

Una residenza coreografica o residenza culturale costituisce un luogo fuori dal tempo e dallo spazio che i creativi vivono quotidianamente e dal quale traggono nuovi elementi di ricerca, riflessione, possibilità di presentare o produrre nuovi progetti. Questi spazi costituiscono anche un luogo d’incontro tra persone provenienti da luoghi geografici e culturali diversi creando un melting pot creativo che dà vita a nuovi linguaggi, nuove visioni e nuove creazioni.

Sono l’associazione Punto Zero e Cantieri Culturali Creativi gli ideatori e realizzatori della prima residenza coreografica al Teatro De Micheli di Copparo, dal 17 febbraio all’8 maggio, a settimane alterne, nelle mattine del lunedì, martedì e mercoledì. Giovani talenti, selezionati con audizioni tenute in Emilia-Romagna e Veneto hanno dato vita a un Laboratorio Coreografico, alle cui lezioni aperte potevano partecipare anche danzatori, allievi di scuole di danza e appassionati.

Hanno inoltre organizzato workshop e seminari con alcuni ospiti che hanno partecipato anche del De Micheli Danza Festival, primo festival di danza contemporanea del teatro copparese, che ha permesso di far conoscere alcuni tra i più avanguardistici danzatori italiani. In occasione dello spettacolo che vedeva in scena Danilo Colonna con la produzione “N0where” e Riccardo Meneghini in duetto con Luca Campanella nell’interpretazione di “Hero” incontro Ruth Zanella, tra i fondatori dell’Associazione Punto Zero. Ruth mi racconta come è nata l’associazione e il progetto stesso della Residenza.

Foto di Andrea Bighi

Foto di Andrea Bighi

Punto Zero nasce a Ferrara nel 2004 come compagnia di danza, conduce un lavoro di ricerca, diffusione e sperimentazione della danza e del teatro, vuole offrire attività didattica, organizzare workshop e corsi, collaborare con altre associazioni, creando un punto d’incontro per gli artisti che desiderano promuovere la propria arte. La prima manifestazione che nasce dalle menti creative di Spazio Zero è Resextensa, svoltosi a Ferrara dal 2005 al 2009, evento che proponeva un ricchissimo programma con attività che spaziavano dalla fotografia alla danza, dalla video arte alle performances, sua naturale prosecuzione è Alias Res, che si teneva all’interno del Giardino delle Duchesse, e che a differenza del predecessore si concentrava particolarmente sulle arti performative che ruotano intorno alla danza.

Ruth mi spiega che in questi ultimi anni, le residenze, di vario tipo, artistiche, teatrali, coreografiche, sono sempre più numerose e stanno avendo sempre maggior successo all’interno di piccoli e medi teatri, che vedono ampliare la proposta creativa con forme inedite e mai provate prima, dando la possibilità ai propri spettatori di assistere a un fermento nuovo. Questa insolita strada rappresenta un segno tangibile di un desiderio d’imprenditoria innovativa nel campo della cultura, in linea con i maggiori centri culturali europei, di cui gli ospiti del festival sono testimoni. Il concetto stesso di Residenza, come metodologia creativa, si pone in continuo dialogo con il territorio in cui questa si svolge, contaminando gli ospiti invitati e le produzioni che ne fuoriescono. I ragazzi che hanno partecipato alla Residenza presso il De Micheli vengono da “fuori”, e mi racconta Ruth che nei giorni delle prove sono stati ospitati dagli organizzatori stessi del festival e da famiglie che si sono rese disponibili a ospitarli, ecco che quindi la Residenza coinvolge in prima persona il paese che la ospita.

L’idea di creare una Residenza Coreografica si deve a Romina Zangirolami dell’Ass. Cantieri Culturali Creativi, la realizzazione della Residenza e del Festival sono stati possibili grazie all’Associazione stessa, la quale ha finanziato per il 90% le iniziative. Il restante 10% è stato coperto grazie ad altri enti pubblici e privati come il Comune di Copparo, Centro Studi Dante Bighi e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Alla realizzazione dei seminari ha poi partecipato attivamente anche l’Associazione Ferraracontact.

Alcuni degli artisti invitati al Festival hanno tenuto infatti lezioni e workshop ai ragazzi del Laboratorio coreografico altri invece si sono solo esibiti in spettacolo, alcuni di questi vengono invitati direttamente dall’organizzazione del Festival, e altri sono scelti tra quelli che si propongono per le loro tecniche e per il percorso artistico intrapreso. Gli spettacoli costituiscono una proposta assolutamente nuova nel panorama di Ferrara, il pubblico ha risposto bene a questa proposta e durante lo spettacolo c’erano in sala molti ragazzi, un’occasione per conoscere e comprendere i linguaggi contemporanei del corpo. Alla fine dello spettacolo i danzatori si sono fermati a parlare con il pubblico, in un dibattito non previsto e hanno avuto la possibilità di confrontarsi subito con un pubblico eterogeneo, che ha mosso domande molto puntuali agli artisti.

Il debutto dello spettacolo finale della Residenza, “Marathon” liberamente ispirato al romanzo “Non si uccidono così anche i cavalli?” di Horace McCoy, è avvenuto durante l’ultima sera del Festival, il 9 maggio ed è stata la prima occasione per mettere in scena uno spettacolo destinato a “uscire” e girare in altri teatri. In questo progetto il teatro costituisce un vero e proprio attore della produzione che mette a disposizione i propri spazi per la realizzazione di un nuovo prodotto culturale.

Spesso un’esperienza di Residenza è solo l’inizio di un rapporto più lungo, ed è quello che speriamo per il De Micheli Danza Festival che ha trasformato Copparo in una finestra sull’Europa che danza.

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