UNA MERAVIGLIA DI STUDIO

Vi sono luoghi nel cuore di Ferrara che sono piccoli scrigni colmi di bellezza, di storia, di fantasia. Vere e proprie “camere delle meraviglie” dove si può sognare e imparare, che si vorrebbero abitare, o perlomeno poter visitare mille volte per scoprire sempre nuovi dettagli e aneddoti. Una di queste è la casa-studio di Linda Mazzoni e Claudio Gualandi, ubicata in via Carlo Mayr al civico 205. Nel lontano 1982 Claudio apre lo Studio Gualandi – dopo alcuni anni passati alla Coop Studio – che si occupa di grafica, illustrazione e design. Cinque anni dopo, nel 1987, Linda lo affianca, abbandonando il suo negozio Circus, nel quale dal ’79 svolgeva attività di artigianato artistico, vale a dire restauro di bambole antiche e realizzazione di bambole-manichino.

Li ho conosciuti in occasione dell’esposizione diSegnoinSegno delle illustrazioni di Claudio dedicate a Ferrara (che lui stesso, con molta modestia, definisce «semplici disegnini»), nonché di alcune loro vecchie opere, alla Galleria del Carbone, mostra terminata domenica 30 marzo. Ho la fortuna di rincontrarli nel loro piccolo ma affascinante luogo di studio e di lavoro, dove il sogno e la materia si sposano alla perfezione, creando un arcipelago di universi e sensazioni, un eclettico meltin’ pot di colori, personaggi e ricordi. Tra manichini, pupi siciliani, locandine e fumetti, vi è un mondo da scoprire. Dice Claudio: «quando mi chiedono cosa facciamo rispondo che abbiamo uno studio di grafica, ma in realtà è un po’ riduttivo perché abbiamo molti interessi». Come dargli torto!

LA CANAPA É ARTE

C’è una risorsa naturale che spesso, oggi, è tristemente associata all’uso degli stupefacenti: è la canapa. Il suo uso, nella variante sativa, spazia dall’ambito alimentare alla produzione di vestiti, dalla produzione di carta all’ambito farmaceutico e cosmetico. Insomma, come per il maiale, anche «della canapa non si butta via niente». «Circa dieci anni fa, nel 2003 – mi spiega Linda – abbiamo iniziato a interessarci al tema, e ce ne siamo innamorati. La canapa dev’essere considerata, come in passato, una risorsa». Claudio e Linda curano diversi allestimenti sul tema della canapa, tra i quali uno per il Consorzio Canapa Italia di Ostellato, nel 2003, grazie a Marilena Zaccarini, allora responsabile del Consorzio; la Canapa fiera di Gambettola nel 2009 e per la progettazione di un padiglione espositivo di 1000 metri quadrati al SANA alla Fiera di Bologna. Nel 2003 entrambi sono soci fondatori di Galleria della Canapa, associazione per la valorizzazione del territorio con sede a Milano e a Ferrara. Possono, inoltre, vantare anche due comparse televisive sull’argomento: nella trasmissione Report, in un servizio di Giuliano Marrucci del 2009, e in un’inchiesta svolta da Antonio Cianciullo per Repubblica Tv nel 2011. Infine, mi raccontano di quella tenda della Croce Rossa, interamente in canapa, del periodo della Grande Guerra, da loro allestita come contenitore di un’esposizione sulle peculiarità della canapa, presso i Marinati, in occasione della Fiera di Comacchio nel 2006, e qualche anno dopo a Gambettola.

Foto di Sandro Chiozzi

LO SGUARDO DEL MANICHINO

Quando si entra nello studio di Linda e Claudio si ha come l’impressione di essere scrutati, di essere accolti da sguardi nascosti. Sono gli occhi, i volti di alcuni dei manichini che hanno raccolto negli anni. Sono angeli, bambini, uomini e donne dal fascino indecifrabile. Sono nudi o vestiti con abiti antichi, magici. Trasmettono inquietudine e al tempo stesso un senso di malinconica dolcezza e di giocoso mistero. I manichini sono un’altra loro grande passione, alla quale stanno dedicando anche la produzione di un libro. Anche qui si spalanca una selva di aneddoti e di nomi: dall’amicizia col bolognese Steno Tonelli, collezionista oltre che scenografo e costumista per i film di Pupi Avati, fino a Bonaveri, azienda di manichini con sede a Renazzo di Cento ma di fama mondiale. Oppure, dalle opere conservate al Museo Stibbert di Firenze ai metafisici manichini-automi di Giorgio De Chirico.

DAL CUCCO A BERLINGUER

Nella loro carriera ultratrentennale Linda e Claudio hanno potuto esplorare diversi ambiti della cultura e del costume della città di Ferrara, creando simboli e segni ormai entrati nell’immaginario di molti loro concittadini. Tra questi il logo col “cucco” dell’omonima – e storica – trattoria in via Voltacasotto, quello della Promeco, del Taxibus, alcune locandine dell’AMSEFC. Due, però, sono le creazioni che li renderanno “immortali” nella nostra città: le locandine di sedici anni di Buskers Festival, nelle quali sono ripresi la ballerina di Fortunato Depero e il castello di Quilici, e i bus decorati, idea geniale alla quale, ad esempio, la celebre rivista Linea grafica ha dedicato un corposo articolo.

Nel lontano 1982 Claudio viene contattato dalla direzione nazionale del PCI per elaborare le locandine da presentare in una mostra itinerante, sul tema della lotta alla droga, nei Festival de l’Unità in giro per la penisola. Andò, dunque, con i responsabili del SERT, nella storica sede di via Botteghe Oscure a Roma per discuterne con l’allora Responsabile dell’Ufficio stampa e propaganda del partito, Walter Veltroni. «Dal piano superiore – racconta Claudio con simpatia, senza spocchia – proveniva il rumore dei passi dell’allora segretario nazionale, un certo…Enrico Berlinguer»!

Un’attività, dunque, quella di Linda e Claudio che li ha portati in giro per l’Italia (e non solo), che ha dato loro fama. Alla fine, però, han sempre deciso di mantenere il loro piccolo studio, pieno di ricordi e di sogni, dolce rifugio nel quale abbandonarsi, fonte inesauribile d’ispirazione.

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