Manca poco meno di mezz’ora all’evento che sancirà l’intitolazione del Teatro Comunale di Ferrara, in C.so Martiri della libertà, alla memoria del maestro Claudio Abbado, scomparso due mesi fa, il 20 gennaio, a Bologna. Le pareti dell’antico Teatro – costruito dal 1773 al 1797 da Antonio Foschini e Cosimo Morelli e inaugurato nel 1798 – vibrano per la tensione, per quell’emozione che contraddistingue il grande evento. Il nome di Claudio Abbado rimarrà d’ora in poi ancor più indissolubilmente legato alla nostra città.

Piccoli gruppetti si sono già formati nell’atrio, nei corridoi, nell’aria si colgono aneddoti, ricordi, pareri riguardo alla scelta della Giunta cittadina – concordata coi figli del maestro – di omaggiarlo in questo modo. Decisione presa pochi giorni dopo la morte, e che fin da subito ha scatenato un acceso dibattito, provocando anche diverse critiche, provenienti ad esempio dall’ex sindaco Gaetano Sateriale, dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dallo scrittore Roberto Pazzi. Polemiche che, però, sembrano già lontane, sopite dall’orgoglio di poter celebrare un’indiscussa personalità come Abbado, che ha amato, fino all’ultimo, la città di Ferrara.

Si ha l’impressione di essere al centro di un grande evento, di essere, in questo momento, in questo luogo spettatori di uno snodo importante della nostra storia, nella quale non potevano mancare volti famosi di Ferrara, a partire dall’ex sindaco Roberto Soffritti. Alcune fotografie di Abbado, scattate da Marco Caselli Nirmal, sono proiettate su un grande schermo installato sul palco. Nello scalone d’onore del Teatro, invece, sono stati esposti i manifesti delle opere liriche realizzate a Ferrara, che l’han visto protagonista. Non appena viene alzato il grande schermo, la Mahler Chamber Orchestra prende posto sul palco, precedendo l’entrata delle autorità. È il sindaco Tiziano Tagliani a rendere il primo «omaggio a una persona che il giorno immediatamente dopo il terremoto [che ha colpito anche Ferrara nel maggio del 2012, NdA] ha pensato al suo teatro».

Emozionante il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano letto dal sindaco: «ricordo personalmente con grande emozione le esecuzioni musicali cui ho avuto la possibilità di assistere. […] Spero di avere in futuro la possibilità di tornare a Ferrara nel Teatro intitolato a Claudio Abbado». Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – in sostituzione del Ministro Dario Franceschini, a riposo dopo il malore che l’ha colpito l’8 marzo scorso – ha elogiato quest’artista «che ha dato alla musica un contributo insostituibile, un grande italiano che ha fatto onore al nostro paese e soprattutto alla musica». Dopo le parole di George Edelman, Direttore Artistico di Ferrara musica, fondato nell’89 dallo stesso Abbado, è toccato a uno dei quattro figli del maestro, Daniele, donare ai presenti un ricordo particolare: «Claudio – così ha iniziato – amava moltissimo questa città e questo teatro. Ha passato la vita a costruire e a realizzare progetti, dove c’era sempre una componente unica: uno spirito di utopia che mi auguro accompagni in futuro questo teatro». Vladimir Jurowski, direttore dell’Orchestra, Sofia Fomina, soprano e Gerald Finley, baritono sono pronti per interpretare alcuni Lieder della Des Knaben Wunderhorn di Gustav Mahler e del ciclo di canti La stanza dei bambini di Modest Musorgskij.

Allora in alto gli archetti, lo spettacolo può iniziare!

Addio, maestro Abbado. O meglio, bentornato!

Foto di Giacomo Brini

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