Porta della città, luogo di esposizione dei macabri resti dei condannati, sede di guarnigione militare, porta d’assedio fino al 1700, casa privata nel secolo scorso, galleria d’arte. Cosa ne sarà adesso della Porta degli Angeli?

Una cosa non si può negare: la Porta degli Angeli non è mai stata così viva come negli ultimi quattro anni. Cinquanta mostre di pittura, scultura e fotografia hanno animato le sue mura del Cinquecento, senza contare gli spettacoli di musica, teatro, le conferenze, i dj set. LA RTA, la rete di associazioni ferraresi – Stileitalico, Ferrara Video&Arte, ST.ART 47, Arch’è, Youruba e Cantiere Idee – che ha avuto in gestione la Porta dal 2009 non è stata certo con le mani in mano. E’ lunga la fila di artisti che ancora preme per esporre tra le sue mura. Ma il lavoro della rete di associazioni potrebbe subire un brusco arresto: il bando della Circoscrizione 1 – Comune di Ferrara sta per scadere. E adesso?

Adesso vedremo” dice Alberto Squarcia, presidente dell’associazione Stileitalico e curatore di mostre in Italia e nel mondo, specie nell’Europa dell’est e in Oriente, “quello che so è che abbiamo fatto un buon lavoro ed è rischioso spezzare una continuità. Il bando è ancora un mistero: non è ancora uscito e non è detto che riproponga le condizioni vantaggiose di quello del 2009 (affitto e spese di manutenzione pagati dal Comune). Noi come rete di associazioni ci presenteremo di nuovo, con un progetto nuovo e ambizioso. Staremo a vedere”.

Vincenzo Biavati, tesoriere, segretario della Porta degli Angeli e last but not least light artist, è orgoglioso di questi quattro anni di lavoro: “Qui passano turisti di tutto il mondo, coreani, cinesi. E ferraresi in bicicletta. Ci sono tante gallerie d’arte aperte in centro ma non penso che facciano il pienone. Quello che possiamo fare è aspettare il nuovo bando. Ma se i costi di gestione fossero troppo alti non so se parteciperemo”. Perché le spese comunque non si contano: rimborso per gli artisti fuorisede, stampa delle locandine e dei depliant, senza contare il tempo che i volontari dell’associazione mettono a disposizione per il progetto. E che il tempo è denaro non è un’opinione. “La cultura non può autofinanziarsi” afferma Alberto Squarcia ”se il bando non ci viene incontro come il precedente sarà dura”.

Foto di Giulia Paratelli

Esporre opere esposte su muri del 1500 è suggestivo. Ma i muri parlano anche quando la Porta è vuota. La Porta degli Angeli, situata proprio alla fine di corso Ercole d’Este, fa parte integrante delle Mura e vede sfilare tutti i giorni cani scodinzolanti e tutine in corsa. Si compone di una Torre di avvistamento, squadrata, e di una casetta più bassa, aggiunta nella metà del 1500 per ospitare il corpo di guardia.
Quanto ne sappiamo della Porta degli Angeli?
Silvana Onofri, presidente di Arch’è ci tiene una lezione di storia mentre un sole precoce batte sulla Porta e le lucertole sonnecchiano. E’ lei a tenere aperta la Porta tutti i lunedì, mossa astuta visto che quel giorno i musei civici e statali sono chiusi.

La Porta è antica, va bene, ma quanto? La prima attestazione risale al 1505 ed è già documentata con il nome degli Angeli, l’antica toponomastica per Ercole d’Este. La storiella che vede la Porta come residenza del boia, che aveva casa e bottega in piazza, è totalmente priva di fondamento. La storia della Porta ha comunque un inizio non meno lugubre. Tutto cominciò con una congiura contro Alfonso I d’Este a opera di due nobili di famiglia, Giulio II e Ferrante, i fratelli del duca. Quando la congiura fu sventata, ai fratelli toccarono le prigioni del Castello a vita. Ma gli altri congiurati, che non potevano vantare nobili natali, non furono così fortunati. Almeno così documenta il Libro dei Giustiziati, un interessante documento storico che oggi sonnecchia alla Biblioteca Ariostea e che riporta la loro esecuzione di fronte a quello che è oggi il Mac Donald’s, il vecchio Palazzo della Ragione. I Battuti Neri della Confraternita della Buona Morte quella mattina li scortarono dal boia che fece il suo lavoro. Le loro teste furono esposte in piazza e il resto del corpo diviso in tre parti: una, chissà quale, fu appesa alla Porta degli Angeli (le altre alla Porta S.Benedetto e alla Porta S. Giovanni in Porta Mare) come monito alla popolazione.

Anche la storia più recente riserva qualche sorpresa. La Porta è stata un’abitazione privata per quasi tutto il Novecento. Fino al 1984 ci abitava la famiglia Faccini, dipendenti comunali. E i figli nati in casa, o meglio nella Porta, oggi cinquantenni, tornano spesso in visita e sostano nel piano terra, quella che una volta era l’ex camera da letto dei genitori.

Ma torniamo al bando, la vera preoccupazione di queste settimane: quello vecchio scade il 30 aprile e quello nuovo deve ancora uscire. Silvana Onofri pone una condizione sola: il bando deve prevedere un vincolo chiaro che costringa al rispetto della Porta. “Non importa chi vinca, dico sul serio, l’importante è che chi avrà in gestione la Porta si renda conto che ha per le mani un monumento storico unico da trattare con cautela”.

5 Commenti

  1. La Porta degli Angeli non è una galleria d’arte, ma un monumento cinquecentesco che ospita anche eventi temporanei. Quello che importa è che l’unica Porta completamente visitabile delle mura di Ferrara rimanga aperta al pubblico e che i vincitori del nuovo bando siano tenuti a seguire elementari regole per la tutela dell’edificio storico, restaurato a fine novecento con denaro pubblico.

  2. chettyprende scrive:

    e se qulcuno ha capito che si può trttare come galleria d’arte? bello l’articolo ma è rischioso il modo in cui è scritto….l’inizio sembra che si tratti di galleria d’arte in luogo storico, ma invece è monumento al cui interno si fanno mostre. è un pò diverso….

  3. urbano scrive:

    speriamo che nuovo bando esca presto e porta sia mantenuta integra e non chiusa. sarebbe un peccato per tutta la città!

  4. Sara scrive:

    Una galleria d’arte è uno spazio – gestito solitamente da privati o associazioni – dedicato all’esposizione di opere d’arte. Lo spazio può essere un luogo storico o meno. In questo caso si tratta di un monumento storico unico che,come ricorda Silvana Onofri, va trattato come tale.

  5. feliciano c. scrive:

    Conosco personalmente la Professoressa Silvana Onofri e posso confermare che la sua attenzione per ciò che riguarda l’arte e la sua diretta divulgazione ,non ha eguali.
    Persone di questo “calibro” (uso questa frase perchè se fosse munizione non avrei tentennamenti nel collocarla , vista l’alta esplosività intellettuale, tra le “armi a ripetizione automatica”) sono una risorsa alla quale non possiamo rinunciare.
    Riesce con il suo modo tutto particolare a coinvolgere e contagiare con passione anche l’individuo più distratto.
    Probabilmente la dote è stata affinata negli anni di insegnamento scolastico, ma credo che questo non sia sufficiente per giustificarne tutto il suo trasporto.
    La Silvana è così… e lo sarebbe anche se avesse impiegato parte della sua vita nell’arte del ricamo, anzichè nell’insegnamento.
    Ma per tanto che io possa decantarne le doti, sono ben consapevole che non riuscirei nel difficile compito di raffigurarla al meglio, quindi vi consiglio di fargli visita…solo così capirete il senso delle mie frasi.

    Un piccolo esempio:
    Poco tempo fa , durate una visita all’interno della Porta degli Angeli, prendendo spunto da un’immagine presente su di un pannello , gli confidai la mia passione per Joyce , ritenendolo uno dei più grandi scrittori di sempre. Lei sorrise e volle conoscerne le ragioni. Parlammo dell’Ulisse e di Leopold Bloom , poi ci siamo soffermati sul ruolo che ebbe joyce su italo Svevo, e l’importanza della loro amicizia , che naturalmente portò anche ad una proficua collaborazione… probabilmente noi non avremmo potuto leggere i capolavori di Svevo se questi due personaggi non avessero incrociato le loro esistenze.
    La Prof.ssa. Onofri , nonostante fosse a conoscenza di tutti i risvolti storici dei due scrittori, non stacco un attimo gli occhi e seppe seguire con attenzione ogni frase proferita, come nell’intento di rinnovare e perfezionare la sua passione.

    Non voglio tediarvi più di tanto,quindi concludo rinnovando l’invito a partecipare alle mostre che con cura la Silvana Onofri sta seguendo , con la speranza di averla sempre come punto di riferimento culturale .

    Grazie per l’articolo,un saluto a tutti e un sentito grazie a Silvana, alla quale dedico un pensiero di Joyce …e come sapeva dolcemente definire L’arte :

    “Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di bellezza che siamo giunti a comprendere: questa è l’arte.”
    James Joyce

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