E’ bellissimo vedere tutta questa gente in piazza in nome di Federico Aldrovandi, perché quello che è accaduto non solo non capiti mai più ma sia fatta giustizia togliendo la divisa ai poliziotti che quella notte andarono oltre quello che era il loro compito come forze dell’ordine. E’ bello vedere Ferrara che si indigna, reagisce e partecipa numerosa ormai da oltre otto anni per una causa che non è ancora del tutto sopita, per una parola FINE che non è mai ancora arrivata pienamente.

E’ altresì decisamente brutto però constatare come occorrano oltre otto anni per dare pace ad un ragazzo morto ingiustamente, alla sua famiglia e ai suoi amici. Per ridare serenità ad una città ferita e un esempio ai tanti altri casi che negli ultimi anni hanno riempito le pagine di cronaca. E’ triste che quando si sbaglia, in questo paese ma forse in molti altri, non si accetti di pagarne le conseguenze fino in fondo, ma ci si trinceri dietro lotte ideologiche, di classe, difese per partito preso frutto di ideali che comunque vengono fatti prevalere sul buon senso che ci rende prima di tutto umani. E’ il momento di mettere la parola FINE a questa storia, perché di Federico si possa ricordare solo la persona che era, e si possa raccontare questo episodio come di una ferita enorme per la città e il paese, ma chiusa ed appartenente al passato. Sarà il monito alle future generazioni perché non succeda mai più, ma è importante se ne possa parlare al passato.

Non è più il tempo di parlare delle condizioni in cui era, delle colpe reciproche, delle modalità e di mille incartamenti legali presentati da entrambe le parti a sostenere ogni tipo di tesi. I quattro poliziotti siano prima di tutto uomini e facciano un passo indietro senza che qualcuno glielo imponga dall’alto. Sarebbe un grande ed importante segnale: rinunciare al proprio lavoro in nome di un ragazzo morto ingiustamente, comunque siano andate le cose. Nulla rispetto a chi ha rinunciato suo malgrado alla vita.

Foto di Giacomo Brini

3 Commenti

  1. libe.Fe dalla Sinistra scrive:

    su estense.com , riguardo alle diatribe su Grisu’ , i rappresentanti di Listone mag definivano l’assegnazione dei posti nella stessa iniziativa , assolutamente non collegati a ideologie e posizioni politiche (magari di sinistra). Vedere Ciccone IN PRIMA FILA .. al contrario, ha dato conferma di cio’ che si pensa.

  2. Eugenio Ciccone scrive:

    E qui lo ribadisco, conoscendo dal primo all’ultimo delle persone che sono entrate a far parte del progetto Grisù, e quelle che si sono interessate. Non sono entrate dentro Grisù persone di un’appartenenza politica precisa ma quelle che avendo fatto domanda avevano un progetto idoneo con gli spazi malmessi della caserma, con la possibilità di poterli ripristinare. Poi non starò a ripeterlo ogni volta ulteriormente ma vorrei che alle sue sciocchezze ci sia una risposta nero su bianco. Se pensa che Grisù sia un progetto “di sinistra” solo perché l’immobile è della Provincia mi sa che non conosce molto bene la situazione, ma non è questa la sede per spiegarmi ulteriormente, se vuole altre informazioni mi scriva.

    Quanto ad Aldrovandi non serve essere di sinistra per sostenere la causa di Federico, basta un po’ di buon senso e come ho scritto nessuna ideologia a prescindere. Sulle mie idee politiche vorrei invece rassicurarla: non sono esattamente quel vessillo della sinistra che mi vuole dipingere, ci sono altri più meritevoli di me per questo posto nel suo cuore. Non ho una fede politica così precisa e ossessiva come lei, mi occupo fortunatamente di altro nella vita.

  3. Michele Balboni scrive:

    Volevo chiedere a “libe.fe dalla Sinistra” che se nel caso dovesse fare il tiramisù ci mette la polenta?
    Traduzione: come si fa a chiedere di Grisù nel contesto di una tragedia come quella di Federico Aldrovandi?
    Una persona come lei fa poca strada, che vada a DX o a SX…

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