Quando torno a Ferrara dopo un viaggio o una gita fuori porta provo una sensazione particolare nell’approssimarmi al centro, una sensazione che inizio ad avvertire già a partire dal casello autostradale e che si potrebbe approssimativamente definire “effetto pentola”. Avvicinandomi in macchina alla cinta muraria guardo alla città come ad un grande contenitore, un pentolone appunto. L’angoscia è sottile ma insinuante: so che, appena varcato il perimetro delle mura, calerà dall’alto il coperchio e resterò intrappolata dentro.

Questo senso di isolamento scaturisce da fattori diversi, fisici ed emotivi allo stesso tempo: dall’orizzonte mancato che caratterizza tutte le città di pianura, dall’ulteriore chiusura dello sguardo imposta dalle strettoie urbanistiche del nucleo medievale, ma anche da una certa attitudine delle persone a ragionare in termini “strapaesani”. Quando si abita a Ferrara non esiste altro che Ferrara, i suoi muri, i suoi marciapiedi, la sua fauna più o meno variegata, più o meno conosciuta. Come ricordarsi di tutto ciò che vive e cresce e muore fuori dalla città, quando l’unico elemento disponibile alla vista in grado di ricordare l’esistenza del mondo esterno è un ritaglio di cielo intrappolato tra i palazzi? Un modo potrebbe essere ad esempio quello di frequentare le pagine di Ferraraitalia.it, il nuovo quotidiano online aperto dal giornalista Sergio Gessi, inaugurato martedì 26 novembre.

La didascalia che accompagna il nome della testata è eloquente: “Quotidiano indipendente. Testata globale – locale sull’attualità”. Si legge inoltre: “il punto di osservazione sarà Ferrara, l’orizzonte di riferimento sarà il mondo, in una prospettiva di tipo “glocal” che coniughi locale e globale in quanto riflessi di due dimensioni, quella periferica e quella universale, assolutamente complementari”. La dicitura mi fa respirare un poco meglio, mi fa supporre che l’effetto pentola non sia una deriva psicologica solo mia se altre persone hanno sentito la necessità di relazionare il micro al macro, il dentro al fuori le mura.

Incontro Sergio per capire meglio cosa sta cercando di realizzare. Lui ha alle spalle una carriera da comunicatore lunga e frastagliata, passata attraverso innumerevoli collaborazioni e direzioni. Senza pretese di esaustività vale la pena ricordare i trascorsi con L’Unità, il Resto del Carlino, La Nuova Ferrara, Il Manifesto, La Nuova Venezia, La Cronaca di Verona, il Gambero Rosso. Diverse anche le testate che ha aperto e diretto: dallo Spallino al freepress Ferrara e Ferrara, distribuito tra il 2000 e il 2001, da Piazza Municipale a Siti, fino ad arrivare a Cronaca Comune, il quotidiano online del Comune estense (nato negli anni in cui Sergio ha guidato l’ufficio stampa dell’amministrazione cittadina). Attualmente lavora come docente per Unife; è tutor a Bologna per la Scuola superiore di giornalismo, formatore per l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.

Cerco di capire, a fronte di un’esperienza tanto vasta, cosa l’ha convinto a dirottare parte delle sue energie nella fondazione di Ferraraitalia.it, cosa l’abbia spinto a battezzare questo settimo “figlio editoriale”.

«La realtà giornalistica attuale, soprattutto con l’affermazione dei nuovi media, privilegia l’avvenimento, l’attenzione al fatto, l’immediatezza. L’interazione è facilitata e ciascuno inventa e manda online ciò che vuole. Il rischio che comporta questo sistema è la superficialità, tendenza determinata anche dal momento storico e che si ritrova ad ogni livello nella società civile. Tutto viene consumato in fretta, senza memoria. L’ambizione di Ferraraitalia.it sarebbe quella di proporre qualcosa di segno contrario, che guardi al mondo in modo verticale e non orizzontale, che non si dedichi a tutto ma si concentri su vicende emblematiche, che contenga sollecitazioni piuttosto che didascalie. Ho lavorato a quest’idea per un anno, un anno e mezzo. L’ho abbandonata e poi ripresa, affidandomi da un punto di vista logistico agli informatici di Net Propaganda. La spinta decisiva è arrivata da una conferenza ascoltata durante l’ultimo Festival di Internazionale, dalle riflessioni di Patrick de Saint-Exupéry sulla goccia che porta al mare, sulla microstoria che porta verso altro di più grande. Ferraraitalia.it nasce da una considerazione simile, perché Ferrara non è una città fortificata, è parte di un tutto inscindibile al quale è legata da continui rimandi».

Quel dibattito lo ricordo bene, sul palco assieme a Saint-Exupéry e Laurent Beccaria – rispettivamente caporedattore e direttore della rivista francese XXI – sedeva anche Hernan Casciari, direttore dell’argentina Orsai. Il topic era tra i più interessanti: “modelli di successo editoriale nell’era del digitale”, praticamente un inno all’approfondimento, alla cura e al tempo necessario a realizzare un contenuto che non sia solo frutto dell’effimero. «Mi era piaciuto molto il concetto di fuorigioco esposto da Casciari, del giocatore che esulta davanti alla rete senza sapere che dietro di lui il gol è stato annullato – ricorda Sergio -. Spesso rischiamo di accontentarci della verità che appare, di confondere l’apparenza con l’essenza. La verità è sempre tale fino a prova contraria, è complessa e inafferrabile. Ciò nonostante è necessario lo sforzo, la ricerca dei frammenti che la costituiscono, nella consapevolezza che mancherà sempre un tassello per formare il quadro. Questo è l’obiettivo di Ferraraitalia.it, che si occuperà di politica e di lavoro, toccando anche il mondo della cultura e del costume».

Qualche esempio degli articoli che si trovano attualmente nella homepage del sito: “Porta il nome di Rodari la biblioteca che non ti aspetti”, “Impazza il Porcellum sui giornali e tra gli scranni”, “Per combattere evasione ed elusione la nuova Isee non basta”, “Il Pd regionale prima della coscienza ascolta i giudici”, “Consip, gli affaristi del risparmio”. Non mancano alcune rubriche più leggere come quelle dedicate all’aforisma e alla canzone del giorno, le quali a ben vedere funzionano però come commento ai fatti d’attualità. Tra le proposte musicali più recenti: “Il bonzo” di Jannacci, “Povera patria” di Battiato, “In Italia si sta male” di Paolo Rossi.

Chi scrive questi pezzi? Quali firme sono state raccolte in questo progetto? «Mi sono fatto un regalo, ho contattato solo persone con cui sto bene, alle quali mi legano rispetto e affetto. Non ho tralasciato chi non mi piace, ma le persone con le quali faccio fatica a intendermi. Camilla Ghedini ha avuto un ruolo speciale, è stata partecipe fin dall’inizio, è una professionista con una grande autonomia di giudizio, di cui ho estrema fiducia. Sono contento di esser riuscito a coinvolgere anche Gianpietro Testa e Franco Stefani, due maestri straordinari». Oltre ai giornalisti e agli opinionisti figurano in redazione anche persone che vivono all’estero, le quali porteranno nella discussione estense chiavi di lettura e riflessioni aperte al contesto europeo.

Come si sosterrà il giornale? «Per adesso Ferraraitalia.it non produce reddito ma lo assorbe, si tratta di una scommessa. Abbiamo fatto un piano industriale – non mi piacciono molto i forestierismi come business plan -, ma ovviamente servirà tempo, pazienza, tenacia. Cominciamo con umiltà, con la consapevolezza che tutto andrà conquistato. Stiamo considerando le più diverse forme di finanziamento, dal banale inserzionista ai benefit di fidelizzazione, al crowdfunding che adesso è molto in voga. L’accesso ai contenuti comunque sarà sempre libero, l’indipendenza resterà l’unico discrimine. Scambi di favori non ce ne saranno. Questo non garantisce nulla se non la buona fede, perché la verità come si diceva è sempre inafferrabile. Sicuramente non ci saranno verità di comodo, non si valuterà mai la convenienza di uno o il danno di altri. Il primo giorno online abbiamo aperto con “La libertà” di Giorgio Gaber, che vuole essere un po’ il nostro manifesto. La libertà come condivisione, come etica della comunicazione, del dialogo e della ricerca di soluzioni per problemi comuni, non come concetto astratto».

Riuscirà questa nuova finestra virtuale ad alleviare l’effetto “pentola”? Ora è troppo presto per avere delle risposte, ma non è mai tempo perduto quello speso provando ad affacciarsi.

3 Commenti

  1. Lanfranco Viola scrive:

    Auguri a Ferraraitalia.it ; mai come di informazione indipendente c’è bisogno in questa città, più di qualunque altra cosa.
    Se sarà veramente INDIPENDENTE ,si vedrà presto.

  2. Paolo Orsatti scrive:

    Sarà un piacere leggervi ! il microcosmo ferrarese ha bisogno urgente di “approfondire”

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