“Il jazz non lo puoi spiegare a qualcuno senza perderne l’esperienza. Dev’essere vissuto”. Con queste parole inizia una celebre riflessione del pianista Bill Evans, che chiude affermando con sicurezza: “il jazz… è feeling”. E c’è un luogo a Ferrara che col suo fascino senza tempo amplifica questo “sentire” , molto amato dagli stessi jazzisti per l’atmosfera che sa regalare a spettatori e musicisti. Un luogo riconquistato, il Torrione San Giovanni, eretto nel rinascimento a baluardo di una delle tre porte d’ingesso alla città e ristrutturato grazie ai fondi UNESCO, che nel 1995 consacra Ferrara come Città Patrimonio dell’Umanità.

E’ grazie all’interessamento di Lola Bonora, già presidente del Club e oggi socia onoraria, che questo spazio, pensato inizialmente come luogo espositivo, nel 1999 diviene dopo il restauro dell’architetto Natascia Frasson sede del Ferrara Jazz Club, ad oggi uno tra i più suggestivi d’EuropaL’incontro di Ferrara con il jazz risale a metà degli anni ’70, grazie ai vari festival estivi che si andavano moltiplicando in Italia e che in quegli anni raggiungevano un pubblico più vasto rispetto ai soli esperti. Nato come associazione “Amici del Jazz” nel ’77, il Club ha una vocazione nomade, e gli incontri si svolgono in alcuni locali come La mela e, sul finire degli anni ’80, il Fiorile, dove i concerti si svolgono a cadenza regolare, ogni settimana.

Il calendario jazz ferrarese raggiunge il massimo livello negli anni ’90, con le rassegne al Teatro Comunale, che vedono la partecipazione tra gli altri di Miles Davis e della Afro Cuban Jazz Band per concludersi col gemellaggio con la prestigiosa Carnegie Hall Jazz Band di New York, che diviene in quegli anni orchestra residente, a coronamento della ventennale direzione artistica di Alessandro Mistri. “Nei primi anni di attività il Torrione condivide col Teatro Comunale la stagione concertistica, ma in seguito si decide di ospitare tutto in questa sede”, ci spiega Francesco Bettini, direttore artistico del Ferrara Jazz Club dal 2000.

“Le dinamiche negli anni sono un po’ cambiate”, prosegue, “dall’idea di grande evento, oggi prevale invece quella del legame col territorio, senza dimenticare i grandi nomi della scena internazionale. Si è deciso di puntare sull’attualità del linguaggio e di proporre un repertorio che prediliga il contemporaneo alla tradizione classica”, perché il circolo mira a presentare ciò che offre il panorama internazionale, ma anche guidare nell’ascolto e nella scoperta del variegato mondo del jazz.

“L’Italia”, ci spiega Bettini, “è un luogo fertile per il jazz e il Sud Europa è oggi la piazza più ricca, senza dimenticare naturalmente la scena americana”, dove questa musica è nata e ha visto i maggiori sviluppi.

Il Ferrara Jazz Club è un’eccellenza nazionale, premiato nel 2010 e 2011 dalla rivista JazzIt come migliore jazz club italiano per l’elevata qualità dell‘offerta proposta, frutto della passione e dell’impegno quotidiano di tutti gli operatori, in primis del direttore artistico Francesco Bettini, anch’egli sul podio dei direttori artistici più considerati d’Italia.

Negli anni sono passati dal Torrione musicisti di altissimo livello provenienti da tutto il mondo: le band di Keith Jarrett e Sonny Rollins, Ballard e Turner, i musicisti di Brad Mehldau e il Quartetto di Abercrombie, che ha inaugurato la stagione 2013/2014 con l’anteprima nazionale del suo ultimo lavoro, 39 steps. In una città di medie dimensioni, questi risultati sono possibili grazie a un grande professionalità , al finanziamento pubblico e privato nonché al contatto diretto coi musicisti e alla sinergia con altre realtà, grazie alle quali il Torrione ospita concerti in collaborazione col Bologna Jazz Festival, la rassegna “Off” – con le performance dei musicisti della Mahler Chamber Orchestra e la Chamber Orchestra of Europe – con Ferrara Musica, e progetti col Conservatorio Frescobaldi.

“Per mantenere una qualità così elevata è necessario spesso inserirsi nel day-off delle tournée maggiori”, spiega Bettini, “contattando direttamente i musicisti. L’atmosfera che si respira al Torrione e la bellezza di questa sede piacciono molto ai jazzisti, che vengono volentieri a suonare da noi, e negli anni si è creato un tam-tam che ha reso famoso il Club ferrarese tra i musicisti di tutto il mondo: capita spesso che molti loro associno Ferrara all’immagine del Torrione”, e altrettanto spesso accade di sentirlo chiamare con le storpiature più strane, da Torrone a epiteti più coloriti… è facile immaginare una sorta di effetto “telefono senza fili” nei discorsi di musicisti di ogni parte del mondo, abituati allo scambio, di informazioni e suggestioni, che è da sempre tratto distintivo della musica jazz.

Qui è tutto molto relazionale, con i musicisti ci si ritrova a parlare di tutto, sia durante le serate, magari davanti a un calice di vino, sia quando capita di doverli riaccompagnare all’aeroporto con la macchina piena di strumenti”.

Foto di Giulia Paratelli

“Un’altra caratteristica che distingue il Torrione da altri jazz club europei”, prosegue Bettini, è che, salvo alcuni che sono teatri, di solito si tratta di restaurant club, dove l’attività primaria è quella di ristorazione, cui si accostano le performance musicali. Il Torrione invece è pensato principalmente come sala concerti”. La sala ristorante infatti si trova al piano inferiore, dove si può mangiare o sedersi comodamente in poltrona a chiacchierare sorseggiando un calice e ascoltare il concerto della sala superiore trasmesso sullo schermo. Salendo le scale, invece, si accede alla sala concerto, dove Eleonora accoglie sorridendo gli spettatori e la luce soffusa illumina l’elegante pianoforte e i volti di chi assiste alla performance della serata, seduto in platea o ai tavoli disposti lungo la balaustra.

La programmazione anche quest’anno comprende tre serate alla settimana, con un’alternanza tra momenti dedicat ai più giovani, come gli aperitivi con le scatenate jam session del lunedì, all’interno del ciclo “Happy Go Lucky Local”, e i più tradizionali concerti del sabato sera, sempre introdotti dal direttore artistico, che ogni sera presentando gli artisti fa sì che si scavalchi la barriera immaginaria tra il palco e la platea e si crei un clima informale di condivisione tra artisti e pubblico.

“Una novità di questa stagione”, conclude Bettini, “è l’introduzione di alcune serate dal titolo “World Wide Food” in programma i venerdì di novembre e dicembre”, dove Luigi e Valentina, responsabili del wine bar e dell’accoglienza, faranno degustare pietanze extraeuropee e sarà possibile lasciarsi guidare nell’esplorazione di un tema musicale accostato a uno enogastromico.

I prossimi appuntamenti, prima della consueta pausa delle attività tra fine dicembre e metà gennaio, comprendono artisti del calibro di Bill Carrothers, in calendario il 2 dicembre, e Larry Goldings, il trio The Bad Plus il 23 novembre e la formazione chicagoana di Jason Adasiewicz con Sunrooms.
Scrive il critico musicale Roncaglia a proposito del jazz, “che la sua storia in Italia è stata travagliata e pressoché sconosciuta”. Ma il suo presente è fervido e il suo “autorigenerarsi continuamente, impetuosamente” è reso più facile grazie a luoghi dall’atmosfera raccolta ma informale come il Torrione e il Jazz Club che ospita, e all’impegno quotidiano di chi lavora per diffondere, raccontare, coinvolgere i protagonisti di un universo musicale complesso e affascinante.

Un universo che è, nelle parole di Mel Tormé, come l’amore: tra “le cose più difficili da descrivere razionalmente”. Scendendo le scale del Torrione dopo un concerto infatti, resta l’emozione, una sensazione di felicità lieve: sapere che dentro quello che torna di giorno ad essere una torre possente all’interno della cinta muraria della città, in realtà c’è un mondo di passaggio, un luogo accogliente pronto a regalare il meglio della musica jazz del nostro tempo.

Per informazioni: www.jazzclubferrara.com

3 Commenti

  1. fabio scrive:

    Bruttissimo il titoli!
    negli ultimi anni la scelta dei musicisti di alta qualità artistica è peggiorata…
    il luogo è stupendo!

  2. luigi scrive:

    Ciao Fabio, davvero la pensi così? Solo negli ultimi due mesi ho potuto ascoltare al Torrione San Giovanni…John Abercrombie, Scott Henderson, ViJay Iyer, Joey DeFrancesco, Fly (Mark Turner, Larry Grenadier, Jeff Ballard), Tom Harrell…e non vedo l’ora di ascoltare i Bad Plus e il trio di Larry Goldings….e vaiii, Jazz!!!

  3. Emanuele scrive:

    Gent.ma Lara, credo sia inesatto citare la band di Keith Jarret. infatti lo stesso ha tenuto in Ferrara un concerto di piano solo al Comunale ma soprattutto non mi risulta assolutamente che Sonny Rollins si sia mai esibito a Ferrara, dove, peraltro sono passati il fior fiore dei Jazzisti più famosi del secolo scorso. Perdoni l’appumto ma mi è sembrato doveroso.
    Cordiali saluti -Emanuele Rossi – Ferrara – Tel. 3356364330 –

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