In città il mormorio non cessa. In pizzeria, in coda alle poste, sui social network. “Avrebbe potuto dire qualunque cosa – dice una ragazza in bicicletta in via delle Volte – tipo sono sdegnato, faremo luce sulla vicenda, indagheremo, ora non posso pronunciarmi, qualunque cosa ma non questo!”.

Non sono piaciute a nessuno le parole dell’Arcivescovo di Ferrara. Decisamente parole poco cristiane. Parole indifendibili: cattolici o no, qui la questione è un’altra. Non si parla di serate e di movide, beghe che a un orecchio non ferrarese rievocano le vicende di Peppone e Don Camillo. Qui si parla di mancanza di rispetto per il dolore e la sofferenza umana di un uomo prima che di un vescovo. La storia dello stupro di una quattordicenne a opera di un prete negli anni ’80 e la richiesta del figlio, oggi trentenne, di avere giustizia, si è impressa nella memoria di tutti nel giro di poche ore. A sconvolgere, però, sono state le parole dell’Arcivescovo, Monsignor Luigi Negri. Nel servizio del 15.10.2013 andato in onda a Le Iene alla domanda

“E’ normale che un prete rimanga tale anche dopo un crimine di questo genere?”

ha così risposto:

“Lei vuole insegnare alla Chiesa a fare la Chiesa?”

Perché no? Qualunque cittadino insoddisfatto può rivolgere critiche e domande a un politico senza doversi sentir rispondere “Vuole insegnare alla politica a fare politica?”. Perché no, dal momento che la chiesa si presenta e si propone come il difensore e il paladino dell’etica, della morale e del buon costume ed è poi scossa da scandali di pedofilia in tutto il mondo, Germania, USA, Svizzera, Olanda, Italia, Austria e Sudafrica. Non sono tanto le violenze a sconvolgere quanto chi non le condanna o, addirittura, le copre. Il sistema di omertà cattolico di autoprotezione può funzionare solo fino ad un certo punto.

“La chiesa non riduce allo stato laicale se non chi lo richiede. Un’accusa (confermata da prove e test del DNA ndr) di stupro non è sufficiente”.

ha inoltre aggiunto Monsignor Negri davanti alle telecamere delle Iene. Questo non è affatto vero. Vi sono numerosi casi di riduzione allo stato laicale di persone molto note a livello internazionale, come don Franco Barbero, Don Giovanni Franzoni, monsignor Emanuele Milingo, Don Pierino Gelmini e nessuno di questi aveva chiesto di essere ridotto allo stato laicale.
Al punto 2 del Canone Ecclesiastico 290 leggiamo:

“La sacra ordinazione, una volta validamente ricevuta, non diviene mai nulla. Tuttavia il chierico perde lo stato clericale: 1) per sentenza giudiziaria o decreto amministrativo con cui si dichiara l’invalidità della sacra ordinazione; 2) mediante la pena di dimissione inflitta legittimamente; 3) per rescritto della Sede Apostolica; tale rescritto viene concesso dalla Sede Apostolica ai diaconi soltanto per gravi cause, ai presbiteri per cause gravissime.”

Sono inoltre moltissimi i sacerdoti, che pur non essendo tecnicamente ridotti allo stato laicale, sono stati privati della facoltà di esercitare il ministero e di insegnare, perché giudicate fuori linea con la dottrina ufficiale della chiesa e quindi giudicati scandalosi per i fedeli e quindi in contrasto con il canone ecclesiastico.

Il comunicato stampa diocesano pubblicato mercoledì sera dal portavoce di Monsignor Negri cerca di giustificare il comportamento tenuto:

L’Arcivescovo Mons. Luigi Negri, coinvolto inopinatamente e aggressivamente in una vicenda accaduta nell’ambito dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio più di 30 anni fa, non può non riconoscere la gravità morale di ciò che è accaduto ed esprimere nei confronti dei responsabili la più viva deplorazione, ma anche la più profonda affezione e vicinanza di carità e giustizia cristiana alle vittime di questa terribile storia.non può non far notare che, dopo essersi responsabilmente e debitamente informato a seguito dell’incursione subita da “Le iene”, la Chiesa di Ferrara-Comacchio non ha niente di cui accusarsi.
Questa Chiesa locale  ha obbedito rigorosamente alle direttive che sono pervenute dalla Santa Sede, ha ottemperato a tutte le sue richieste e continuerà a farlo per ogni ulteriore e futura indicazione.
Chi conosce almeno un po’ il rapporto tra Chiesa, Stato e società civile sa bene che la Chiesa, nei confronti dei sacerdoti, non si configura affatto come un datore di lavoro, che interverrebbe nelle vicende di carattere giuridico, economico e civile.

Naturalmente Monsignor Negri non può essere accusato di aver fatto parte di una vicenda di trent’anni fa. Ma affermare che la Chiesa “Non si configura affatto come datore di lavoro” è inconcepibile. Il Canone 269 dimostra come i rapporti che legano un chierico alla chiesa in cui è “incardinato” sono strettamente legati anche ad un rapporto di natura economica. Il prete ha un ruolo pubblico e pastorale: che sia o no un dipendente nel senso classico. Lo stupro è un delitto civile e anche un delitto canonico.

“Nella loro condotta di vita i chierici sono tenuti in modo peculiare a tendere alla santità, in quanto, consacrati a Dio per un nuovo titolo mediante l’ordinazione, sono dispensatori dei misteri di Dio al servizio del Suo popolo” (Can. 276 – §1 ).

Inoltre occorre ricordare che il rapporto fra clero e società civile, non è più regolato dal medievale principio del privilegium fori di manzoniana memoria (Ludovico, il futuro padre Cristoforo, dopo aver ucciso un uomo si sottrae al giudizio del tribunale civile perché si è rifugiato nel convento dei cappuccini e decide di diventare cappuccino). Nessun concordato fra Stato e Chiesa oggi riconosce questo principio. La Chiesa è autonoma nel giudicare il comportamento dei chierici in base alle sue leggi, ma lo Stato ha tutto il diritto di giudicare i suoi sudditi per quanto riguarda i suoi comportamenti civili in rapporto alle sue leggi.

Indipendentemente dal diritto canonico resta ingiustificabile il tentativo di soprassedere sull’operato di Don Pietro. Dal punto di vista etico va condannato senza riserva. Anche se il diritto canonico si ponesse al di sopra delle leggi umani e terrestri l’abuso sessuale di minori resta uno dei crimini più odioso e perseguito ed è dovere della Chiesa cooperare con le autorità per assicurare la giusta punizione ai colpevoli.

Le domande che si affollano nella mente sono tante: il vescovo di allora sapeva oppure no? Ora che la legge civile ne è al corrente cosa accadrà? Se il delitto fosse stato commesso da un cittadino italiano, specialmente se pubblico come un insegnante, avrebbe ricevuto lo stesso tipo di comprensione (quasi) assolutoria?

8 Commenti

  1. Emanuela Bassan scrive:

    Sembra sempre di essere al tempo del Papa Re!! Ma quando mai per un delitto di stupro lo Stato italiano non dovrebbe procedere, anche se in questo caso molto tardivamente?

  2. matteo scrive:

    purtroppo temo che il reato sia caduto in prescrizione, per cui la giustizia può fare ben poco. Mi chiedo perché 30 anni fa la famiglia di Erik non abbia fatto le denunce del caso, ma erano altri tempi, so che erano in difficoltà economica, forse hanno deciso di soprassedere…insomma non entro in merito perché sono faccende private, tuttavia il fatto di non avere sollevato il polverone, ha portato a questa situazione. E la chiesa ne è stata ben felice, of course…

  3. lola scrive:

    Dal servizio delle Iene pare che la denuncia fosse stata fatta, questo almeno dice lo zio della ragazza. Ma le pressioni dal Vescovo di allora e anche di una inviata dal Vaticano sono state tali da renderli impotenti. Pare che siano stati anche sfrattati dalla casa gestita dalla parrocchia come ammonimento. Queste, almeno, sono le testimonianze rilasciate qui: https://www.facebook.com/photo.php?v=10202260188809913

  4. Dario78 scrive:

    Studenti che si incontrano la sera fanno un postribolo che va combattuto, mentre un prete che stupra non è affar suo. A sen apost..!

  5. Stefano scrive:

    In USA le diocesi che hanno avuto dei preti colpevoli di crimini come questi sono state condannate a pagare somme milionarie. L’ingiustizia in questo caso non è data solo dallo stupro, già di per sé atto atroce, ma dal fatto che nessuno, né don Pietro né le autorità ecclesiastiche abbiano sentito il dovere di dare un risarcimento economico e morale alla madre e al figlio. Facile dire che ho chiesto perdono a Dio e sono a posto!

  6. Aldo Tumiati scrive:

    E nessuno parla dello scandalo Casa Cini un bene destinato ai giovani per decenni ed ora (a parte la beffa di un finto direttore mezzoprete) venduta ad un’agenzia immobiliare ….(:…Dove ti fanno pagare anche l’entrata…Tutto è affittato…Ma un bene donato da un mecenate a fini di solidarietà, venduto non è fuori legge? Perchè l’episcopo e òla curia non da’ risposte???? Aldo

  7. matteo scrive:

    Leggo l’ottimo ed equilibrato articolo e provo…tristezza ed indignazione.

  8. fabrizio scrive:

    se non erro i reati di violenza sessuale si prescrivono in 10 anni, dopo la riforma avvenuta nel 2005 riducendo la prescrizione dai 15 ai 10 (tra il II ed il III governo Berlusconi, se volete rovinarvi ulteriormente la giornata e non solo, andate a leggere chi erano i ministri) . Leggenda vuole che il clero fosse filofascista, e come si sa nelle leggende qualcosa di vero c’è sempre…come vorrei la mia fosse solo facile dietrologia.
    http://www.governo.it/Governo/Governi/berlusconi2.html

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