«Nel posto sbagliato al momento giusto» recita il titolo in cima alle prime pagine dell’opuscolo. Medici Senza Frontiere oltrepassa la soglia dei quarant’anni, ma non smette di testimoniare l’attività dei suoi volontari nelle zone del mondo dove il diritto alla salute non è garantito. Scorrere i luoghi dove l’organizzazione umanitaria internazionale ha operato e opera tuttora, è un modo per tenere desta l’attenzione sugli ultimi drammi della storia più recente, quando a colpire è indifferentemente la mano dell’uomo o la furia della natura. Un elenco di paesi dislocati su tutti i continenti, spesso lontani e fuori dai riflettori, che spazia dal Ciad alla Thailandia, dall’Uganda alla Bosnia-Erzegovina, dalla Somalia alla Cecenia a San Salvador.

A Ferrara, al festival di Internazionale, l’organizzazione è ormai di casa. E l’attività dei suoi operatori è documentata dalle varie iniziative aperte al pubblico che la rassegna propone. La novità di quest’anno è l’ospedale gonfiabile, ospitato nel Giardino delle Duchesse. Un’agile struttura in grado di essere immediatamente operativa, che da quasi una decina d’anni, in territori a rischio, fornisce tutti quei servizi principali che servono per far fronte a una situazione d’emergenza.

Poco prima che una scolaresca arrivi a visitarlo, ci fa da guida al suo interno, la coordinatrice degli eventi Giuska Orsini. «La prima volta che Medici Senza Frontiere ha utilizzato questo strumento – ci racconta – è stato nel 2005, in Pakistan. Una struttura snella e facile da trasportare. Per gonfiarla sono sufficienti pochi minuti, l’allestimento invece può richiedere fino a dodici ore in funzione delle singole esigenze. Dal punto di vista energetico è del tutto autonomo». Composto da una serie di tende pneumatiche da assemblare con un approccio modulare, l’ospedale gonfiabile viene sperimentato nei casi di guerre o disastri naturali. L’interno offre ai visitatori la riproduzione fedele di una sala triage, dove ai pazienti viene assegnato un codice in base alla priorità della cura, di un’area degenza dotata di zanzariere per combattere il rischio di malaria e di una sala operatoria chirurgica e ginecologica.

Foto di Lucia Ligniti

«Le situazioni – continua il capo missione Stefano Zannini insieme a Patrizio Carnevale – nelle quali si è chiamati a intervenire sono le più varie. Vanno, per esempio, dal soccorso alle persone vittime di armi da fuoco ai casi di donne con parto ostruito. Fra i luoghi del mondo dove l’ospedale gonfiabile è entrato in funzione ci sono il Pakistan, lo Sri Lanka, Haiti o Gaza».

E ai visitatori all’ingresso della struttura verrà consegnato un cartoncino dove potranno scegliere il proprio percorso da seguire. Se cioè optare per Haiti, relativo alle calamità naturali, oppure la Siria, attinente ai conflitti armati. Medici Senza Frontiere si è occupata di aprire i primi progetti a Haiti nel 1991, con programmi di emergenza durante le situazioni di crisi e le catastrofi naturali. Come i dieci mesi successivi al terremoto del gennaio 2010, nel corso dei quali sono stati trattati 358mila pazienti e sono stati realizzati oltre sedicimila interventi chirurgici. In Siria, invece, l’organizzazione offre assistenza medica in via diretta e indiretta. Con i suoi operatori in sei ospedali e quattro centri sanitari. Nelle zone non accessibili, ampliando il sostegno ai medici locali e fornendo farmaci, attrezzatura e consulenze tecniche.

A fianco alla struttura, visitabile nei giorni del festival dalle 10 alle 20, è presente anche un hangar destinato alla logistica. «Medici Senza Frontiere – prosegue Giuska – necessita di attrezzature e personale qualificato. Non solo personale sanitario come medici o infermieri, ma anche figure esperte in ingegneria, architettura o idraulica. Si può dire che il chirurgo è l’ultimo elemento a intervenire».

Il cortile del Castello Estense, inoltre, alle 19 di venerdì 4, ospita l’inaugurazione della mostra multimediale dal titolo ‘Senza via di scampo’, realizzata con la collaborazione dell’agenzia fotografica VII. Un’occasione per documentare le storie di milioni di pazienti esclusi dall’accesso alle cure e ai farmaci. Patologie dimenticate come tubercolosi, malattia del sonno, Chagas e leishmaniosi viscerale, che uccidono silenziosamente in diversi luoghi del globo.

Informazioni sulla storia, sulle attività e sulle campagne di sensibilizzazione dell’organizzazione sono reperibili sul sito internet www.medicisenzafrontiere.it.

1 Commento

  1. vinny scrive:

    complimenti per la scelta dell’argomento e per la sua trattazione

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