Quante volte ci imbattiamo in pubblicità in TV o in volantini che sbattono in prima pagina occhioni tristi e circondati da mosche con musichetta straziante in sottofondo “Aiutalo, solo un caffè al giorno”. Sì , ma chi ce lo assicura che i soldi finiranno davvero a togliere le mosche di dosso a quel bambino? E’ il punto dolente di ogni iniziativa di beneficienza. La fiducia va guadagnata.

Accade che le belle azioni nascoste siano le più stimabili. Tiziano Menabò, fotografo di talento e presidente dell’associazione Vola nel Cuore, non ama apparire sotto i riflettori. Ma a parlare per lui sono i fatti. Vola nel Cuore è una onlus fondata nel 2004 ed è riuscita a donare agli ospedali pediatrici una somma come 240 mila euro. L’associazione è nata per dare assistenza ai bambini ricoverati negli ospedali di Ferrara e di Bentivoglio. “E’ un’associazione umanitaria a favore del bambino. Come se fossimo dei fratelli maggiori: offriamo compagnia portando un po’ di allegria in corsia. E non solo: li aiutiamo anche a mangiare, li accompagniamo in bagno, tutte piccole cose che fanno la differenza, senza retorica” racconta Menabò. Poi c’è una trentina di claun. Sì, claun. Non è un refuso né un’allergia alle lingue straniere: claun è un termine volutamente italianizzato. Preferiamo denominare la nostra attività di volontariato claun e non clownterapia si legge nel sito ufficialeperché  il termine terapia è più correttamente riferibile ai medici e alla loro preparazione scientifica.

Come è stato possibile ottenere donazioni così generose? “Il nostro è un bilancio trasparente”, spiega, “chiunque può richiederlo e controllare le uscite e le spese.” La gente sembra essersi fidata fin dall’inizio, l’80% delle donazioni arriva dal territorio ferrarese. Dove sono finite le donazioni? Abbiamo regalato attrezzature per la neonatologia come il respiratore pediatrico, il secondo in Emilia Romagna, del valore di ben 42 mila euro. E dotato il reparto di una terapia intensiva pediatrica”. E, last but not least,  il progetto da favola del reparto pediatrico di Cona. La fatica, l’impegno e lotta con la burocrazia non sono stati vani, il progetto è nato per umanizzare gli spazi della nuova Pediatria a Cona, è già operativo anche se l’inaugurazione avverrà in autunno. Menabò non nasconde la soddisfazione “Il reparto da favola è concluso, manca solo il mobilio, ma arriverà entro settembre. Nel 2007 non avrei mai creduto che saremmo arrivati a tanto!”.

Foto di Astrid Nielsen

A guidarci nel reparto da favola dell’ospedale di Cona è Doretta Chendi, chirurgo pediatrico e grande fan dell’opera di Sally Galotti, l’artista diplomata all’accademia Disney di Milano e all’istituto europeo di design. Suoi sono gli unicorni rosa, gli scoiattoli carichi di ghiande, gli asinelli e le fatine che illuminano i corridoi e le camere dell’oncologia pediatrica, ben 600 mq circa di installazione. Quella che colpisce di più è la sala giochi: Galotti ha trasformato delle colonne portanti giallastre e scrostate in alberi con tanto di fronde e scoiattoli. Le favole aiutano il bambino ad accettare il luogo di cura e le terapie in modo meno traumatico. Come i pannelli di aquiloni e palloncini affissi al soffitto della sala operatoria: il bambino steso in barella può sognare le nuvole prima di addormentarsi. Di sicuro le pareti grigie e scrostate di prima e le finestre che davano su muri di cemento non aiutavano. Doretta Chendi ci fa strada nel labirinto di porte e corridoi di oncologia. E’ uno di quei medici a cui ogni genitore vorrebbe affidare il figlio. “Per me questa è una seconda casa” sorride. Negli ambulatori non è raro vedere l’illustrazione di una pecora con il suo agnello o la volpe con i volpacchiotti. “Evoca il rapporto mamma-bambino” racconta il chirurgo” un’atmosfera familiare anche in un reparto d’ospedale”. Per qualche informazione in più sul progetto da favola di Sally Galotti c’è sempre internet: www.juxiproject.com/it/

Lasciamo il reparto e torniamo a chiacchierare con il presidente di Vola nel cuore. “Chi è il volontario tipo dell’associazione?” “Non c’è. Può essere uno studente, un pensionato, un libero professionista. Chiunque può far domanda”. Le domande, però,vanno regolamentate. Perché anche se il volontariato è una scelta spontanea non significa che non vada responsabilizzata, anche per offrire un vero aiuto ai bambini ricoverati. “Apriamo gli ingressi due-tre volte l’anno, facciamo dei colloqui e poi procediamo alla formazione dei volontari. Il corso di formazione base di trenta ore è necessario: bisogna conoscere gli aspetti organizzativi e la storia dell’associazione. Dopo sei mesi è possibile l’accesso al reparto, sempre affiancati da un volontario più anziano. Non tutti comunque devono accedere ai reparti, ci servono anche persone che seguano le iniziative di raccolta fondi come i mercatini. Abbiamo ottenuto risultati favolosi” continua Menabò “ Grazie alla gente che ci vuol bene!”.

Sì perché quando Vola nel cuore chiama, la gente risponde. Si è visto con il sisma dell’Abruzzo del 2009. “Nel 2009 siamo partiti per l’Abruzzo per aiutare i bambini terremotati. Abbiamo prestato mille ore di servizio con la protezione civile (animazione, intrattenimento per bambini) e portato 17 quintali di beni di necessità.” E poi l’Abruzzo ha bussato a Ferrara il 20 maggio 2012. Tiziano fa una smorfia triste: “Sì, il terremoto ha scombussolato tutto, e non è mica finita, c’è ancora tanto lavoro da sbrigare”. L’associazione,  in collaborazione con la Protezione Civile, si è attivata per il sisma in Emilia, raccogliendo materiali di ogni genere per i terremotati: “Non potrò mai ringraziare abbastanza la Protezione Civile di Ferrara, il loro è un lavoro unico! Passavamo per i campi di Cento, Alberone, Casumaro, San Carlo chiedendo tutto a posto, vi serve qualcosa? In un solo mese abbiamo raccolto centomila euro da tutta Italia” ricorda Tiziano. Spesi bene. Come il progetto di Mirabello: la scuola era stata appena ricostruita dalla regione ma mancava di tutto. “L’abbiamo arredata da cima a fondo, lavagne e banchi compresi. La regione ci  ha messo la scatola, noi l’abbiamo riempita. E non è ancora finita: da settembre si riparte per un’altra consegna di materiale ludico e didattico nelle scuole”.

Anche se l’emergenza è cessata Vola nel Cuore non si ferma. Ed è confortante sapere che ogni mattina scendono dal letto persone come Doretta Chendi e Tiziano Menabò che facendo solo il loro dovere riempiono di senso la vita degli altri.

1 Commento

  1. matteo scrive:

    Articolo davvero riuscito, sembre bravissima Sara. Foto bellissime e interni notevoli. Complimenti a Sally Galotti! La sanità ferrarese e l’associazione Vola nel cuore sono riusciti a trasformare un posto di cura in un accogliente “luogo di favola”.

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