L’estate è rumorosa.

Sarà che bene o male sei costretto a tenere tutte le finestre aperte, anche quelle nel computer, per avere anche solo una bava d’aria in più.

Sarà che proprio quest’anno, da Giugno a Settembre, nell’appartamento affianco a me fanno i lavori di ristrutturazione perché in autunno arriva un nuovo proprietario e allora dalle otto di mattina alle sei del pomeriggio è come se avessi un tizio con un martello pneumatico da una parte e uno col trapano dall’altra che mi seguono per tutta casa, qualsiasi cosa faccia.

Sarà che poi, appena finiscono i lavori affianco casa parte la super partitona tra ragazzi nel parco sotto casa che nemmeno i mondiali in Sudafrica con le vuvuzela sono stati così fastidiosi.

E le cicale, cicale, cicale, cicale…

E la vite allentata nella ventola che fa tremare la plafoniera.

E gli scooter con la marmitta da camion che sfrecciano alle tre di notte.

E ti giri e rigiri sul tuo gaciglio, per trovare la posizione aerodinamica che ti consenta di dormire senza soffocare e mentre sei lì, nell’incoscienza della veglia ancora poco, lo senti che è il momento, ce l’hai fatta, finalmente si dorme e al resto si pensa domatt..ZZZZZZZZZZZZZ….La maledetta zanzara zizulona che ti ronza nelle orecchie. Il rumore più insopportabile che in città si può sentire è quello, perché lo sai che se ti trovassi in una foresta cambogiana….probabilmente… andrebbe peggio, suvvia però siamo in città; sperando che non partire per le vacanze fosse la vera vacanza intelligente ci siamo convinti che evitando le classiche mete estive piene di gente stressata che vuole rilassarsi, fosse possibile rilassarsi davvero.

Mentre tutto quello che ci si guadagna sono poche ore di sonno non ristoratore, un carattere da Ebenizer Scrooge, e una vasta collezione di tappi per orecchie.

* * *

Ho fatto per molteplici Luglio il cameriere alla festa dell’unità. Si, lo so…. Qui in giro è pieno tutta estate di sagre, festival, eventi gastronomici, fiere, feste e tutto quello che di simile ti può venire in mente.

Ma me lo sono sempre chiesto… ogni volta che servivo un tavolo di simpatiche signore vestite di centrini in pizzo e abitoni floreali…

“Perché, perché in piena estate con un caldo da orbi vieni alle sette e mezza tutti i giorni della settimana a mangiarti un piatto di cappelletti in brodo?!?”

Un aerosol di cappelletti praticamente.

Eh si, perché alle sagre non è che fanno l’insalata di pesce o prosciutto e melone, cioè, in verità lo fanno ma vuoi mettere con un bel piattone di SALAMADASUGO e purè? O del somarino con la polenta?

Poi chi va a mangiare alle sagre non è che si accontenta di una sola portata, ehnno, antipasto, primo, secondo e per non farsi mancare nulla la zuppa inglese fatta con amore dalle signore della cucina, un litro di gin e marsala per porzione mi avevano confessato “perché se no non piace”.

E nonostante tutto, le probabili diciotto ore per digerire, il mischione incredibile nello stomaco, il cornetto della ciupeta nel rosso… appena finito di mangiare si corre tutti in balera per un po’ di liscio. E anche li, non capisco, ci sono più orchestre di liscio che santi e hanno due giri di numero, due, per ogni canzone, l’umpappàampappà del valzer e il più lassico tan ta ta, ta ta ta tan ta ta, tan ta tata ta ta…

E allora ora, cara signora con i vestitoni floreali ,forse dopo che lei e il suo marito, così ben vestito con la sua bella camicia azzurra e canottiera a costine che si vede in trasparenza, avete mangiato come bufali e ballato come nativi americani, forse è ora di chiudere la serata e andarsene a letto, brioschino e a nanna.

Macchè.

Vorrai mica negargli un giro o due di tombola, che se fan quaterna si porta a casa un prosciutto, non sarebbe male, all’ambo di tre sere fa s’erano solo accaparrati un pacco di spaghetti, bisogna puntare più in alto.

Allora ho capito, sono troppo giovane e inesperto per godermi l’estate.

Ma stasera un piattino di cappelletti quasi quasi….

2 Commenti

  1. Maria Antonietta Bassi scrive:

    che presa in giro dolce e rispettosa, quasi amorevole, mi hai ricordato il Benni dei primi tempi e,
    voglio esagerare, Pennac

  2. lucia scrive:

    Cioè ti prego un aereosol di cappelletti muojo…!

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