Che il mercoledì ferrarese più famoso sia quello universitario, non c’è dubbio.
Ma basta lasciare il calore dell’acciottolato ancora rovente e addentrarsi in quello spazio verde che si estende dalla Porta degli Angeli fino a ridosso di Piazza Ariostea, la “Campagna dentro le mura”, per vivere una serata diversa, all’insegna della buona musica e del buon cibo.
È qui, in via delle Erbe 29, che ogni mercoledì dal 10 luglio al 21 agosto, si tiene la rassegna musicale  Not(t)e a TerravivaBio, dove l’atmosfera dei concerti jazz e blues si fonde con la convivialità di una serata che ha il sapore di quelle tra vecchi amici.

Entriamo anche noi, seguendo il sentiero sterrato e l’odore umido di alloro e melissa, quasi un percorso iniziatico che porta a lasciare alle spalle a ogni passo il rumore della città e ad acuire i sensi più trascurati. Respirare i profumi dell’orto, e pregustare la ricca selezione di prodotti biologici preparati dai dipendenti e volontari dell’azienda agricola BioPastoreria, che qui coltiva circa 3 ettari di campi e gestisce il punto vendita di prodotti freschi e trasformati TerravivaBioOgni mercoledì, una degustazione a tema, annunciata da un cartello affisso giorni prima davanti alla rivendita, per chi non amasse le sorprese, per esaltare il sapore del buon cibo cucinato da mani esperte, come quelle di Marilù Anelli, dipendente da anni dell’azienda e detentrice di un segreto culinario a base di olio, agrumi e tanto amore per la convivialità e la buona tavola.

La incontriamo mentre ci avviciniamo al tavolo delle verdure: “Provatele con questa”, incalza sicura di sé. Versa disinvolta un condimento profumatissimo, di cui va giustamente fiera. E non ha torto: un profumo delicato si va ad aggiungere a quello più intenso delle verdure di stagione. Lasciarsi sorprendere è il modo migliore per gustare appieno la serata. Arrivati ai tavoli, Silvia dalle Molle, figlia del titolare Giovanni e seconda di quattro fratelli tutti impegnati a dare una mano durante la serata, fa sedere gli ospiti (così le piace chiamare chi arriva per qualche ora in loro compagnia), perché “le persone che decidono di essere qui sicuramente si somigliano” dice, e davanti al buon cibo è impossibile non instaurare un dialogo. Capita spesso allora di sentire delle storie, di conoscersi, prima di assaporare insieme il momento magico della musica che riempie e trasfigura l’aria soffice delle serate estive.

Foto di Giulia Paratelli

La degustazione inizia intorno alle 20, prima del tramonto, poi ci si sposta nel retro del negozio, dove sul patio in legno si esibiscono alle 21:30 i migliori artisti nazionali e internazionali e nel prato sono già disposte file di sedie in attesa. A metà concerto viene offerto un break con dolci fatti in casa e frutta, che è anche un modo per scambiare chiacchiere e impressioni tra il pubblico, i musicisti e chi fosse appena arrivato. Sottovento, folate di citronella bastano a far desistere le zanzare da un facile banchetto.

L’atmosfera è quella del giardino di un amico e il jazz, che è “la musica della venuta, musica che crea”, come disse Amiri Baraka, si sposa perfettamente con l’ambiente e l’atmosfera familiare del luogo. Una familiarità data dall’accoglienza dei membri della famiglia dalle Molle, che hanno dato vita a questo progetto 5 anni fa e hanno preso in gestione i campi e il punto vendita, rendendolo il fulcro di un’attività sempre rivolta al pubblico e alla cittadinanza“Unire Coltura e Cultura”, dice Silvia, che si occupa principalmente della gestione del negozio,  questa la sintesi ricercata nelle diverse attività di TerravivaBio, dell’azienda Agricola BioPastoreria, e dell’associazione culturale Il Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse, gestite dalla famiglia. D’altronde, “l’uomo è ciò che mangia”, sostiene Feuerbach cogliendo un assist dalla sua lingua madre, esiste cioè un’unità inscindibile fra psiche e corpo, per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio.

Il passaggio dell’azienda di famiglia al biologico si concretizza nel 1994, quando Giovanni Dalle Molle, fitoiatra, la eredita dal padre. Questa scelta, legata ad un’idea etica del cibo, porta alla costituzione dell’azienda agricola, a Ro ferrarese, che da allora si occupa di coltivazione di prodotti “nostrani”, varietà resistenti ed autoctone, che rinsaldino il legame tra agricoltura e territorio. Nei terreni di BioPastoreria si coltivano meli, kiwi, cereali e ortaggi tipici della bassa ferrarese e della zona del fiume Po. E al Po si lega gran parte della primissima attività dell’azienda, che da anni organizza iniziative culturali come passeggiate in bicicletta sulle rive del fiume fino a giungere, dall’acqua, alla terra della “Campagna dentro le mura” cittadine, dove si trova TerravivaBio.

Un dialogo perciò ininterrotto col territorio che spazia dalla fattoria biologica alle attività culturali. A TerravivaBio, da marzo a settembre, non mancano le iniziative, dalle serate jazz alle mostre d’arte, passando per le “colazioni filosofiche” e le presentazioni di libri. Non stupisce allora che il cibo biologico, proveniente da un bacino di produttori e fornitori tra Veneto ed Emilia sempre in contatto tra loro, raggruppato in file composte sugli scaffali o traboccante dai cestoni sui tavoli, non sia la sola cosa che si può vedere nel negozio. A chiunque passi di lì, a piedi o in bicicletta, e si volesse fermare magari per un bicchiere di succo di mela fresco, non possono sfuggire i quadri appesi alle pareti, dentro e fuori la costruzione in legno, a testimonianza della passione per l’arte del capofamiglia, poi trasmessa ai suoi figli. Perché anche il punto vendita è un luogo dove accogliere l’arte, così come lo spazio espositivo Il Granaio alla CasadiRo e, luogo certamente privilegiato, la Porta degli Angeli, dove la famiglia partecipa alla RTA (Rete Temporanea di Associazioni) che la gestisce con l’Ass.ne Culturale Il cantiere delle idee.

E quest’anno il “Cantiere” ha inaugurato il 19 luglio, con un’introduzione di Giovanni dalle Molle e alla presenza degli artisti, la mostra Valter Fingolo “immaginato…” da Rudy Barborini, visitabile fino al 25 agosto. “L’arte”, dice Fingolo, “tira fuori la persona che sei. E l’equilibrio interiore è la cosa più bella che si possa trovare”. Così, i suoi Totem Cosmici, allungati tra terra e cielo, i Monoliti mutanti e le minuscole eppur rigogliose di dettagli Lacrime di fiume sono espressione di movimenti dell’animo, che si trasfigurano nella pietra. Quasi tutte le opere sono ricavate da sassi del Piave o del Livenza, un materiale povero ma che richiede una lavorazione minuziosa e complessa, una dedizione quasi ascetica. E la figura sottile dello scultore veneziano è reinterpretata dal fotografo Rudy Barborini, che lo “immagina” immerso nelle sue sculture, ritratto in fotografie poi rielaborate con l’ausilio della computer grafica e della pittura. Il suo lavoro si articolerà in 3 tappe: dal backstage della realizzazione delle opere, alla rappresentazione “immaginata” dello scultore, fino alla produzione di materiali multimediali che verranno raccolti alla fine della mostra. Un dialogo a tutto campo, perciò, tra due artisti e le loro opere, e tra artisti e pubblico, che è invitato a condividere le sue impressioni, solitamente riservate a critici e addetti ai lavori, per la realizzazione del catalogo su questa mostra “a critica aperta”.

Un panorama molto ricco, perciò, quello offerto da BioPastoreria, TerravivaBio e il Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse, che copre diversi aspetti della cura per l’uomo e natura: Coltura e Cultura, di nuovo, un binomio inscindibile che parte dal cibo, bisogno primario e al contempo scelta etica e arriva fino all’arte, “natura concentrata”, nelle parole di Balzac, o molto più semplicemente, cibo – ma dell’anima.

4 Commenti

  1. Marco Pazzi scrive:

    Che bello!
    Peccato che stasera non riesco, settimana prossima sicuro ci vado!
    Bell’articolo, molto interessante!

  2. anna guarini scrive:

    Articolo molto bello ed emozionante! Brava Lara , spero di poter leggerne di altri.

  3. marco scrive:

    Complimenti Lara

  4. Anna scrive:

    Bellissimo progetto! Proprio quello che si va cercando quando non si è di Ferrara, ma ci si ritrova a vivere in questa città… Peccato averlo saputo così tardi… Troppo poco pubblicizzato!!! Sarà per il prossimo anno!

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