“La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare” canta Jovanotti, ecco questa è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo la chiacchierata con Roberta Pazi.

Un caldo pomeriggio estivo ci incontriamo presso il nuovo spazio, in cui presto, mercoledì 24 luglio, prenderà vita il nuovo teatro Ferrara OFF.

Ex Dazdramir, ex centro sociale, un luogo da sempre votato all’occupazione e al fermento giovanile. I segni di quel passato non se ne vogliono andare: una stella dipinta con la lacca persiste nonostante le diverse passate di vernice nera. Lo spazio occupato dal nuovo teatro si trova tra Sonika e Banda Musi, un’ex spazio industriale, oggi protetto, e come mi racconta Roberta «non abbiamo potuto modificare nulla, la porta era lì e deve rimanere lì», tre finestroni illuminano lo spazio, due grandi “oblò” creano fasci di luce come occhi di bue naturali, quasi che aspettassero i nuovi protagonisti con i quali questo spazio rivive. Questi luoghi che una volta rappresentavano la linfa produttiva della città, inizialmente dirompendo nel paesaggio urbano, come li definisce Benjamin “immense conchiglie lasciate sulla spiaggia della città dalla marea industriale che va rapidamente ritraendosi”, oggi vengono tutelati come patrimonio fondativo di un territorio e rivivono oggi grazie a iniziative culturali, portando un concreto arricchimento alla zona in cui si trovano; con gli occhi pieni di voglia di fare e d’incanto inizia a condurmi per mano nel racconto di questa avventura. Un luogo che potrebbe diventare cittadella delle arti, con un palcoscenico naturale costituito dalle storiche mura cittadine, una nuova “cartoucherie”: ex fabbrica di cartucce, polvere da sparo e proiettili alle porte di Parigi, occupata negli anni ’60 da Ariane Mnouchkine e divenuta un bosco incantato, luogo d’innovazione teatrale.

Uno spazio del Comune di Ferrara che è stato dedicato al teatro, ristrutturato con fondi regionali, una «folle avventura» contraddistinta dall’amicizia dei suoi fondatori: Massimo Navone, Gianni Fantoni, Roberta Pazi, e Marco Sgarbi, che in questo difficile momento economico e ancora più difficile per la cultura hanno deciso di andare controcorrente, mettersi alla prova con questo “insano” intento.

Foto di Carmen Ciclamini

Massimo Navone, regista e insegnante teatrale è direttore della Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Gianni Fantoni, comico, autore e attore televisivo, radiofonico, cinematografico e teatrale; Roberta Pazi è regista e attrice conduce laboratori teatrali in diverse strutture e ha un’intensa attività d’interscambio con la Francia. Marco Sgarbi, attore e regista teatrale, è direttore artistico del teatro di Occhiobello, oltre a occuparsi di formazione teatrale per adolescenti, insieme hanno dato vita all’associazione culturale Ferrara OFF e oggi, mi spiega Roberta «ognuno di noi porta con sé all’interno del nuovo teatro la propria professionalità e il proprio background, mettere d’accordo quattro persone è difficile, ma noi siamo prima di tutto amici». Il nome dell’associazione è un rimando a quella corrente teatrale che nasce a Broadway, con Off Broadway e accomunava tutti quegli spazi, un po’ underground, nati per raccogliere le nuove tendenze, le sperimentazioni che non trovavano posto all’interno delle programmazioni dei grandi teatri. Luoghi di rappresentazione che uscivano dalle logiche economiche dei grandi circuiti, offrivano la possibilità di esprimere la propria arte. Spazi che accoglievano un centinaio di persone, proprio come il nuovo teatro ferrarese: «un luogo di sperimentazione, un luogo della città, uno spazio sempre vivo» che avrà al proprio interno circa 90 sedute per i suoi spettatori. Come mi racconta Roberta «una lucida follia» per far conoscere la nostra città “al mondo”, attraverso questo teatro, «il nostro teatro, il vostro teatro che dovrebbe cominciare ad attirare persone della città, ma anche da fuori. Non solo persone di passaggio, ma anche artisti che vengono a Ferrara e che si fermano».

Il teatro sarà una succursale della Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Ogni fondatore porterà con sé il proprio network di contatti, di esperienze e di conoscenze, come la definisce Roberta «la propria dote», per renderlo un punto d’incontro e di scambio. Un luogo in continuo fermento, in cui dalla mattina alla sera ci siano attività, dai laboratori agli spettacoli, una vera e propria community, con un respiro internazionale. «Far appassionare la gente al teatro, riavvicinarla al palcoscenico, crescere gli spettatori di domani» con queste parole Roberta mi spiega la loro “avventura”.

All’interno del nuovo teatro vivranno le anime dei quattro fondatori, ma nello stesso tempo c’è la volontà di andare oltre, così che chiunque arrivi in questo spazio trovi sempre qualcosa di nuovo e inatteso. Le chiedo incuriosita se hanno un modello di teatro al quale si sono ispirati un “teatro che vorresti” e mi risponde che ognuno di loro ha nella propria mente “il teatro ideale”, ma il tuo Roberta qual è? «Se ti devo dire un nome, è il Teatro Valle di Roma», un teatro “in continua trasformazione”, dove il bene comune è il cardine dell’attività, valore fondante anche del Teatro Ferrara OFF «sarà il teatro della città per la città, un luogo d’incontro dove nascono progetti».

Con altrettanta fermezza mi racconta cosa sicuramente non sarà «un teatro ingessato, sarà lontano da un teatro classico che vive di sovvenzioni e che propone un cartellone e basta, perché noi abbiamo troppa voglia di fare e di innovare».

Chi sarà il direttore creativo? «Al momento i ruoli dei quattro fondatori rimarranno gli stessi che ricoprono all’interno dell’associazione, e saranno definiti in divenire; così come le proposte del cartellone» ma, assicura «ci sarà tutto» dalla sperimentazione alla prosa, dai laboratori al teatro ragazzi.

Una vera officina creativa con un ampio respiro, che vuole attirare la gente, catturarla, creare uno scambio, un indotto creativo, perché «la cultura è tutto ciò che ci rimane». Anche dal punto di vista gestionale si stanno esplorando nuove strade, che non passino esclusivamente dal denaro, ma dallo scambio, dalla condivisione.

Marco Lodola, artista poliedrico che ha la capacità di mescolare l’arte con altre discipline come musica, cinema e teatro appunto, sarà autore dell’insegna che troneggerà all’entrata del teatro e di alcuni teli che potranno essere visti appesi all’interno dello spazio.

Il giorno dell’inaugurazione (il 24 luglio alle ore 18.30) è previsto il taglio del nastro per l’inaugurazione ufficiale, con una piccola sorpresa mi svela Roberta, poi una rappresentazione degli allievi della Paolo Grassi di Milano che metteranno in scena “Mistero Buffo” di Dario Fo, e tutti a ballare con il djset. Sarà presente all’inaugurazione anche Betta Gabbioneta, costumista di Aldo, Giovanni e Giacomo, un altro tassello di quella community che renderà questo spazio «tutto quello che ancora non c’è».

E allora Ferrara OFF lanciati in questa vertigine, sarà l’Universo che metterà la rete.

 

Teatro Ferrara OFF è in Viale Alfonso I d’Este 13, a Ferrara.

2 Commenti

  1. Giulian Dayz scrive:

    tanta luce a questo nuovo spazio creativo 🙂 complimenti!

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