La cosa più strana dell’home gallery è che non ti aspetti veramente che sia una casa. Dentro di te caldeggi l’ipotesi che sia una figura retorica, una maniera un po’ colorita di dare un nome ad un ambiente informale. Invece è proprio una casa, quella di Terry May.

La Terry May Home Gallery si affaccia su di un cortiletto raccolto di via Porta San Pietro, per entrare devi suonare un campanello che dice che Terry è un negrito e carinoso pintador. Non è vero, ma ti fa capire il tiro. Terry May è a Ferrara dal 2008. Prima era altrove, non importa molto dove, poi è arrivata qua e ci è rimasta. Dice che è stata affascinata dall’atmosfera della città, d’altra parte lei ama il lavoro di Alberto Savinio -di cui si conosce soprattutto il fratello, Giorgio De Chirico -e quindi è stato naturale per lei fermarsi.

Quando descrive Ferrara lo fa con gli occhi attenti di chi ha raccolto la storia di una città che in tanti, me per prima, non hanno voglia di ascoltare. Parla della presenza dell’acqua, dei ciottoli lisci delle strade che sembrano – o sono? – sassi di fiume, dell’importanza delle costellazioni e dei temi natali nella geografia urbana e del via vai culturale che ha farcito questo posto di racconti e leggende. “c’è un qualcosa di invisibile qua” spiega, c’è spazio per l’immaginazione. Quando è arrivata a Ferrara ha cominciato a guardarsi intorno e in assenza di posti che le andassero a genio, ne ha creato uno lei. Terry è una linea diritta, ha una logica travolgente – che proprio ti travolge – che combina con la sua visione del mondo, una riflessione onesta e violenta come la verità su quello che la circonda. E’ una pittrice e il suo punto di vista lo trasmette attraverso il suo lavoro, perciò quando bisogna passare alle parole è un singhiozzo di concetti.

Alla domanda perché una home gallery, Terry alza le spalle “perché devo pagare una galleria per esporre? ce li ho anche io dei muri! Poi da lì è nato tutto il resto, perché è ancora più di una galleria qua, essendo una casa ha tutte le potenzialità della casa, non sei legata a degli orari”. E poi dice “pensa se tutti esponessero in casa”.

Io ci penso, e ammetto che non avrei nulla da esporre.

“Ma no! tutti quelli che dipingono”

“E cosa succederebbe?” le chiedo io;

“La rivoluzione!”.

Foto di Astrid Nielsen

Perché allora non ci sarebbero le gallerie e soprattutto i soldi a fare da intermediario, non ci sarebbe un mercato che campa sui nomi invece che sui lavori, ma una visione d’arte più dinamica e fattiva, portatrice di un confronto con le persone e tra gli artisti.

In mancanza di rivoluzioni, Terry fa da sè. Nella sua home gallery sono esposti lavori di Laura Ragazzi, Gianni Cestari, Flavia Franceschini, Paolo Volta, Giulia Pesarin, Massimo Festi, le fotografie di Alessandro Passerini e i suoi dipinti. La Terry May Home Gallery è attiva dal 22 giugno 2009 e ovviamente non è a pagamento, ma mica solo l’entrata, anche l’esposizione.

E’ un’atmosfera giocosa, creativa e pungente, quella che c’è in casa di Terry, c’è tutta la disponibilità di un qualcuno che crede in quello che fa ed è pronto a spendersi fino all’ultimo per portarlo avanti. Ha il doppio ruolo di pittrice e gallerista e crede che non ci sia separazione tra la vita e l’arte.
L’unica regola dell’home gallery: “i quadri mi devono piacere. Se c’è un quadro che non mi piace non dormo la notte. E’ un qualcosa di organico, sarebbe come mettersi una persona che ti sta antipatica in casa”.
A Terry piace l’idea di mostrare lo spazio e gli strumenti che svelano tutto l’universo che c’è dietro la sintesi di un quadro, il mondo dell’artista, tutto, senza decorazioni e abbellimenti ad hoc. Le piace talmente tanto che dipinge persino sul retro dei suoi lavori, perchè bisogna vedere anche l’altro lato delle cose, dice lei, non bisogna fermarsi a quello che ti vogliono far vedere. Sul cavalletto troneggia un dipinto ad olio, una veduta notturna, figurativa, con un pavè di bottoni “rigorosamente vintage” applicati. Terry si avvicina e lo volta: ed è un quadro astratto, una composizione di camere ad aria di biciclette ferraresi. Vedi retro. Ecco, questo è quello che intende.

Di recente, dice, ha cominciato ad inserire delle sorprese nei suoi quadri. Sorprese? Sì, sorprese, così un giorno magari la trovi e ti cambia la giornata e la percezione del quadro. Sono questi guizzi di ingegno che ti danno la voglia esplorare lo spazio con gli occhi, alla ricerca di curiosità da domandare. Ci sono dei quadri nelle cassette di frutta, “ho venduto arte al chilo: c’era un prezzo al kg, pesavo i quadri, c’è la bilancia là, e pagavi a seconda del peso, neanche io sapevo quanto pesassero i dipinti. E’ andata bene” spiega accendendosi la sigaretta, “quelli invece li vendo online”, dice indicando degli oggetti vintage ricercati. Ci sono quadri di Ferrara che fanno parte del ciclo Mater, sulle costellazioni e la città (sic), e Made in Italy, fotografie d’eccezione e ritratti di animali. Pigmenti in polvere, pennelli e campanelli di bicicletta, soldatini di plastica e tavole di legno. I quadri sono ovunque, alcuni in lavorazione, altri archiviati e molti appesi. Si percepisce la presenza fisica dei colori, soprattutto il blu e l’azzurro cielo, che fanno da cappello a questa laboriosa tranquillità.

La Terry May Home Gallery è un punto di incontro vivo, nella calma di quel cortile in via Porta san Pietro si organizzano non solo mostre ed inaugurazioni, ma veri e propri spettacoli teatrali, rassegne di cortometraggi, performance e corsi, possibilmente “brevi e intensi”.

Infatti mentre parliamo un paio di persone sono prese da reflex e libri fotografici, perché è il giorno del corso di fotografia. Corso, non è che qualcuno sale in cattedra e insegna. Piuttosto ci si trova, si scatta e ci si confronta, e lo dimostra il parlottìo costante di sottofondo. Si cresce professionalmente, ed è uno dei motivi per cui esiste la Terry May Home Gallery. Oltre che per altre mille ragioni che vale la pena di scoprire da soli, esplorando quella zona di Ferrara.

Prossimamente ci saranno altri corsi, uno sulla scultura in cartapesta e altri annunciati via via sulla pagina facebook. La prossima mostra invece partirà con il festival di Internazionale.

“Mi dà molta soddisfazione quando arriva qualcuno da fuori”. Da qualche anno è tra gli eventi collaterali, sempre con il suo stile appuntito. Quest’anno sarà Live l’evento in occasione del festival, ed ogni giorno promette una performance diversa, live, appunto.

Se volete andare potete passare e suonare il campanello, ma la cosa migliore è chiamare il numero della Home Gallery. Toglie poesia, sicuramente, ma almeno siete sicuri di trovare Terry May e di poter visitare questo spazio laborioso.

TERRY MAY HOME GALLERY
Via Porta San Pietro, 56
44121 Ferrara
per appuntamento
+39 320 901 9341

4 Commenti

  1. Laura Ragazzi scrive:

    Bell’articolo! Grande Terry! Si, il mondo di Terry May è un mondo tutto da scoprire. Siate curiosi e andate a visitare la sua casa-galleria: è un po’ come una piccola Parigi dove in ogni angolo c’è qualcosa di interessante e poetico da osservare e assaporare attraverso tutti i cinque sensi. ma soprattutto attraverso il cuore.

  2. Giulia Pesarin scrive:

    Concordo con Laura, la galleria di Terry è luogo magico si respira aria di vissuto, poesia ed arte. Grande Terry!

  3. Flavia Franceschini scrive:

    Sembra proprio di essere là e si finisce di leggere col sorriso stampato in faccia 🙂

  4. Emanuela Bassan scrive:

    Bell’articolo, veramente. Ho conosciuto Terry May di persona circa due anni fa, quando ospitava nella sua home gallery anche una mostra di quadri-stampe di Margaret Lee. Persona e luogo affascinanti!

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