Ferrara, zona stadio. Un venerdì sera senti un gran baccano provenire dalla strada e apri la finestra.
Ti affacci dal tuo terzo piano con curiosità, ma già meditando vendette medievali. Di sotto, un branco di catarifrangenti occupa tutto lo slargo della strada; fischietti e slogan, c’è chi urla a pieni polmoni e chi invece si limita a non scontrarsi col catarifrangente di fianco. Un buon numero di gente in bicicletta, di sera, nella zona dell’acquedotto  – Poledrelli – stadio. Chiudi la finestra, alzi le spalle, e torni al tuo daffare.

L’indomani, nelle vie del quartiere, ti accorgi di lenzuoli con su scritto Stop alla droga, con varianti stop alla droga e al razzismo. Due giorni dopo, al bar più lercio della via, noti volantini che invitano ad andare al parco tutti insieme, a fare ginnastica al parco tutti insieme, a riprendersi un pezzetto di parco tutti insieme. Inizi a collegare i puntini. E scopri che questo movimento di persone è piuttosto attivo, che non capisci bene a chi fa riferimento ma che è determinato a non lasciar perdere per quanto riguarda la vita nel quartiere.

La storia del Comitato Zona Stadio, quello delle biciclettate del venerdì sera, nasce dall’incrocio di due iniziative: quella di Massimo Morini e quella di Lorenzo Marcucci. Entrambi abitanti della zona ex quartiere giardino, tutti e due, parallelamente e senza conoscersi, cercano di muoversi per fare qualcosa per contrastare lo spaccio. Soprattutto infastidendo chi compra. Lorenzo ha cominciato con le mensili: “Da ottobre 2012 hanno cominciato a fare delle riunioni mensili al grattacielo con Carabinieri, Polizia, Guarda di Finanza e la Municipale, e andavo lì in modo polemico perché secondo me non riuscivano a concludere niente.”

Apre un blog (http://ferrarazonastadio.blogspot.it), dove si sfoga sulla situazione ma soprattutto dà idee e spunti per risolvere la situazione. “Sul blog c’era un embrione di quello che succede stasera. La mia idea era: agli spacciatori non possiamo fare niente, perché tanto quelli ci sono, cerchiamo di colpire gli acquirenti.” E cerca persone che possano aiutarlo nel fare da “disturbatore” in giro per il quartiere. Finché un giorno, “mentre ero in giro a mettere il volantino del blog, ho visto il volantino di Massimo, a fine febbraio, che indiceva una riunione alla parrocchia dell’Addolorata”. Bam.

Foto di Fabio Zecchi

Massimo Morini ha cominciato ad attivarsi per lo stesso motivo, perché infastidito dalla presenza insistente di spacciatori nelle vie intorno casa sua. Con la moglie comincia a segnalare sistematicamente la situazione alle forze dell’ordine ma le forze dell’ordine più di tanto non possono intervenire, raccolgono la segnalazione, pattugliano ma poi finisce lì. “Poi ci siamo domandati: ci siamo solo noi o ci sarà anche qualcun altro che telefona? Quindi abbiamo messo un piccolo volantino nel condominio dicendo agli altri condomini di farci sapere se anche loro avessero segnalato o notato situazioni di spaccio.” La risposta c’è stata è allora Massimo è passato allo stadio successivo “Perché non ampliamo la diffusione del problema? Potrebbero essere tante le persone nel quartiere che hanno lo stesso problema. E l’unico modo per entrare a contatto con le persone è stato quello di fare del volantinaggio, e quindi abbiamo fatto del volantinaggio”. Trovato lo spazio, scelto un giorno, Massimo comincia ad attaccare i volantini: “Alla prima riunione eravamo quasi un centinaio, ognuno ha detto la sua e in realtà il problema era diffuso, è stato segnalato di diverse aree del quartiere; da lì abbiamo pensato di fare qualcosa attivamente”.

Lorenzo in quel periodo era via per lavoro ma seguiva l’avvicendarsi di botta e risposta via web. Massimo incalza: “una delle prime cose, la sera della riunione, una volta finita, è stata quella di andare fuori e fare una passeggiata”. Nata spontaneamente, proprio come prima misura per occupare la strada, non lasciarla agli spacciatori. Siamo a marzo.

Poi, siccome non c’erano solo persone giovani, la scelta, ovvia, della bicicletta. All’inizio di aprile, racconta Lorenzo “si era già sulle centoventi persone”. Adesso, tempo permettendo, ogni venerdì alle 21, dalla chiesa dell’Addolorata, parte la biciclettata con il suo frastuono. E quando questo venerdì è partita, Lorenzo si è staccato dal gruppo per dirci sorridendo “la sentite che atmosfera che c’è?” e poi tornare di corsa nella scia.

Non è stata tutta semplice, l’organizzazione della biciclettata, un po’ per la sua natura inconsueta e un po’ per la spontaneità dell’iniziativa: non c’è nessuna associazione dietro, solo cittadini. Per ora è ufficialmente una manifestazione, con un percorso definito e concordato con le forze dell’ordine, ma a differenze delle altre manifestazioni, questa non è una una tantum ma settimanale. Nato da un disagio comune, la biciclettata è riuscita a catalizzare un quartiere, a farlo dialogare. Massimo e Lorenzo non si conoscevano, ma adesso sono coinvolti assieme, con il Comitato Zona Stadio, nell’organizzazione di incontro per chi abita il quartiere, un progressivo riappropriarsi degli spazi, delle abitudini.

Perché non c’è solo la biciclettata, ormai: c’è il fitness nel parco, ci sono le feste per i bambini nel parchetto, e pare ci sarà anche una serata astronomica con due esperti che spiegheranno le stelle viste da giù, dalla zona stadio. Massimo e Lorenzo hanno visto che basta fare un passo per riuscire a creare una rete di persone, di cittadini, che si sono attivati per il loro spazio comune. Forse lo spaccio non lo fermeranno, e forse non è nemmeno quella la cosa più incredibile che possono realizzare perché far parlare le persone tra di loro non è semplice, e questo loro lo stanno facendo. Come mettere in relazione cittadini e vicini con lo stesso problema che prima si ignoravano. O combattere un disagio e nel frattempo riscoprire una comunità di persone davvero eterogenee per provenienza e credenze.

E continuano, chè sono agguerriti, e tanto adesso arriva l’estate e stare insieme è più semplice e piacevole. Non ultimo: sono aperti a proposte. Se vi dovesse venire una buona idea su come usare gli spazi della zona stadio per delle iniziative mettetevi in contatto con loro. Come dire, fatevi sotto.

5 Commenti

  1. Dario78 scrive:

    Complimenti per la bella iniziativa, l’unione fa la forza, e allora tutti uniti contro il degrado.

  2. ^ste^ scrive:

    Ben vengano iniziative come queste: il cittadino che invece di lamentarsi si muove (in tutti i sensi) e vive il quartiere è una risorsa fondamentale.

    Quello che non capisco è perché sembri spesso che prima ci fosse il deserto, oltre al non raro “approccio polemico”. Attività sportive, feste e attività di vario tipo per i piccoli ed altre iniziative si fanno da diversi anni.

    Abitando vicino al grattacielo ho avuto modo di apprezzare la quantità di cose che si svolgono -saltuarie o quotidiane- nelle sale alla base del grattacielo e nei giardini contigui. Dai doposcuola alle cene di quartiere, in questi anni le attività promosse da associazioni e istituzioni sono state tantissime, e l’effetto sulla vivibilità della zona si è visto eccome. Esattamente la strategia rivendicata oggi dal comitato.
    Mi dispiace che molte di queste cose siano state spesso ignorate dai cittadini, quando non aspramente attaccate.

    Secondo me pesa poi un circolo vizioso dovuto ad una evidente questione di percezione: quando sento tanti (soprattutto persone che NON ci abitano e magari nemmeno ci transitano) parlare del luogo in cui abito, mi chiedo se il bronx che hanno in mente venga da una dimensione parallela, o se stiano parlando di luoghi omonimi e non dei giardini in cui porto tranquillamente i miei figli.

    Forse qualche giro in altre città potrebbe aiutare a proporzionare l’idea di degrado. Ciò non toglie che i problemi ci siano e che vadano affrontati da ciascuno per le sue competenze. Anche perché è difficile che si risolva alcunché se una componente tra enti locali, forze dell’ordine, società civile organizzata e cittadini non fa la sua parte. La presenza attiva dei residenti è importantissima: per non sprecarla cerchiamo tutti di far si che non sia vista come “alternativa” al resto

  3. Marco scrive:

    Bellissima iniziativa. Per riprendersi città bisogna viverla! Ormai i nostri stili di vita sono rinchiusi in quelle scatole che chiamiamo case e uffici, e la città, quella fuori, è abbandonata a se stessa e chi arriva ne fa ciò che gli pare.
    Inoltre secondo me un’iniziativa come questa migliora anche lo stile di vita stando all’aria aperta e socializzando.

  4. Lorenzo scrive:

    Grazie alla redazione e a Elena per lo spazio dato a una iniziativa che senza partecipazione non avrebbe senso! Mi spiace solo non aver messo in evidenza quanto siano importanti tutti i partecipanti.
    ^ste^, ti assicuro che in IV Novembre la situazione prima del Comitato era semplicemente incredibile per chi non la viveva, la percezione non c’entra niente. Forse il grattacielo si era liberato, ma si erano spostati da noi. Se hai dei figli potresti essere interessato all’iniziativa che portiamo avanti per riprenderci l’area verde di Nazario Sauro. Se vuoi info, contattami su ferrarazonastadio@gmail.com.

  5. ^ste^ scrive:

    Già, quello che si può fare è farli spostare, gli spacciatori. Il mercato è fiorente e i pesci piccoli si sostituiscono in fretta.
    Beh, parlando apertamente anche la percezione secondo me c’entra: ho vissuto in altre zone che non fanno notizia, ma erano decisamente peggio – dopo una certa ora non c’era più nessuno in giro salvo alcuni uomini che si mettevano a bere. Mia moglie talvolta aveva paura a tornare da sola. Attorno al grattacielo bene o male c’è sempre gente fino a sera inoltrata.
    Paradossalmente, la presenza degli spacciatori in bici (anche l’anno scorso quando stazionavano) personalmente non mi allarmava più di tanto: in genere erano discreti – non hanno interesse ad attirare l’attenzione; i pochi clienti che ho visto (giovani ma anche distinti adulti con macchine di lusso) arrivavano e andavano via in fretta. Certo non fa piacere, ma mi allarmano di più altri fattori come l’eventuale stazionamento di tossicodipendenti privi di aiuto (vedere zona stazione di Bologna) o di gruppi di uomini dediti all’alcool – che fortunatamente qui ho visto raramente.
    Anche in IV novembre ci passo tutti i giorni più volte al giorno (anche la sera, certo non a notte fonda), non mi è sembrata così drammatica la situazione: significa poco (e non fatico a credere che adesso soprattutto la notte sia peggio la zona più vicina allo stadio che quella del grattacielo), ma è (soprattutto per la seconda) è una dato che ci siano persone -non residenti- che hanno paura anche solo a passarci, e questo ovviamente peggiora le cose, va nella direzione opposta del favorire la vivibilità del quartiere – come invece fanno le biciclettate e spazi come il nuovo Grisù.
    Per questo ritengo che sia importante -oltre che non lasciare le strade deserte- non sottovalutare e non ingigantire i problemi (per lo meno far capire a chi non ci abita che venirci a trovare, anche in bici, non è come vivere una scena de “i guerrieri della notte”), entrambe cose controproducenti per i residenti. E favorire le sinergie tra le varie iniziative (facile a dirsi..).
    Nel nostro piccolo facciamo il possibile -che è pochissimo, tra bimbi piccoli e lavoro- ma l’importante non chiudersi in casa.
    Buon proseguimento!

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