Quando arrivo nel cortile della Vigor insieme a Luciana, i ragazzi e le ragazze che ci aspettano non sembrano attendere un’intervista “professionale”, ma di trascorrere una serata assieme. E questa impressione mi è rimasta fino alla fine dell’incontro, circa un’ora e mezza dopo. I soci più attivi dell’associazione Feedback, infatti, rappresentano davvero un gruppo di amici, una compagnia, persone che condividono genuinamente alcune passioni e che danno un senso autentico alla locuzione – spesso abusata – “lavorare in gruppo”.

Entriamo dunque nella videoteca comunale, che spesso la sera ospita le loro numerose iniziative. Due grandi tavoli sono già stati uniti per l’incontro: ci disponiamo, dunque, in cerchio, senza gerarchie e con poche formalità. Un’altra cosa che mi “stupisce” è il numero dei partecipanti: mi aspettavo di incontrarne un paio, al massimo tre, si presentano, invece, in nove, segno della collegialità e dell’apertura che li contraddistingue. Ad accogliere me e Luciana ci sono: Andrea Bonfatti, Sara Fabbri, Monia Finessi, Claudio Furin, Daniele Pizzimenti, Emanuele Romanelli, Paolo Soriani, Cristiano Vallieri e Daniele Zappi.

È Monia a rompere il ghiaccio per parlarmi delle origini di questa esperienza. Il tutto ha inizio quasi otto anni fa, nel 2005, in uno degli anni più tragici della storia moderna di Ferrara: la morte violenta, una mattina di settembre, di Federico Aldrovandi, una ferita difficilmente rimarginabile per la nostra città. Lei, Evelina Dezza (attuale Presidente dell’associazione) e Paolo Bertazza, iniziano a intervistare i genitori e gli amici del ragazzo, sono i primi a documentare, a cercare di capire cos’è accaduto. Dal materiale raccolto uscirà, l’anno successivo, il documentario “Verità grido il tuo nome”.

E sempre nel 2006 nasce l’idea di creare un’associazione, per coinvolgere un numero maggiore di persone. S’inizia a ragionare sulla possibilità di offrire corsi di “educazione visiva”, per fornire una buona formazione di base a basso costo. Col tempo, si passa dai primi corsi per videomaker, ad altri ambiti della comunicazione per immagini, in particolare alla fotografia. “L’associazione è molto mobile e inclusiva”, mi spiega Sara, nel senso che fin da subito, fin dai primi anni ha accolto al proprio interno nuove persone, nuove idee. “Di fondo c’è una vera e propria amicizia, un voler condividere interessi diversi – aggiunge Monia. Tutto è molto aperto, sempre variabile e in divenire.”

Foto di Lucia Ligniti

È questa un po’ la filosofia che li guida, l’idea di modificare, di adattare continuamente i contenuti e gli stili delle proprie iniziative in base ai desideri del pubblico, e alle proposte che arrivano dai nuovi soci, senza perdere l’identità, il senso originario. Il nome “Feedback” oltre ad essere semplice e facile da ricordare è, dunque, per nulla casuale. L’enciclopedia Treccani definisce la retroazione, “[…] indicata spesso con il termine inglese feedback, […] un meccanismo di funzionamento avente lo scopo di aggiustare continuamente l’azione esercitata sul processo in base all’informazione sull’andamento del processo stesso, in modo da ottenere certi effetti desiderati.”

Mentre il registratore vocale scivola veloce da un capo all’altro dei tavoli come in un campo di air hockey, sulla parete alle mie spalle “incombe” il manifesto di “Professione: reporter”, film di Michelangelo Antonioni del 1975, con Jack Nicholson e Maria Schneider. Proprio al grande regista e al suo capolavoro “Blow-up” hanno dedicato, l’anno scorso, il tema facoltativo della Maratona Fotografica. L’evento, nato nel 2010, registra fin da subito un grande successo e diversi tentativi di emulazione. “La nostra Maratona è quella col maggior numero di partecipanti in Italia – mi spiega Andrea, Vice Presidente dell’associazione. È un’occasione per conoscere meglio Ferrara ma soprattutto per divertirsi. Vengono, ad esempio, gruppi da Milano, da Trento, da Udine, a volte si organizzano con i pullman, vengono intere comitive”.

Per organizzare eventi del genere, così partecipati e complessi, c’è bisogno però di una solida organizzazione, e di molta volontà. E qui veniamo all’ossimoro che contraddistingue il lavoro di “Feedback”: disciplina e autonomia, precisione e flessibilità. “La nostra precisione – continua Andrea – consiste in una grandissima attenzione alla cura dei dettagli” dell’organizzazione. Dall’altra parte, però, come abbiamo visto, è un’associazione aperta, non rigida, fatta da amici: insomma, si potrebbe parlare nel loro caso di “pignoleria elastica”.

Daniele Pizzimenti e Paolo Soriani sono tra quelli che si occupano, insieme a Massimo Alì Mohammad (autore del documentario “Mignon” di cui avevamo parlato su queste pagine), dell’ambito video. Tra uno scherzo e l’altro – Paolo definisce Daniele il “membro di Feedback più forbito, dall’eloquio più solenne”, “il signorile Pizzimenti” – mi raccontano di diversi progetti. Alcuni sono stati già realizzati (“Vigor X”, dedicato alla censura nel cinema), altri sono imminenti (“E fu sera e fu mattina”, mostra fotografica dedicata al sisma di un anno fa, o “Apericinema”), altri ancora sono in fase di elaborazione, come il primo film fiction dell’associazione (“un thriller paranormale” lo definisce Paolo), e un documentario dedicato agli storici artigiani ferraresi, tra i quali il riparatore di bilance Corazzari e il barbiere di P.zza Municipale.

Prima di concludere l’incontro, e di spegnere le luci della videoteca, Andrea mi parla di un luogo comune, di una leggenda metropolitana, purtroppo abbastanza diffusa, e emblematica del “provincialismo” di certi ferraresi. Ad alcune persone, mi spiega, “noi di Feedback non stiamo simpatici”, in quanto malignamente pensano che “siamo dipendenti comunali, e in quanto tali usufruiamo”, in modo privilegiato, “degli spazi della Vigor”. Oppure, “altri pensano che Feedback sia una S.r.l. che ci paga” (!), mentre in realtà tutti i soci sono volontari, ognuno col proprio lavoro, e usano parte del proprio tempo libero (e a volte delle proprie ferie) per dedicarsi anima e corpo a diffondere e a condividere non solo la passione per il cinema o per la fotografia, ma per allargare sempre di più la loro comunità, e per partecipare a progetti più strettamente sociali, come “Diario Migrante” (insieme a Teatro Nucleo) o “Inclusioni diffuse” (insieme al Comune di Portomaggiore e ad Agire Sociale).

Più di tanto, però, cercano di non dar peso a certe cattiverie. Nelle prossime settimane, e nei prossimi mesi, infatti tanti sono i progetti a cui pensare, gli eventi da realizzare e da programmare. E se un gruppo è tanto coeso all’interno quanto aperto all’esterno, non avrà problemi ad affrontare,  condividendole, le “maratone” di ogni tipo che lo attendono.

5 Commenti

  1. Franco Colla scrive:

    Associazione che organizza la fantastica “Maratona Fotografica” a cui ho partecipato quest’anno per la prima volta…magnifica! 🙂

  2. Monia scrive:

    Grazie ad Andrea e Luciana per il tempo e l’attenzione concessaci e complimenti per l’ottimo lavoro che state portando avanti!
    Monia

  3. Andrea Musacci scrive:

    Monia, grazie a voi per la disponibilità e la gentilezza!

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