Un babel fish nell’orecchio farebbe comodo a tutti.

Il pesce di Babel è piccolo e giallo, si inserisce nel condotto uditivo ed è in grado di tradurre qualsiasi lingua in pochi secondi. Il pesce si alimenta delle onde cerebrali sprigionate durante la composizione di una frase, come una sanguisuga simpatica, ed espelle una matrice di frequenze linguistiche in una forma comprensibile a tutti. Questo traduttore universale biologico è stato ideato da Douglas Adams. E purtroppo esiste solo nella sua testa. E nel suo “Guida Galattica per autostoppisti” (1979).

Nell’attesa che le scienze biotecnologiche mettano a punto un acquario di piccoli pesci poliglotti, noi preferiamo i vecchi metodi.

Il 27 aprile, ai tavoli di legno del Café de la Paix di Ferrara (Piazzetta Corelli) si è svolto il terzo incontro del Language Café, un’ iniziativa dell’associazione ActionEdu in collaborazione con CaFéBerlin. A un evento multilingue ci si aspetta di trovare solo studenti universitari. Non è così. I partecipanti sono insegnanti in pensione, avvocati ferraresi, pensionati con la passione delle lingue, laureati che vogliono ripassare l’inglese, signore fresche di piega dal parrucchiere, studentesse erasmus, mamme italo-americane con bambini al seguito. Una vera babele interculturale e eterogenea.

Che cos’è un Language Café? E’ un evento multilingue, una chiacchierata interculturale: basta scegliere a quale tavolo sedersi, quello della lingua preferita, e partire con lo scambio di idee, esperienze, punti di vista, tutto in un’ottica interculturale. Appena entrati si respira un aroma di caffè e di parole crociate in spagnolo. Lucia Livatino, una delle fondatrici del progetto, insieme ad altri sei soci, ci tiene a spiegare lo spirito del progetto: “Il Language Café è soprattutto un collante sociale. Non ha niente a che fare con i corsi di lingua, lo spirito e gli obiettivi sono altri. Non è richiesto nessun livello di accesso, basta venire e aver voglia di chiacchierare, al peggio si può sempre rimanere al tavolo e ascoltare”. La concezione scolastica che lega le lingue straniere solo a compiti e interrogazioni è dura da sradicare. “C’è che viene con i quaderni e la penna bic, certo, mica è vietato, ma lo spirito che ricerchiamo è un altro. Qui si viene a chiacchierare e a godersi una tisana”.

Magari anche una fetta di tenerina. Il Café de la Paix, dell’associazione Germoglio, sa farsi ben volere. “Apre appositamente per noi, fuori orario. In questo modo si crea un ambiente protetto dove anche i più timidi possono chiacchierare in tutta tranquillità senza preoccuparsi delle famiglie al tavolo vicino”. Non è obbligatorio ordinare qualcosa, ma un buon caffè per tenere alta la concentrazione non è male. Sì, perché non ci sono solo chiacchere. Ana Beaven, insegnante di inglese all’università di Bologna, fondatrice di Action Edu insieme a Livatino, modera il tavolo dell’inglese: ha portato un gioco, ma mica facile. Fa parte della serie Play Decide, che ha intrattenuto gli ospiti del seminario del master di giornalismo scientifico all’Internazionale di Ferrara 2011. Il tema di oggi è il riscaldamento globale: in un gioco di ruolo i partecipanti al tavolo si immedesimano di volta in volta in un climatologo egiziano, in un politico alle prese con i problemi di siccità del suo paese, con un ambientalista promotore delle energie rinnovabili. Lo scopo del gioco, ispirato agli ideali di cittadinanza attiva, è arrivare a una soluzione comune dei problemi.

Al tavolo di francese, invece, siamo ancora alle presentazioni, animate da Lucia Livatino, insegnante di italiano per stranieri al CLA, Centro Linguistico di Ateneo, di Bologna. Si parla di sé, gomiti sul tavolo e occhiali tra le mani, come tra vecchi amici, sfiorando tutto e non soffermandosi su niente, così come dovrebbe essere una buona conversazione alla Oscar Wilde. Ai tavoli può succedere di tutto. La volta scorsa il più animato era quello tedesco, si parlava di Grillo, natürlich.

Foto di Valerio Spisani

Cosa fa un coordinatore del tavolo? Spesso madrelingua o bi(tri)lingua, ha il compito di proporre argomenti di conversazione, giochi, spunti presi dal giornale e di ravvivare la conversazione quando rallenta.

On parle plusieures langues mais on ne cause que dans la propre, dice un filosofo francese. Parliamo molte lingue ma chiacchieriamo solo nella nostra. Per questo il Café è un’occasione unica per uno studente erasmus o un tedesco residente a Ferrara. E per i ferraresi stessi, visto che noi italiani, col vizio di doppiare ogni cosa, che sia un film o una serie televisiva, non siamo proprio i primi della classe nel bilinguismo. Ma non ci sono solo ferraresi: Giulia, laureata da poco, viene da Adria. “Sono venuta apposta “racconta” da me queste cose non ci sono, vale la pena fare un’ora di macchina”.“ E la volta scorso abbiamo perfino avuto un gruppo da Bologna”strizza l’occhio Beaven “Un bolognese in visita a Ferrara, son soddisfazioni!”.

Peccato sia solo una volta la mese. “Ma è perché siamo ancora in fase sperimentale, abbiamo iniziato a febbraio, ma visto il successo vorremmo arrivare a due a partire da settembre. E dal prossimo anno vogliamo fare di più: Language Café ogni settimana. A sabati alterni magari, il primo e il terzo sabato del mese offriremo, per esempio, inglese, francese e tedesco e il secondo e il quarto inglese, italiano e spagnolo”.

E tutto, tisane e crostate a parte, senza spendere un soldo. L’adesione all’ActionEdu è richiesta con garbo dopo i primi incontri ma non è mai obbligatoria. Il prossimo appuntamento è il 25 maggio, sempre dalle 16 alle 17:30. Nessun obbligo di prenotazione ma per organizzare i tavoli al meglio non sarebbe male compilare il modulo nel sito (http://www.actionedu.eu/language-cafeacute.html). E se qualcuno vuole offrirsi di moderare i tavoli può sempre venire a dare una mano.

That’s all folks!

7 Commenti

  1. Alessandro Marcigliano scrive:

    Grande iniziativa! Come ferrarese abitante a Bruxelles, di lingue ne mastico alcune e quindi Lucia Livatino, carissima amica, mi ha coinvolto per animare un tavolo di inglese al language café durante un passaggio nella cetta natìa. L’ imbarazzo è durato pichissimi secondi e poi tutti hanno partecipato, secondo le proprie capacità, il mio era un tavolo di “intermedi”, con entusiasmo e simpatia. Il mio ruolo ho cercato di svolgerlo in modo leggero, ma intervenendo ogni tanto con qualche correzione necessaria, in fondo siamo tutti lì per imparare e migliorare no! Nell’altro tavolo degli “avanzati”, che se la menavano un po’ :), animava Marcella, mia moglie, economista dalla voce tornitruante e dall’impeccabile inglese, con Agnese ed Eugenio, i nostri figli, entrambi partecipanti. Un’idea brilante, che merita di essere sostenuta da tutti e che permette oltre che di conversare e migliorare le prorie conoscenze linguistiche, anche di conoscere nuove persone con i loro interessi. Perfino una mia collega tedesca, che sta studiando italiano, è stata coinvolta durante un suo passaggio ferrarese. Promesso, al nostro prossimo passaggio, ripeteremo, con o senza la tenerina come premio!

  2. Daniela Cappagli scrive:

    Il caffè delle lingue e’ una interessante e utile iniziativa a cui partecipo con il sorriso. Qualsiasi livello di competenza viene accolto con amicizia, ascoltato ed eventualmente aiutato. Ci si sente liberi di sbagliare, e di parlare di tanti argomenti di attualità mai scontati. Ho inoltre, avuto l’occasione di fare nuove conoscenze e posso dire che chi frequenta il language caffè lo fa con spirito amichevole, accogliente. Le coordinatrici sono veramente piacevoli e brave e a loro va un grande grazie e un abbraccio affettuoso

  3. Elisabetta Anichini scrive:

    The Language Cafe`is a multilingual and multiethnic weekly event, which is exceptional. It allows anyone and everyone, to come together in a charming and eclectic cafe`. This is what it’s all about, coming together right here right now….

  4. Monica Mariotti scrive:

    Language cafè è ormai l’appuntamento del sabato pomeriggio, un’occasione unica di chiacchierare in libertà in una lingua diversa dalla propria. L’entusiasmo e la competenza dei facilitatori che si avvicendano ai tavoli è davvero contagiosa. Qualsiasi livello di conoscenza della lingua è ben accolto, chiunque è benvenuto. Ringrazio le amiche che mi hanno invitato, quelle che ho conosciuto e quelle che ho ritrovato….e non vedo l’ora che arrivi sabato prossimo!

  5. Sara scrive:

    Quanti commenti! E’ evidente come il Language Cafè sia riuscito a riempire un vuoto, un bisogno della città poliglotta. Hai tante vite quante lingue parli, si dice.

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