Uno scrittore è tale anche quando non scrive, perché più sembra inattivo, più sta pensando a cosa scrivere. Ci vuol coraggio a parlare di poesia oggi: quanti la leggono ancora? Per Novalis il poeta comprende la natura meglio dello scienziato. Matteo Bianchi e Chiara de Luca vogliono crederci. Così è partita la Rassegna internazionale di poesia contemporanea, di cui sono promotori, portando poeti contemporanei come Morten Søndergaardcon (Ritratto con Orfeo e Euridice) all’IBS (c’è chi propone: un referendum e ci riprendiamo il nome Mel Bookstore?). Mercoledì 8 Maggio la libreria di Piazza Trento Trieste ha ospitato Riccardo Roversi con il suo 50 letterati ferraresi della Este Edition. Già presentato all’Ariostea, è costato ben dieci anni di lavoro. Cinquanta letterati legati per nascita o produzione artistica a Ferrara, dal 1400 fino a due mesi fa. Non solo poeti, anche astronomi e geografi come Giambattista Riccioli.

Riccardo Roversi entra nella sua stanza piena di sole al primo piano dell’Este Edition. Alla finestra la luce surreale dei primi giorni di maggio. Sulla scrivania la copertina del libro evoca un romanzo noir, complice la foto di via delle Volte di notte e il titolo in giallo poliziesco. Ma la sua antologia biobibliografica non è una di quelle letture da spiaggia, anche se è pratica e veloce, una consultazione completa di seicento anni di scrittori ferraresi, da Tito Vespasiano Strozzi a Stefano Tassinari. Completo ma snello, il libro si presta bene in ambito didattico. Infatti Roversi ha già contattato i dirigenti scolastici,  per proporlo nelle scuole l’anno prossimo. Tutti i cinquanta hanno lo stesso spazio, due facciate democratiche a testa. Cinquanta più cinque. “In appendice non ho potuto non aggiungerne altri cinque, non che non meritassero le loro due facciate come gli altri, ma i dati erano troppo scarsi”. Non solo i cinquanta (cinque). La voce narrante è certo quella di Roversi ma a parlare sono decine di altri autori e artisti, sotto forma di citazioni: dicono la loro sui letterati ferraresi, come, ad esempio Antonio Canova su Leopoldo Cicognara, in un giro di legittimazione continua. Le storie dei letterati, poi, sono ancora più avvincenti della trama del Nome della rosa: dal Tasso rinchiuso per follia manifesta al Sant’Anna dal duca d’Este all’Olimpia Morata, nata nel 1526, bambina prodigio che recitava Cicerone a memoria a tredici anni.

“Secondo te quanti sono i ferraresi che ne conoscono almeno la metà? “ chiede Roversi, lo schienale della sedie reclinata all’indietro. Certo, oltre a Savonarola, Tasso (nato a Sorrento ndr) e Ariosto c’è di più. “Per la maggior parte, al massimo, son nomi di strade” risponde. L’assessore alla cultura e vicesindaco Maisto gliel’ha promesso: la toponomastica di Ferrara ne terrà conto, “vediamo se abbiamo dimenticato qualcuno, mi ha detto”. Riccardo Roversi ha un sorriso mezzo amaro. “La memoria storica, quella, l’abbiamo persa. Chi ricorda più che il librettista di Verdi era Temistocle Solera, nato a Ferrara nel 1815? Il Va’ Pensiero è suo. E Antonio Caggiano, grande giornalista e scrittore, scomparso appena due mesi fa. Quanti se ne sono accorti?”

Ma si vende la cultura a Ferrara? E’ vero che la cultura, come scrisse Thomas Fuller (The Holy State and the Prophane State, 1642”) ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso. Non vedere mai Il giovane Holden in vetrina e magari scovarlo scontato a tre euro a testa in giù in uno scatolone fa male. Il mercato è pieno di libri idioti, libri che non bisognerebbe leggere, libri che infatti non si leggono più di tanto ma, di sicuro, si comprano. Ma dal mercato non si può (più) prescindere. “La cultura di alto livello ha un riscontro medio, come ovunque, ma quella che strizza l’occhio alla città ha sempre successo: i ferraresi sono avidi di storia locale, di racconti ferraresi, di aneddoti del territori. Quella sì, va a ruba”.

Foto di Chiara Galloni

Tra il ‘400 e il ‘700 Ferrara era la città della cultura europea, mai dimenticarlo. Una città antica, carica di anni, che continua a vivere, tra le nebbie e il magnetismo dei suoi vicoli. La visione che Roversi ha della città è notevole: “Se a Napoli togli i napoletani la città muore così come a Roma i romani: crollerebbero, tanto fanno parte integrante delle loro pietre. Ma se a Ferrara togli i ferraresi la città va avanti, vive di vita propria. Il magnetismo di Ferrara è assoluto e funziona soprattutto da chi arriva da fuori. Il foresto se ne innamora e non la lascia più”.

L’amore di Roversi per la città è lucido e schietto, e non traspare solo dai 50 letterati. E’ ancora più luminoso nei Gatti Turchini (2010) – illustrazioni di Louis Olivencia -, un esempio di come la cultura ferrarese sia più che esportabile: i dodici mini racconti hanno girato tutta l’Italia e oltre, tradotti perfino per una rivista di Osaka. Dodici percorsi suggestivi attraverso la città favolosa che, anche se mai nominata, trabocca da ogni parola. Da segnalare il numero otto, il Liston Lover, il latin lover del Listone, cha cambierà presto idea sulle donne. Ma la vera dichiarazione d’amore è quella per le porte della città: Porte d’Amore (2012) il libro perfetto per San Valentino dei ferraresi. Un viaggio fotografico attraverso le porte abbandonate della città, quelle “porte chiuse, sbarrate, murate, dimenticate” su cui Roversi scrive le parole degli innamorati. Entrambi i libri pubblicati dalla Este Edition, la sua casa editrice nata nel 2000, lo stesso anno di nascita del gruppo scrittori ferraresi, di cui Roversi è direttore, insieme a Gianna Vancini, presidente del gruppo.

Forse una delle poesie d’amore scritta sulle porte di Ferrara, gioco di fantasia e Photoshop di Roversi, non è dedicata a una donna. Ma alla propria città: “Sei bella come, non ho comparazioni, sono tutte mediocri, tranne una parallela, sei bella come te”.

4 Commenti

  1. Eugenio Ciccone scrive:

    I 50 letterati:

    Tito Vespasiano Strozzi, Nicolò Leoniceno, Ludovico Carbone, Matteo Maria Boiardo, Girolamo Savonarola, Giovanni Manardo, Antonio Tebaldeo, Ludovico Ariosto, Celio Calcagnini, Lilio Gregorio Giraldi, Antonio Musa Brasavola, Giambattista Giraldi Cinzio, Alberto Lollio, Olimpia Morata, Giambattista Pigna, Battista Guarini, Torquato Tasso, Giambattista Riccioli, Daniello Bartoli, Girolamo Baruffaldi, Gianandrea Barotti, Alfonso Varano, Antonio Frizzi, Leopoldo Cicognara, Giuseppe Agnelli, Maria Majocchi Plattis (Jolanda), Ferruccio Luppis, Corrado Govoni, Giuseppe Ravegnani, Filippo De Pisis, Ugo Malagù, Mario Roffi, Francesco Fuschini, Lanfranco Caretti, Franco Giovanelli, Bruno Pasini, Giorgio Bassani, Gaetano Tumiati, Canzio Vandelli, Giorgio Franceschini, Luciano Chiappini, Marta Malagutti Domeneghetti, Fabio Pittorru, Aldo Luppi, Giovanna Bemporad, Gianfranco Rossi, Dino Tebaldi, Franco Patruno, Lorenza Meletti, Stefano Tassinari. Appendice: Cieco da Ferrara, Temistocle Solera, Pietro Niccolini, Antonio Caggiano, Paolo Ravenna.

  2. Sara Macchi scrive:

    Quanti ne conoscono i ferraresi? Da un rapido sondaggio in internet pare una ventina. Allora sotto a studiare!

  3. Matteo scrive:

    Bellissime come sempre le foto di Chiara Galloni. Confesso di conoscere solo 15-16 autori dei 50 e 5 presentati da Riccardo Roversi. Mia ignoranza. La scomparsa pochi mesi fa di Stefano Tassinari mi ha addolorato. Un banale stupido ingenuo quesito. Sono stati dimenticati perché la dimenticanza e’ la malattia per eccellenza dell’essere umano oppure perché le opere di quei personaggi in fondo in fondo non erano così originali e innovative?

  4. Sara Macchi scrive:

    Per rispondere dovrei conoscerli meglio. Non essendo ferrarese sono in parte scusata, ma chissà perché, opterei per la prima risposta.

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