Si finisce sempre per rimanere interdetti davanti al cittadino brontolone deluso per la scarsa offerta di un capoluogo come il nostro ai confini dell’Emilia. Soprattutto quando Ferrara raggiunge le cronache nazionali per il numero di eventi ed appuntamenti di qualità che ogni anno vengono organizzati da queste parti. La poca vita, le idee stagnanti, la mentalità chiusa, la nebbia, le zanzare… al bar e nelle piazze, virtuali e non, questi sono i discorsi che dominano la scena, in parte veritieri, in parte no. Nel dibattito un po’ sopito sulla questione irrompe però nemmeno due anni fa un graffito di una mano nota su un muro del centro: un messaggio per chi vuole capire, per chi sa leggere tra le righe. Uno schiaffo. Dice “Ferrara cinquecento anni fa era New York”: il centro del mondo, il laboratorio della cultura, la città che dettava il passo e tutti gli altri seguivano.

E’ stato interessante studiare le reazioni alla provocazione urbana lanciata all’epoca da Andrea Amaducci, che ferrarese lo è solo di adozione ma la sa lunga: da un lato il pessimismo di chi constatandone la verità si è limitato ad annuire in silenzio, dall’altro l’entusiasmo di chi si è rimboccato le maniche per provare a valorizzare questa città come meglio poteva. Con l’obiettivo se non di renderla una New York emiliana, almeno di farne fucina di un cambiamento e di una sperimentazione nel mondo culturale ed artistico che resta uno dei punti di forza di sempre della città estense. Think global, act local, si diceva, no?

Tra quel gruppo di entusiasti ci siamo anche noi. Non ci nascondiamo le tante criticità della nostra città e non ci raccontiamo balle per non guardare agli aspetti negativi che purtroppo ci sono, ma vogliamo impegnarci nel nostro piccolo perché alcuni aspetti della vita di questa comunità siano migliori. Proviamo a fare bene quello che sappiamo fare, sperando di dare il buon esempio.
Non siamo i primi, si spera non saremo gli ultimi. Le tante realtà importanti che sono nate negli ultimi anni a Ferrara in tempo di crisi ne sono la dimostrazione: da Spazio Grisù a Wunderkammer, da Contrarock a Feedback, solo per citare alcune realtà a me note, passando per chi ogni giorno si occupa di cultura, organizza eventi, mostre, spettacoli, rassegne spesso con pochi fondi e molte idee.

Il problema di una città piccola ma così attiva e forse invece dato dalla comunicazione. Non è ovviamente vero che a Ferrara non si faccia niente o non ci siano proposte per i cittadini, è vero invece che questi spesso non ne siano a conoscenza e chi organizza qualcosa non sia sempre bravo a raccontarlo e a promuoverlo come si deve.
Se i cittadini non conoscono le cose che succedono nella loro città non se ne interessano. Se non se ne interessano con il passare degli anni le cose belle (e che portano prestigio e ritorno economico) in una città di provincia come questa non verranno più organizzate, nel disinteresse generale. Altri luoghi saranno più virtuosi di noi nel proporre valide alternative attirando investimenti, turisti e l’attenzione dei media, portando le luci della ribalta lontano da qui.

Ed ecco il nostro scopo, la nostra idea di magazine, il nostro modesto contributo alla comunicazione e alla valorizzazione della città: vogliamo provare a raccontare la Ferrara del nostro tempo. Vogliamo provare a farlo con entusiasmo, narrando ed approfondendo i molti meriti che vengono da iniziative private, associazioni, imprese che a volte diventano vere e proprie eccellenze di questa terra, ma sconosciute ai più. Parleremo dei nomi importanti, di chi è in qualche modo affermato ma anche delle tante altre piccole realtà che meritano di essere scoperte e raccontate al grande pubblico della rete. Vogliamo realizzare un magazine online che differisca da quanto già esistente per la qualità della sua proposta grazie ad una precisa selezione del materiale da pubblicare e delle storie da raccontare.

Non abbiamo creato un altro Estense.com perché non saremmo in grado di farlo e i doppioni non occorrono. Non saremo nemmeno in competizione con il Carlino e la Nuova che svolgono egregiamente il loro ruolo di informatori a 360 gradi su quanto accade a Ferrara. Non daremo insomma notizie ma racconteremo delle storie, come ogni magazine che si rispetti. Esempi positivi di cose belle che nascono e si evolvono, cose che succedono nel nostro territorio e che per qualche ragione è bello raccontare e divulgare, perché si sappia in giro che sono successe, che ci saranno, che ci fanno stare bene e rendono migliore la città in cui viviamo.

Vogliamo con l’occasione provare a scrollarci di dosso alcuni cliché del giornalismo stanco, essere più moderni e multimediali, raccogliere la sfida del web per dare un taglio nuovo agli articoli rendendoli appetibili ad un nativo digitale così come ad un anziano cittadino che si approccia da poco alla rete.
Niente comunicati stampa già pronti o foto di repertorio vecchie e logore: abbiamo chiesto e chiederemo ai nostri collaboratori e fotografi uno sforzo in più per produrre un racconto credibile, onesto, parziale, emotivo. Racconteremo Ferrara dal nostro punto di vista e vi diremo se ci piace, o quando qualcosa non ci convince, tralasciando la politica di cui non ci occuperemo direttamente. Ci metteremo farina del nostro sacco, a costo di impiegare più tempo per proporvi le nostre storie, come si impone la calma per fare le cose fatte bene.

Infine un piccolo servizio per chi avrà il piacere di volerlo utilizzare: uno spazio speciale qui a fianco è dedicato all’agenda di Ferrara: ogni manifestazione pubblica, concerto, mostra, evento, rassegna, incontro, conferenza, eccetera sarà elencata in maniera comoda giorno per giorno, eventi pronti per essere consultati e valutare cosa offre la città per il vostro tempo libero. Nessuna pretesa di recensire ma solo quella di segnalare cosa accade: dove, cosa, quando. Per quanto Ferrara sia una città piccola sono numerose le iniziative che vengono organizzate: aiutateci sin da oggi segnalando eventi da aggiungere alla nostra agenda se mancano nella lista e pazientate se all’inizio sarà difficile scoprire tutte le realtà cittadine per poterle censire.

Le ultime parole di questa breve presentazione inaugurale sono di ringraziamento per il lavoro enorme che oltre venticinque persone stanno facendo da qualche mese, chi più chi meno. Abbiamo iniziato l’avventura con qualche chiacchiera tra amici, poi coinvolgendo conoscenti e infine mettendo un annuncio per la ricerca di redattori: sono arrivate quasi duecento candidature ed è stata durissima selezionare un primo gruppo per iniziare a lavorare. Chissà che in futuro non si riesca ad espandere la redazione coinvolgendo altre penne promettenti e fotografi originali. Sarebbe il segnale che il progetto riscontra interesse e successo; molto ovviamente dipenderà da noi, da oggi in avanti.
Io mi fermo qui, e ho detto anche troppo. Ci sono già alcuni articoli da leggere, altri ne usciranno con cadenza irregolare nei prossimi giorni per tenervi compagnia.

Fino a poco tempo fa progettavo di andare a stare qualche mese a New York durante il 2013 ed oggi eccomi qui a far partire questo progetto nella piccola Ferrara. D’altra parte prima di scoprire nuovi mondi bisogna fare i conti con quello che c’è qua: conoscerlo, capirlo fino in fondo e farlo proprio. Buongiorno Ferrara, con l’augurio che tra 500 anni sarai semplicemente te stessa, bene o male migliore di ogni giorno passato.

12 Commenti

  1. CLAUDIO d'ALOYA scrive:

    AUGURI: anche a duemila Km di distanza e dopo cinquant’anni di lontananza: a chi l’ha lasciata per vivere altrove Ferrara appare sempre una delle realtá piú belle dell’Italia in Europa!
    (a New York comunque il nome “Ferrara” evoca una famosa pasticceria nel cuore di quel che é rinasto di “Little Italy” ormai assediata da “China Tawn”… Ma di un buon “cannolo”, come quelli da Bida della mia infanzia, nessuna traccia…).
    Benvenuta quindi questa iniziativa che forse ci permetterá di essele virtualmente piú vicino, anche se il suo pane, i suoi cappellacci e la sua salama resteranno comunque inaccessibili.

    • Eugenio Ciccone scrive:

      Grazie Claudio! Fa piacere tenere informato un concittadino così lontano geograficamente ma con la curiosità di sapere ancora cosa capita da queste parti… E la pasticceria Ferrara l’ho vista proprio oggi in una foto di un’amica a New York. Non la conoscevo, ma non mancherò di visitarla quando andrò nella big apple.

  2. Gian Luca scrive:

    In bocca al lupo, ragazzi!

  3. Flavia Franceschini scrive:

    Bellissima iniziativa ! Buon lavoro e grazie per le piacevolissime prime letture 🙂

  4. Simone Ferraresi scrive:

    Ciao da Simone, musicista ferrarese di nome e di fatto, emigrato a New York otto anni fa. Concordo con tutte le parole del tuo articolo tranne forse una frase: “D’altra parte prima di scoprire nuovi mondi bisogna fare i conti con quello che c’è qua: conoscerlo, capirlo fino in fondo e farlo proprio.”

    Io, vorrei lanciare una provocazione e capovolgerei la frase in questo modo:
    “Per riuscire a fare i conti con quello che c’e’ a Ferrara, conoscerlo, capirlo fino in fondo e farlo proprio, bisogna scoprire nuovi mondi.” 🙂

    Come tante persone, io a 33 anni me ne sono andato da Ferrara (e dall’Italia) arrabbiato e “sbattendo la porta”, per la impossibilita’ di svolgere il mio mestiere di musicista, mestiere che attualmente svolgo a New York.

    Ora, solo ora che sono lontano, sono in grado di capire e percepiere la mia citta’ di origine piu’ lucidamente e capire quali sono le cose che non funzionano. Ferrara dovrebe essere piu’ ricettiva di input esterni (lo e’ gia’, ma non e’ abbastanza!).

    D’altra parte, cio’ che rendeva Ferrara famosa nel rinascimento e uno dei centri culturali d’Europa erano proprio tutte le persone di prestigio che venivano da fuori. New York e’ proprio cosi’. Cos’e’ che fa di New York una citta’ cosi’ speciale? Le persone NON di New York.

    • Eugenio Ciccone scrive:

      Ciao Simone e grazie per il tuo commento. Mi ricordo di te, devo aver assistito a qualche tuo concerto da ragazzino e non sapevo fossi emigrato negli USA! New York mi affascina tantissimo e mi piacerebbe starci per un po’ provando a respirare quel fermento che tutti raccontano esserci. Tuttavia diventare newyorchese restandoci a vivere e lavorare per più di un annetto mi farebbe sentire alla fine un po’ americano, e con tutto il rispetto per una grande democrazia come quella statunitense, non ho voglia di diventare uno di loro. Sono nato qui – per caso come tutti – appartengo all’Italia con i suoi pregi e i suoi difetti, “gioco” in questa squadra. Proverò ad impegnarmi per rendere speciale questo posto, con chi resterà qui, così che un domani potrai tornare e riportare la tua arte dove è nata. Senza pretese che queste campagne diventino come New York si intende, ma magari ti piaceranno di nuovo! Buona fortuna.

  5. Arch. Lanfranco Viola scrive:

    Apprezzo molto questa iniziativa in quanto per migliorare la qualità della vita e dell’Economia di Ferrara c’è innanzitutto bisogno di TRASPARENZA ,mentre troppo spesso girano sui media solo le veline del Min.Cul.Pop.
    Siamo alle battute finali di una situazione,che peggiorerà sempre più fino alla “banca-rotta”,se qualcuno non inizierà a porre delle DOMANDE vere,esigendo però risposte convincenti dai responsabili (?)
    Qualcuno si è posta la domanda del perchè il Comune abbia istituito dal 1° di Giugno, una Tassa di Scopo, come la Tassa di Soggiorno,senza ancora comunicarne “lo scopo” ?
    Mettendo a repentaglio l’esistenza stessa delle Aziende Ricettive cittadine ?
    Qualcuno ci ha provato ,secondo voi ?

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