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Piazza Duomo · 29 novembre 2014 · ore 15.00

La disobbedienza e il diritto alla verita – Lezione in piazza con Girolamo de Michele

Dove

Piazza Duomo

Quando

da 29 novembre 2014 · ore 15.00

Info

Organizzatore:
Centro Sociale La Resistenza Ferrara

Il 14 novembre è stata formulata la richiesta di condanna a 9 anni e 6 mesi per Chiara, Claudio, Mattià e Niccolò, giovani attivisti NO TAV in carcere dal 9 dicembre scorso con l’accusa pretestuosa di terrorismo per aver sabotato un compressore.

In occasione di tale evento Sabato 29 Novembre il Collettivo Sancho Panza ha organizzato una lezione aperta in piazza Duomo con Girolamo de Michele dal titolo “la disobbedienza e il diritto alla verità”.

A seguire musica, proiezioni e Vin Brulè a sostegno delle spese legali per i NO TAV.

In caso di pioggia la lezione sarà annullata.
Portatevi un cuscino!

Colpevoli di resistere

In Italia, più precisamente in Val di Susa, da 20 anni è in corso una
lotta contro la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione,
un’opera dimostratasi inutile e insostenibile che, attraverso appalti
e denaro pubblico, alimenta le mafie.

Il traffico sulla direttrice Torino–Lione è, per stessa ammissione dei
promotori della nuova linea e del Governo Italiano, in continua
diminuzione, specialmente quello ferroviario. A questo dato si
aggiunge il ridicolo risparmio di tempo: solo 48 minuti in meno
rispetto alla linea già esistente.
Ancora più assurdo è il metodo con cui viene sfruttato il territorio e
le sue risorse, causando danni irreparabili per l’uomo e per
l’ecosistema locale.
Studi geologici mostrano nei pressi del tracciato delle gallerie la
presenza di uranio e amianto, metalli tossici di cui non è stata
ancora chiarita la quantità e che potrebbero essere dispersi dai venti
e dai mezzi di trasporto.
Vi è inoltre il rischio d’inquinamento delle fonti d’acqua
superficiali, a cui si aggiunge l’attività dell’azienda LTF, che
prevede di drenare per le attività di scavo da 60 a 125 milioni di
metri cubi d’acqua dalle falde sotterranee causando così importanti
dissesti idrici nelle zone limitrofe.
Alla devastazione ambientale si aggiunge quella del patrimonio
culturale: la distruzione della necropoli di epoca neolitica sita in
località Maddalena da parte del presidio militare.
Infine l’opera, del costo di circa 12 miliardi di euro, non avrà mai
possibilità di finanziamenti ne dallo stato italiano ne dall’Unione
Europea, in quanto il budget massimo di spesa previsto per le grandi
opere pubbliche è di soli 4,77 miliardi.

Per portare avanti questo scempio a tutti i costi lo Stato si è
sentito in diritto di confiscare terreni e proprietà agli abitanti
della valle le cui case si trovavano sul passaggio della linea
ferroviaria. Molte persone si sono trovate così senza la casa in cui
vivevano e il terreno che coltivavano.
L’unica forma di dissenso possibile verso questa tirannia è stata la
resistenza al presidio militare permanente ed il boicottaggio del
cantiere; dissenso che negli anni ha causato a queste persone giudizi
e pene sempre più folli e severe.
Il 14 novembre è stata formulata la richiesta di condanna a 9 anni e 6
mesi per Chiara, Claudio, Mattià e Niccolò, in carcere dal 9 dicembre
scorso con l’accusa pretestuosa di terrorismo per aver sabotato un
compressore. Intanto la corte di cassazione ha già espresso le sue
considerazioni a riguardo: non si può parlare di terrorismo.
A gennaio sarà emessa la sentenza del Maxiprocesso ai 53 NO TAV, con
condanne per quasi 200 anni di reclusione e più di due milioni di euro
di danni a persone cose ed immagine.

La strategia messa in atto dalla procura di Torino mira a creare un
precedente per reprimere tutte le lotte sociali che si oppongono ad
uno Stato che dimostra di tener conto solo degli interessi di lobby,
banche e mafie, ignorando i danni alla popolazione e al territorio.

Davanti a questo scenario rivendichiamo la libertà di tutte le lotte
in atto: per la casa, la salute, la tutela dell’ambiente e per un
lavoro dignitoso e sicuro.

Convinti che chi combatte lo scempio in atto in Val Susa vada
supportato con ogni mezzo, portiamo la nostra solidarietà attiva a
tutti i compagni e compagne di lotta incarcerati, condannati o in
attesa di giudizio.

LA VALLE NON SI ARRESTA!


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