INTRO: Cos’è POLIS SPORTIVA?

Trent’anni fa il nuovo corso di una squadra dal passato glorioso, passava per l’acquisto di un insolito duo olandese. Nel 1987, al Milan della ricostruzione approdavano infatti l’eclettico Ruud Gullit proveniente dal PSV e l’elegante Marco Van Basten, tesserato prima nell’Ajax. I due contribuiranno alla conquista dello scudetto della nuova era rossonera. Due pilastri, ai quali si affiancherà il connazionale Frank Rijkaard nell’anno successivo per andare a caccia di titoli europei. Un gruppo, quello allenato da Arrigo Sacchi, che imporrà il proprio gioco a livello internazionale, attraendo le simpatie di tifosi non solo a Milano, ma in numerose province italiane. Tifosi che, oltre a sostenere la squadra della propria città, magari confinata in una serie minore, imparavano a fare i conti con il concetto di coabitazione. Il tifo, cioè, esercitato su due dimensioni diverse. Per la piccola, alle prese con le avversarie domenicali di pari livello, e per la grande, che il mercoledì di coppa doveva vedersela con le regine d’Europa. La Spal che sbarca a San Siro, allora, è un pretesto per tornare a giocare con questo concetto di coabitazione del tifo. E per rimanere in tema di duo, ecco allora una sorta d’intervista doppia con due giornalisti ferraresi che, da adolescenti, si appassionarono alle imprese sportive del Milan. Senza tuttavia dimenticare il sentimento che li lega alla squadra biancazzurra. A rispondere quindi ad alcune brevi domande sono Lorenzo Montanari e Andrea Musacci.

Torniamo indietro nel tempo. Quale è la prima partita del Milan che ricordi?

Lorenzo: «I primi ricordi, quelli indelebili, sono legati alla finale del 1989 contro la Steaua Bucarest. Fini 4 a 0, con doppietta di Gullit e Van Basten. La prima emozione provata».
Andrea: «Non ce ne è una in particolare. I miei ricordi del Milan cominciano a sei, sette anni. A quando mio papà, che peraltro aveva fatto il portiere, ha trasmesso a me e a mio fratello la passione per il calcio. Io così ho cominciato a giocare nell’Unione sportiva Reno, e a seguire le partite del Milan degli anni della mia adolescenza. Ero la pecora rossonera della famiglia».

E la prima figurina milanista?

Lorenzo: «Franco Baresi».
Andrea: «Non mi viene in mente una singola figurina, ma il poster della squadra che vinse la Coppa dei campioni nella stagione 1989/90. L’immagine di quel ciclo è associata a Marco Van Basten».

Il giocatore che più rappresenta i colori rossoneri?

Lorenzo: «Prima ti ho detto Baresi, adesso rispondo Paolo Maldini».
Andrea: «Franco Baresi. Un difensore e un leader».

La riserva che entra e risolve la partita?

Lorenzo: «Come attaccante, mi viene in mente un giovane Marco Simone».
Andrea: «Mi ricordo che Roby Baggio, il calciatore che amo di più in assoluto, fece molta panchina al Milan».

La partita che ti è rimasta più impressa?

Lorenzo: «La finale di Champions league del 2003, giocata a Manchester contro la Juventus. Finì 3 a 2 ai rigori, con gol decisivo di Shevchenko».
Andrea: «La finale disputata nel 1994. Quella vinta contro il Barcellona per 4 a 0».

Un giocatore di quantità, tanto prezioso quanto silenzioso?

Lorenzo: «Angelo Colombo».
Andrea: «Alberigo ‘Chicco’ Evani».

Un talento non del tutto espresso?

Lorenzo: «In tempi relativamente recenti, mi viene in mente l’attaccante spagnolo José Mari».
Andrea: «Il portoghese Paulo Futre. Un calciatore molto tecnico, titolare della sua Nazionale, e proveniente dalla Reggiana, Fu un’annata sfortunata per lui al Milan, caratterizzata da infortuni».

Fra tutte le avversarie affrontate dal Milan in questi anni, chi ti ha colpito per il suo gioco?

Lorenzo: «La Juventus di Marcello Lippi».
Andrea: «Il Parma di Nevio Scala dell’inizio degli anni Novanta. Quello che aveva in attacco Faustino Asprilla e Tomas Brolin. Esprimeva un gioco corale. Ricordo un mio compagno di scuola, che ne era tifoso accanito».

Il giocatore rossonero che compreresti sempre al fantacalcio?

Lorenzo: «Filippo Inzaghi. Un attaccante prolifico che garantirebbe un cospicuo bottino di reti».
Andrea: «Dejan Savicevic».

Siamo nel presente. Da quante insidie la Spal deve guardarsi, nella partita di mercoledì?

Lorenzo: «Sicuramente quest’anno il Milan si è fatto notare per un mercato importante. Le pedine però devono essere inserite bene, e la sconfitta con la Lazio lo ha dimostrato. È una squadra che quando troverà completamente il suo equilibrio farà bene. L’attacco è un suo punto di forza».
Andrea: «Il Milan di adesso ha un gruppo assemblato con giocatori giovani ed esperti. In attacco ci sono Kalinic, che seguivo quando era alla Fiorentina, e André Silva, che invece conosco un po’ meno. Un giocatore che infine, per via del suo estro, può creare scompiglio, è Suso».

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