Cari haters, avete perso.

Se Piazza Castello fino alle 21,30 (un quarto d’ora prima dell’inizio del concerto) era ancora praticamente vuota, bisogna ammettere che ad un certo punto una folla gremita si è formata all’improvviso sotto al palco del Festival. C’è da dire che, nonostante il successo relativamente recente del gruppo, i Thegiornalisti hanno saputo attirare un numero di persone non indifferente e di età molto diverse: da famiglie con bambini che sapevano tutte le canzoni a memoria, ad ilari cinquantenni salterini e canterini.

Il concerto della band romana composta da Tommaso Paradiso, Marco Primavera e Marco Antonio “Rissa” Musella inizia puntuale sotto un cielo stellato che fa scomparire l’afa quotidiana (più o meno): Tommaso sul palco è un mostro di simpatia, di bravura e – perdonatemi – di fascino. Si palesa in pantaloncini sportivi (“Eh scusate, fa caldo”), occhiali neri, cappellino, barba lunga e aria sorniona, che però ci piace tanto. È un chiacchierone e, se all’inizio si mostra timido e pure un po’ restio (“Lo so che state aspettando tutti Riccione”), mano a mano capisce che il pubblico ferrarese è tutt’altro che impreparato.

Le influenze di Oasis, Vasco e Venditti si sentono eccome, ma c’è quel tocco in più a cui pochi sanno arrivare: voi haters penserete al solito gruppo alternativo/indie/blabla. No, lo dicono loro stessi da almeno un anno che non fanno indie, ma pop: quel pop della notte prima degli esami, della coca cola con le bollicine, delle serate passate a bere birra e a fumarsi quella sigaretta con gli occhi lucidi.

Foto di Irene Camerani

Una delle carte vincenti di questo gruppo è sicuramente Tommaso, non certo uno sbarbino uscito dai talent (eh sì, ammettiamolo): i testi sono scritti da lui, li sente suoi, li interpreta con il cuore e li scrive anche per artisti del calibro di Luca Carboni. Sono parole che rispecchiano dolori e sentimenti veri: forse è proprio per questo che il pubblico le urla a pieni polmoni quando Tommaso fa cenno di continuare a cantare. A parte i testi non scontati, il cantante romano ha sicuramente aumentato la sua fama grazie al suprofilo Instagram: citazioni di pellicole cult in ogni dove, video in cui suona il piano o la chitarra, dirette dai treni con la faccia assonnata.

L’unione di vecchio e nuovo fa dei Thegiornalisti un gruppo particolare nel suo genere, che ha centrato in pieno un concetto ormai quasi scomparso nel mondo della musica: originalità. Va bene, consideriamo “Riccione” una svista commerciale: anche io non la amo, ma durante il concerto l’ho cantata e ballata comunque. A parte questa ultima parentesi, da “Promiscuità” fino a “Tra la strada e le stelle” i brividi non sono mancati, le lacrime di tanti nemmeno, sicuramente stupiti da tanta bellezza e semplicità.

L’unione che lega i musicisti sul palco è unica: sono amici e si vede. Si abbracciano, ridono, si guardano, hanno un linguaggio tutto loro per comunicare, si stupiscono quando il pubblico canta anche le canzoni meno recenti. Quindi, cari haters, prendetene atto: i Thegiornalisti, a partire dal nome, sono un gruppo che unisce il quotidiano al sublime, il vecchio al nuovo, cosa volete di più dalla vita? Concluderei con la risposta di quella famosa pubblicità, ma non mi pare il caso. In compenso, per descrivere con una parola di Paradiso il loro primo concerto del tour estivo, mi limito soltanto a “Bomba”.

1 Commento

  1. Hater scrive:

    Originalità? Ma mi faccia il piacere…
    Firmato,
    una Hater 😉

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